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Prigionia e morte di Alessandro conte di Cagliostro alla rocca di S. Leo (Fonte | di K. D. B. e L. L.) vedi anche qui

"SUM QUI SUM.. I0 SONO COLUI CHE SONO... Non sono nato dalla carne, né dalla volontà dell'uomo... sono nato dallo spirito. Il mio nome, che è mio, quello che scelsi per apparire in mezzo a voi', ecco quello che esigo. Quelli che mi sono stati dati alla mia nascita o durante la mia giovinezza, quelli con i quali fui conosciuto, sono di altri tempi e luoghi: li ho lasciati, come avrò lasciato domani dei vestiti passati di moda e ormai inutili…".

Con queste parole efficaci e dirette Giuseppe Balsamo o Alessandro Conte di Cagliostro, come tutto il mondo lo conobbe, stabilì una volta per tutte l'ascendenza divina dell'Uomo che reclama l'unica vera libertà possibile: quella della totalità dell'Essere. Ma il 26 Agosto del 1795 il destino del personaggio che fino a pochi anni prima aveva attraversato tutta l'Europa ed il Medio Oriente come una cometa, affascinando con la sua personalità magnetica le più grandi Corti d'Europa, si concluse tragicamente nella Rocca di S. Leo.

Circa cinque anni prima Cagliostro era stato condannato a morte dai giudici ecclesiastici secondo le pene apostoliche di Clemente XII e di Benedetto XIV stabilite dall'Editto del Consiglio di Stato contro..."gli eretici formali, gli eresiarchi, gli appartenenti alla Massoneria, i maestri ed i discepoli della magia superstiziosa ...".

Tuttavia a titolo... "di grazia speciale" ... la pena fu commutata in carcere perpetuo... "da scontare alla fortezza di S. Leo, dove sarà strettamente sorvegliato, senza speranza di grazia..."

Il 7 aprile del 1791 la speciale carrozza chiusa, fatta costruire appositamente, partì da Roma con dentro "il prigioniero del Papa" e dopo quattro giorni di viaggio giunse alla fortezza papalina di S. Leo, città ducale poco distante da S. Marino e oggi in provincia di Pesaro.

Qualche secolo prima Niccolò Macchiavelli aveva giudicato questa bellissima e straordinaria costruzione ..."edificio di una rude et eccetionale potenza" ... un perfetto esempio di imprendibile costruzione bellica. Dante ne aveva fatto menzione nella sua Commedia e la tradizione vuole che San Francesco vi fosse passato quando in uno de' suoi peregrinaggi si era perduto nei boschi circostanti...

In quei lunghi 4 anni, 4 mesi e 5 giorni che Cagliostro trascorse in questo luogo, i personaggi che gravitarono per forza maggiore attorno a lui, oppressi da pesanti responsabilità, furono ben pochi. Ma chi furono le personalità che agirono dietro le quinte a controllare che "l'amico degli uomini" scontasse per intero la sua pena?

Il Segretario di Stato di Pio VI, Cardinale de Zelada, che da Roma inviava costantemente le sue direttive al Cardinale Giuseppe Doria Pamphili, legato di Urbino.

Il Conte Sempronio Semproni, governatore e castellano di S. Leo, già anziano e di salute malferma, continuamente assillato da problemi familiari ed economici e dalle responsabilità della carica.

Il tenente Pietro Gandini, un giovane di trenta anni con ben 8 figli a carico, che operava nell'ombra contro il Semproni con la speranza di prenderne il posto.. ed il suo aiutante Grilloni uno squallido aguzzino, sadico e prepotente. Cinque personaggi dunque in continua lotta tra loro, come risulta dalle "Lettere" che essi si scambiarono in quel periodo.

Nel primi tre mesi i corrieri del Cardinale Doria recarono quasi ogni giorno ordini e raccomandazioni ai sopraintendenti, contribuendo ad innervosire sempre di più gli animi.

Il giomo 11 Settembre del 1791 Cagliostro venne trasferito dalla cella del Tesoro a quella del Pozzetto, un vero sepolcro per viventi. In questo angusto spazio egli trascorse quasi quattro anni fra sevizie, maltrattamenti ed un controllo continuo e serrato. Senza più difese, abbandonato da tutti i suoi amici, Cagliostro ebbe la prima crisi delirante il 19 Ottobre.

Completamente isolato ed estraniato dalla vita normale, proibitogli anche e soprattutto di scrivere, cercò in tutti i modi di reagire protestando e supplicando di essere ascoltato, ma ne ricevette in cambio solo percosse ed umilianti bastonature.

Cosa mai poteva aver fatto quest'uomo per meritare tanto rigore e disprezzo?

La sua psiche col procedere del tempo si andò irreversibílmente deteriorando. A momenti cupamente torbido, scoppiava un attimo dopo in impeti di collera, in crisi mistiche, per poi tornare calmo, come se nulla lo avesse turbato. I soldati di guardia riferirono che ripeteva a lungo strane frasi... "in una lingua incomprensibile".. . e qualcuno era convinto di aver sentito un'altra voce, profonda e grave, discorrere con lui, di notte.

Diverse volte in quegli anni Cagliostro finse di essere morto forse per tentare la fuga. Usando l'auto-ipnosi (che ben conosceva) riusciva ad irrigidirsi in una forma di catalessi. In quelle occasioni i carcerieri avevano ordine di ustionarlo con tizzoni ardenti per provocarne la reazione. In data 21 Aprile 1795 Cagliostro chiese ed ottenne un colloquio con il Semproni. Profetizzò una congiura contro il Papa Pio VI, ma non fu preso sul serio. Eppure due anni dopo quel Papa venne arrestato da Napoleone e morì prigioniero a Valence nel 1799.

Il 23 Agosto 1795 Cagliostro ebbe un colpo apoplettico e morì tre giorni dopo, alle prime ore della notte. Il corpo venne tumulato subito e di nascosto, in un luogo imprecisato. Ma la fama di Cagliostro non venne mai sotterrata, nonostante tutti i tentativi,di distruggerne od infangarne la memoria.

Quando nel 1797 i soldati di Napoleone occuparono S. Leo, ne cercarono la salma, ma senza esito. Da allora il mistero della sua sepoltura segreta ha destato l'interesse di molti ricercatoti e curiosi.

Cagliostro, uomo straordinario e nostro fratello nella libertà di pensiero contro ogni tirannia, continua a vivere nella coscienza di chi cerca sempre la Verità.