ANTICHI ALFABETI v.
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IL FENICIO - L'ETRUSCO
Da quello fenicio, nei
successivi secoli (circa 16), prendendo diverse direzioni, derivarono poi
tutti gli altri 3 grandi gruppi:
Dall'ARAMEO, deriva l'Arabo, l'Armeno, l'Ebraico, il Georgiano, il Mongolo,
il Parsi, il Pehlevi e il Siriaco
Dal SABEO, l'Etiopico e l'Indiano e si divide il primo,
in Amarico, Birmano, Coreano, Giavanese, T'ai, Singalese. Il secondo in Nagari-Dravico,
con il Bengali, Cascemir, Malese, Tibetano, Kanarese, Tamil, Telugu.
Dall'ELLENICO deriva il Copto, il Greco, il Latino, il Russo.
. 1 FENICIO ARCAICO 1 |
IL MISTERO DELLA LINGUA ETRUSCA
Giallo anche
qui nei riguardi della lingua Etrusca. I primi Etruschi abbandonarono l'Egeo
guidati da Tirreno nell'anno 1195, quindi portarono con sè in Italia in Umbria
e Toscana l'alfabeto Fenicio n.1. Trascorsero 400 anni e nel Lazio invece
di mutuare quello etrusco Fenicio n.1, l'alfabeto Latino-Romano arcaico
dell' VII sec a.C. utilizza i segni del nuovo alfabeto e imposta
il nuovo romano-latino guardando al Greco-Classico nato col Fenicio n.2, e
non a quello usato dai toschi-etruschi (Fenicio n.1, uguale a
quello greco-arcaico). Del resto i rapporti dei roamni con gli etruschi
non erano certo idilliaci; a Roma c'erano più scambi culturali dal VI
al IV secolo con la lontana Grecia che non con la vicina Toscana-Umbria con
i ricchi etruschi chiusi nel loro aristocratico ed egocentrico mondo).
Analizzando i due alfabeti scopriremo che quello etrusco, ha infatti,
conservato i segni del Fenicio n.1 mentre quello romano-latino proviene
dal Greco-Fenicio n.2 dell'anno 800 a.C. quando nell'Egeo avvenne la rivoluzione
nella grafia sillabica dei vecchi segni, quelli che si erano portati dietro
gli Etruschi nel 1195.
Non essendoci in Grecia e nei dintorni con il primo alfabeto alcun testo letterario
conservato, il primo alfabeto proprio nei luoghi dov'era nato era del
tutto scomparso con l'avvento del nuovo: che é poi quello che darà inizio
finalmente alla grande produzione di testi scritti, che comparvero numerosi
in Grecia proprio dopo l'800 a.C. (il Greco classico).
In questa trasformazione l'Etruria resta assente, distante e isolata.
In seguito (come il Fenicio n. 2 a Cartagine) quando gli Etruschi saranno
sconfitti e integrati con i romani, oltre che il sistema politico crollò
anche l'intera loro cultura e insieme il vecchio modo di scrivere. Dopo 4-5
generazioni l'Etrusco svanisce nel nulla. Creando in seguito grandi
difficoltà agli studiosi per comprendere la lingua che Tirreno dalla
Lidia-Fenicia si era portato dietro. Difficoltà anche quando l'abate
Barthelemy nel XIX sec. riuscì a decifrare l'alfabeto fenicio n. 2.
Salvo qualche iscrizione funeraria, testi letterari scritti in etrusco
fino ad oggi non sono ancora venuti alla luce, sempre che esistono. Del resto
gli etruschi al pari dei Fenici non usavano la scrittura per compilare
opere letterarie.
(Qualcosa del genere accadde in altri luoghi; anche in Italia. Nel 1414 ad
esempio, a Firenze il Consiglio della città, stabilì che tutte le scritture
concernenti atti, contratti ecc. dovevano essere stesi non più in latino ma
in volgare per essere capiti da tutti. Il latino insomma dopo duemila anni
rimase relegato agli studiosi e solo dentro la Chiesa. Scomparve dalla scena
quotidiana della popolazione).
Sappiamo che i 22 segni fenici (tutte consonanti - una grafia sillabica seguita da una vocale non scritta) i greci li perfezionarono aggiungendo (ricordiamo nell'800 a.C.) le 7 vocali (5 it.) che i fenici non avevano mai usato ( nè col primo nè col secondo alfabeto, perchè non portati alla raffinatezza della letteratura; anzi si pensa che l'alfabeto fenicio (Ugarit 1) sia nato unicamente ai fini di semplificare le necessità del commercio di questo popolo dotato di grande spirito pratico che come sappiamo derivarono le loro più grandi risorse dal commercio e dalla navigazione. Rarissimi sono i testi letterari fenici. Del 1400 a.C (quindi dopo 250 anni dall' invenzione del primo alfabeto) conosciamo solo rarissime opere, quelle di Ras-Shamra, e anche dopo (con il secondo alfabeto, il Fenicio n. 2) la produzione letteraria fenicia é quasi inesistente. Nè bastano i pochi frammenti scoperti dopo 2000 anni per darci un idea di come, dove e quando cambiarono i segni delle lettere nell'arco di 14 secoli. L'uso del fenicio sillabico n.2, scomparve poi del tutto con la distruzione di Cartagine (nel 146 a.C.) dov'era ancora abbastanza diffuso; sostituito da un locale neopunico che aveva cominciato a far uso di alcune vocali, ma che il greco e il latino seppellì per sempre subito dopo. Fino al 1700 non sentiremo più parlare di questa pionieristica invenzione dei Fenici e neppure di questo popolo, quasi del tutto dimenticato (Fu Barthelemy a decifrare le prime iscrizioni e a rintracciare nel Fenicio le radici di quasi tutti gli alfabeti fonetici delle lingue conosciute. Rendendo così giustizia ai Fenici).
Infatti,
da quello fenicio derivarono tutti gli altri 3 grandi gruppi:
ARAMEO, SABEO, ELLENICO.
Dall'ARAMEO, deriva l'Arabo, l'Armeno, l'Ebraico, il Georgiano, il Mongolo,
il Parsi, il Pehlevi e il Siriaco
Dal SABEO, l'Etiopico e l'Indiano e si divide il primo, in Amarico, Birmano,
Coreano, Giavanese, T'ai, Singalese
Il secondo in Nagari-Dravico, con il Bengali, Cascemir, Malese, Tibetano,
Kanarese, Tamil, Telugu.
Dall'ELLENICO deriva il Copto, il Greco, il Latino, il Russo (e dalle
ultime due tutte le altre a ovest, a Nord e a Est dell'Europa)
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