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Obama: tre futuri possibili (di Mircea Meti) ||||| Vedi anche qui e qui

Obama ha cominciato abbastanza bene, malgrado qualche ondeggiamento. Ha firmato la chiusura di Guantanamo, e bandito la tortura dalla prassi repressiva statunitense: questo basta per renderlo migliore del massacratore che l'ha preceduto. Poi ha annunciato le linee strategiche della sua amministrazione:

1. privilegiare l'energia rinnovabile rispetto al petrolio
2. allargare la Sanità a tutti e ridurre le paghe dei top managers
3. ritirarsi dall'Iraq e iniziare un dialogo con l'Iran

Con queste tre idee Obama si è creato un bel gruppo di nemici, che negli Usa raramente restano semplici avversari politici: i petrolieri, i super ricchi, i militari guerrafondai.

Ipotesi 1: Sant'Obama

Obama ha il compito di governare un Paese alla disperazione e un Occidente in stato di choc. Se sarà fortunato e molto bravo, riuscirà a far superare la crisi, rimettere in moto l'economia americana e riportare il benessere in tutti i Paesi alleati. L'obiettivo ha del miracoloso ma se Obama riuscirà, meriterà la beatificazione.

Ipotesi 2: Obama come versione buona di Bush

Di fronte all'entità della crisi Obama troverà montagne di ostacoli e sarà messo nella condizione di scegliere solo uno degli obiettivi dichiarati, rinunciando agli altri. Il baratto più probabile è fra la politica interna e quella estera. Per salvare i suoi progetti di politica interna, sarà costretto ad accettare i ricatti nella politica estera dei petrolieri, dei miliardari e dei militari . Per la lobby industrial-militare la faccia bellicosa degli Usa è irrinunciabile. L'Afghanistan non è sufficiente a soddisfare le esigenze della lobby: niente petrolio, poche risorse da sfruttare, pochi cittadini da bombardare. Una bella guerra con l'Iran, o col Pakistan sarebbe invece una bella soluzione. Se Obama riesce a risolvere la crisi interna, gli saranno perdonati i morti americani di nuove guerre. Se poi la rinascita americana riuscirà a trascinare un po' di Paesi occidentali fuori dall'attuale crisi, nessuno avrà più da ridire.

Ipotesi 3: Obama martire

Se Obama decide di mantenere tutte le sue promesse, è pronto per entare nella lista dei politici ammazzati o qusi della tradizione americana. La "democrazia" americana è quella che con più frequanza ha affidato all'omicidio la soluzione dei suoi problemi. Gli Usa hanno, fra le democrazie occidentali, il più alto numero di delitti politici sia fra i governanti che fra gli oppositori: da Lincoln ai Kennedy, da Luther King a Malcolm X.

Su quale di queste ipotesi scommettereste?

Nel 2010 i turisti stiano lontani dagli Stati Uniti. Secondo Igor Panarin, ex analista del Kgb, gli States saranno dilaniati da una guerra civile che porterà il Paese alla distruzione. A causare lo scenario apocalittico, che si dovrebbe verificare fra solo due anni ormai, sarà la crisi economica che stravolgerà il tessuto sociale. Gli Usa si troverebbero spaccati in sei aree, con l'Alaska ritornata sotto il controllo russo.

"Già adesso abbiamo il 55-45 per cento di possibilità che la disintegrazione possa avvenire: si può anche gioire di questo processo, ma se ragioniamo questo non sarebbe il miglior scenario anche per la Russia", dichiara l'esperto al Wall Street Journal spiegando che Mosca, pur trovandosi ad essere molto più potente a livello globale, avrebbe dei gravi contraccolpi anche nella sua economia.

Secondo la teoria di Panarin la scintilla della "Seconda guerra civile americana" potrebbe scoccare già ad autunno, provocando il tracollo del dollaro. Per l'estate del 2010 la principale potenza mondiale si troverebbe divisa: le Hawaii diventerebbero cinesi o giapponesi. Il Nord-Est ritornerebbe sotto l'influenza europea secondo Panarin che ipotizza anche una sua adesione all'Unione Europea; dalla Florida al New Mexico poi ci sarebbe la Repubblica del Messico. Sarebbe invece sotto l'influenza canadese la Central North-America Repubblica e sotto quella cinese, se non addirittura parte della Cina, la Repubblica della California, che coprirebbe tutta la costa occidentale, compresa Arizona, Idaho e Utah.

Presentata la prima volta nel 1998, questa profezia apocalittica sta avendo molto successo perché riflette l'anti-americanismo ancora diffuso in Russia.

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