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Quale sarà il prossimo bersaglio del golpe  petrolifero?

di Dale Allen Pfeiffer

FTW, 29 gennaio 2002 -- Se è vero che con un golpe petrolifero è stato preso il controllo di questo paese ed i golpisti stanno cercando di consolidare il proprio potere nel mondo, in base al fatto che la produzione mondiale di petrolio e di gas naturale stanno per cominciare a diminuire, cosa ci riservano costoro per il futuro?

Assumendo ciò come ipotesi, dovremmo essere in grado di predire le future operazioni militari comparando i grafici della produzione per i diversi paesi produttori di petrolio con il clima politico all'interno di tali paesi. A tale scopo, usiamo i grafici della produzione sviluppati da Richard C. Duncan e  Walter Youngquist con l'utilizzo del loro Programma per le previsioni sul petrolio mondiale nel 1998.

I dati sono cambiati veramente di poco da allora: eccettuato un leggero aumento nelle riserve previste di petrolio per il Mar Caspio ed una domanda lievemente più alta di quanto calcolato. Oltre alla produzione di petrolio vi sono anche altri fattori dei quali si deve tenere conto, come i depositi di altre risorse, la domanda e la popolazione. Non tutti questi fattori sono ben documentati come la produzione di petrolio, e dunque useremo quest'ultima come punto focale, aggiungendo altre informazioni ove queste siano disponibili.

Infine, dobbiamo pensare non solamente alle motivazioni del supposto golpe petrolifero, ma anche speculare sul fatto che gli esecutori comprendano pienamente le implicazioni della diminuzione di energia. In altre parole, saranno essi capaci di mantenere il loro potere di fronte al crollo della civilizzazione? E cosa potrebbero fare se pensassero di stare per perdere il controllo?

Per iniziare osserviamo la situazione in Nord America, come riportato da Duncan and Youngquist.


Produzione petrolifera nordamericana

Gli Stati Uniti sono stati il primo paese a raggiungere il picco della loro produzione petrolifera, già nel 1970. Gli Stati Uniti hanno sfruttato il loro petrolio per procurare lo standard di vita di cui oggi godono. Comunque, dopo il 1970 la conservazione di tale standard di vita è dipeso da maggiori importazioni di petrolio. Notare la leggera crescita ed il livellamento della curva della produzione nei primi anni '80, quando si iniziò a  sfruttare il petrolio della Baia di Prudhoe. I giacimenti della Baia di Prudhoe hanno raggiunto il picco nel 1985 e da allora sono stati in declino. Gli USA avevano tutte assieme abbondanti riserve di petrolio facilmente sfruttabili che fecero arrivare la produzione al suo picco a più di 4 miliardi di barili al giorno - ma quei giorni sono ormai lontani. Perfino la Alaska National Wildlife Arctic Reserves (ANWAR) apporterà poche modifiche a questo quadro.

Non molto tempo dopo che gli Stati Uniti raggiunsero il picco, si resero disponibili delle risorse in Messico ed in Canada, procurando una qualche salvezza nel quadro regionale. Comunque, le risorse di entrambe i paesi considerate al loro picco non eguagliano la produzione al picco degli Stati Uniti. Il Messico ha raggiunto il picco un anno fa, mentre si ritiene che  il Canada non lo raggiungerà prima di altri dieci anni.

Nel quadro regionale complessivo, si può vedere il picco USA nel 1970, seguito da un breve declino e poi da una ripresa. Come regione, il Nord America ha raggiunto il picco nel 1985. Dopo un leggero picco secondario che si sta verificando proprio ora, ci si aspetta che la produzione di petrolio nordamericana crolli bruscamente. Le sole riserve inesplorate rimanenti in questa regione sono nella ANWAR, e la loro influenza sarebbe insignificante in questo grafico. Le sabbie di catrame ed i depositi di schisto in Canada potrebbero contenere l'equivalente di più di 150 mld di barili di petrolio che teoricamente potrebbero diventare economici da produrre una volta che i depositi convenzionali fossero in declino. Comunque è improbabile che questa produzione possa essere portata in linea abbastanza in fretta per compensare la scossa della diminuzione del petrolio convenzionale. Oltre a ciò vi sono dei gravi problemi ambientali associati allo sfruttamento di questi depositi. Vi è da dire che le sabbie di catrame e lo schisto di petrolio possono essere raccolti solamente con massicce esplosioni. E una volta che il petrolio è stato estratto vi saranno letteralmente migliaia di tonnellate di residui di sabbia e schisto con le quali avere a che fareper non parlare di scorie più dannose.

Come rimedieremo?

Contrariamente a quanto potreste pensare, gli Stati Uniti non ricevono la maggior parte delle loro importazioni di petrolio dal Medio Oriente. Finora le nostre importazioni sono arrivate dal Sud e Centro America, soprattutto dal Venezuela e dalla Colombia. Soltanto il Venezuela conta per più del 53% del petrolio in questa regione. Comunque, pare che la produzione di petrolio venezuelana  raggiungerà il picco prima di quanto previsto dal programma di Duncan e Youngquist.

Il Venezuela detiene anche quello che forse è il maggior deposito mondiale di petrolio non convenzionale: la fascia petrolifera dell'Orinoco, che secondo le stime contiene 1,2 trilioni di barili della melma conosciuta come petrolio pesante. Questa è una grande risorsa; comunque, è noto come fango pesante poiché è altamente contaminato da solfuro e metalli pesanti. La rimozione ed eliminazione di questi elementi dovrebbe essere ottenuta senza distruggere la praticabilità economica dei depositi. E, come per le sabbie petrolifere canadesi, è improbabile che questo progetto venga messo in funzione in tempo per compensare lo shock della declinante produzione petrolifera.

E' previsto che i depositi di petrolio della Colombia raggiungeranno il picco produttivo attorno al 2010. è improbabile che in quel momento producano più di un terzo di miliardo di barili al giorno. Attualmente vi sono molte speculazioni su grandi scoperte di petrolio ai piedi delle colline del sudest delle Ande colombiane. I geologi hanno fatto qualche interessante scoperta nell'area, ma non è ancora stato confermato nulla. Da molto tempo si sospetta che debba esistere un grande giacimento da qualche parte tra i campi petroliferi venezuelani e gli schisti delle Ande peruviane. Nondimeno, con tutte le moderne tecnologie di sondaggio, questo giacimento non è stato trovato. Sospetto che l'esplorazione in Colombia rivelerà un nuovo, grande giacimento petrolifero, sebbene potrebbero essere depositi minori. Sospetto che il maggiore deposito sudamericano di idrocarburi sia già stato scoperto, la melma di petrolio pesante dell'Orinoco.

In ogni caso, è abbastanza chiaro che gli Stati Uniti hanno bisogno del petrolio di questa regione. E la produzione di queste risorse petrolifere è minacciata da instabilità politiche. La Colombia è un paese diviso scosso da cinquant'anni di guerra civile. Ed il Venezuela è diventato sempre più instabile proprio durante lo scorso anno. Da qualche tempo ormai il presidente Hugo Chavez resiste all'imperialismo ed agli interessi petroliferi USA. Una nuova Legge sugli Idrocarburi che entrerà in vigore all'inizio del 2002 richiederà che l'azienda di stato Petroleos de Venezuela SA detenga una quota minima del 51% nelle future joint ventures riguardanti l'esplorazione e lo sfruttamento. E la legge imporrà le più alte royalty al mondo alle società operanti nei giacimenti petroliferi venezuelani. Il presidente Chavez insiste che tale mossa è necessaria per il salvataggio dell'economia venezuelana e per cercare di alleviare la povertà nel paese.

Per citare solamente due esempi, simili mosse verso la nazionalizzazione in passato hanno portato a colpi di stato sostenuti dagli USA in Guatemala e Iran. All'inizio del novembre 2001, la National Security Agency, il Pentagono ed il Dipartimento di Stato hanno tenuto un incontro di due giorni sulla politica USA verso il Venezuela. Si pensa che tale incontro sia stato tenuto in risposta alla dichiarazione di Chavez che gli USA stavano combattendo il terrorismo con il terrorismo. E' abbastanza probabile che tra le opzioni discusse in questo incontro vi fosse un golpe contro Chavez. Altrove in Sud America, un anno fa l'Equador quasi cadeva in mano ad una coalizione popolare di contadini ed indios. Molto più a sud, la Bolivia è stata destabilizzata da una rivolta contadina innescata dalla privatizzazione della loro riserva d'acqua. Persino ancora più a sud, in Argentina, l'economia è crollata ed il governo si è dissolto. Vi sono tumulti popolari e saccheggi nei negozi di alimentari. Il Brasile è stato scosso economicamente dalla caduta dell'Argentina e dalla forza crescente dell'MST, il movimento dei contadini senza terra. Infatti, attualmente sarebbe difficile trovare un governo realmente stabile in qualsiasi parte del Sud America.

Sotto Clinton e Bush II, gli Stati Uniti hanno riversato miliardi in aiuti militari alla Colombia, ufficialmente per combattere la guerra alla droga, sebbene il nostro sostegno sia andato ai militari ed alle unità paramilitari collegate al narcotraffico. Stiamo attualmente sponsorizzando un massiccio programma di deforestazione in Colombia, e stiamo aumentando il numero dei consiglieri militari USA nel paese. Le FARC, la forza ribelle che controlla metà del paese, ha promesso di prendere come bersaglio il personale USA. E, secondo una voce proveniente dal Dipartimento di Stato dall'11 settembre, considereremo le forze ribelli in Colombia dei terroristi internazionali. Mi aspetto una guerra terrorismo/droga in Colombia, che probabilmente si estenderà al Venezuela ed all'Equador, forse anche al Perù. Una guerra in questa regione sarà lunga e sanguinosa, e potrà far apparire la guerra del Vietnam come un picnic domenicale.

L'ex Unione Sovietica

Messi tutti insieme sotto il nome di ex Unione Sovietica, non vi è solamente la Russia vera e propria, ma anche il Turkmenistan, l'Uzbekistan, il Kazakhstan e la regione del Mar Caspio. Questo grafico è probabilmente il meno accurato nelle proiezioni di Duncan e Youngquist, a causa della mancanza di dati al tempo in cui è stato modellato ed anche per esigenze politiche ed economiche. Duncan e Youngquist sottovalutarono le risorse del Mar Caspio, sebbene le cifre corrette facciano poca differenza nelle loro previsioni mondiali complessive. Molto più importante, non hanno calcolato l'apertura della produzione petrolifera russa e l'esportazione all'attuale livello, dovute puramente a fattori economici.

Il golpe del petrolio si è già spostato in questa regione, essendone l'attacco all'Afghanistan solamente la prova più visibile. Forse più importante per i loro interessi, gli stati dell'Asia Centrale, Turkmenistan, Uzbekistan e Kazakhstan, hanno aperto i loro paesi alla presenza delle forze NATO. Sono già state costituite delle basi in tutti questi paesi. E' certo che con questi paesi sono stati discussi con forza dei trattati per lo sfruttamento delle loro risorse di petrolio e gas naturale.

E' anche molto probabile che il golpe petrolifero abbia messo gli occhi sulla Russia stessa. In tale caso, la potenza nucleare russa preclude un attacco aperto. Per tutti gli anni '90 i finanzieri occidentali hanno saccheggiato l'economia russa fino a lasciarne ben poco. Attualmente, Putin non ha altra scelta che quella di aprire alle esportazioni di petrolio solamente per mantenere solvibile il proprio governo. Putin ha assegnato a se stesso il ruolo di vassallo del golpe petrolifero; comunque, non è del tutto contento delle azioni degli stati occidentali. La corsa di Bush per un sistema di difesa missilistica negherebbe l'ultima pretesa della Russia di essere una superpotenza. Possiamo solamente sperare che il golpe petrolifero non sia talmente folle da provocare una guerra atomica con la Russia.


Il Medio Oriente

E' nel Medio Oriente che verrà giocata la vera partita per il potere mondiale. Secondo il modello di Duncan e Youngquist il Medio Oriente per il 2007 dominerà la produzione mondiale di petrolio. Questa sarà l'ultima regione dove la produzione di petrolio raggiungerà il picco,secondo il modello di Duncan e Youngquist, intorno al 2011. Ed il petrolio del Medio Oriente si trova soprattutto nelle province di cinque paesi: Iran, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, ed Arabia Saudita.

Tutti tranne due di questi paesi sono strettamente legati agli Stati Uniti e saranno i probabili protagonisti del golpe petrolifero. Le eccezioni sono Iraq ed Iran. La capacità dell'Iraq di esportare petrolio è stata duramente proibita dalla prima guerra del Golfo. Allo stesso modo, l'Iran fronteggia un rigido embargo seguente alla caduta dello Shah negli anni '70. Comunque, in nessuno di questi paesi il golpe petrolifero ha un sicuro controllo sulle risorse petrolifere. Ugualmente, entrambe i paesi vengono indicati come stati terroristi. Proprio adesso Israele e le potenze negli Stati Uniti stanno facendo forti pressioni per fare dell'Iraq il prossimo bersaglio della guerra contro il terrorismo. Vi sono voci che sia decisa per gli inizi del 2002. Io direi che, dopo aver eliminato Saddam Hussein, il golpe petrolifero si rivolgerà verso l'Iran. Possiamo dire con certezza che il golpe petrolifero vorrà avere entrambe questi paesi saldamente sotto controllo prima del cambiamenti all'OPEC.

Ma quanto sono stabili i governi dei tre maggiori stati arabi? I reali sauditi siedono molto insicuri sul loro trono. Le centinaia di principi che formano la casa di Fahd sono estremamente impopolari a causa della loro corruzione, sia economica che morale. Le intercettazioni elettroniche della National Security Agency dimostrano che i principi sauditi solitamente pagano denaro per la protezione agli estremisti islamici, comprese Hamas e Al Qaeda. Gli analisti della CIA e dell'NSA hanno notato che non ci vorrebbe molto perché un colpo di stato dei fondamentalisti islamici possa rovesciare i reali. Allo stesso modo, uno studio segreto della CIA fatto alla metà degli anni '80 conclude che dei terroristi con una manciata di esplosivi potrebbero mettere fuori uso i giacimenti petroliferi sauditi per due anni.

Gli stati arabi produttori di petrolio, guidati da Arabia Saudita e Kuwait, hanno tutti visto grandi incrementi della popolazione da quando hanno cominciato a pompare il petrolio. In un paio di generazioni, sono passati dalle semplici tribù nomadi a sofisticate comunità urbane. Tutti questi paesi hanno sistemi di protezione sociale altamente sviluppati finanziati con le rendite petrolifere. Sfortunatamente per loro, il tasso di crescita della popolazione ha ecceduto la loro capacità di finanziare il sostegno della stessa. E' per questa ragione che i paesi arabi stavano eccedendo le loro quote di produzione di petrolio alla fine degli anni '90, in uno sforzo per coprire le spese per la sicurezza sociale. E non dimentichiamo che sono tutte nazioni desertiche. Per il 2020 tutti questi paesi avranno superato il picco della produzione petrolifera e saranno in declino. Per quel momento, nessuno di loro sarà capace di sostenere la propria popolazione. Il risultato sarà fame, disastro economico e disordini. Come spera il golpe petrolifero di tenere assieme questa nave?


Proiezioni

In base alle analisi presentate sopra, pensiamo che i più probabili bersagli della guerra al terrorismo saranno Iraq, Iran, Colombia, Venezuela, e forse (sperando che non sia vero) la Russia. E' certo che vi saranno azioni in altri teatri. E' molto probabile che presto verrà bersagliata la Somalia. E, considerato che vi è lì il più ricco deposito di uranio al mondo, la Somalia non è senza risorse di valore. Potrebbero essere anche degli obiettivi per molteplici ragioni, tra queste le risorse di energia, altre nazioni del Medio Oriente o dell'Asia Centrale non menzionate. Così anche l'Indonesia se dovesse diventare troppo instabile. Poi vi sono azioni che potrebbero essere strettamente politiche, o che potrebbero essere viste come di vendetta. La Corea del Nord, le Filippine e Cuba potrebbero ricadere in questa categoria. Nondimeno, crediamo che i principali bersagli delle azioni militari nei prossimi anni saranno quelli indicati nella prima frase di questo paragrafo.

Il golpe petrolifero avrà successo? Questo è in dubbio. Proprio come i paesi del Medio Oriente possono aspettarsi problemi perché la loro popolazione sorpasserà la loro capacità di prendersene cura, così sarà per il resto del mondo. L'intera civilizzazione potrebbe crollare nel caos, in modi che nessuno può prevedere. Forse, il maggiore singolo problema risultante da tutto ciò sarà il fallimento dell'agricoltura moderna. Senza fertilizzanti e pesticidi basati sul petrolio, gli esperti predicono che l'agricoltura mondiale sarà capace di sostenere bene una popolazione di due miliardi. L'attuale popolazione mondiale è sopra i sei miliardi.

Che faranno i membri del golpe petrolifero quando si accorgeranno che stanno perdendo il controllo? Di fronte a masse affamate ed arrabbiate in tutto il mondo? sia nel primo che nel terzo mondo, quale sarà la risposta del golpe petrolifero? Si ritirerà e morirà, o colpirà con ogni mezzo disponibile? E' veramente da sperare che essi non prevedano tale situazione, o potrebbero decidere di scatenare la guerra biologica sull'intera popolazione mondiale.

NOTE:

1. THE WORLD PETROLEUM LIFE-CYCLE, Richard C. Duncan and Walter Youngquist.
Presented at the PTTC Workshop "OPEC Oil Pricing and Independent Oil Producers," Petroleum Technology Transfer Council Petroleum Engineering Program, University of Southern California, Los Angeles, California; October 22, 1998. http://dieoff.com/page133.htm  A PDF Version of this paper is available at http://www.dieoff.com/page133.pdf 

2. THE END OF CHEAP OIL, by Colin J. Campbell and Jean H. Laherrère, Scientific American, March 1998. http://dieoff.com/page140.pdf 

3. Contentious New Venezuelan Oil Law Enters Into Effect. AP, 1 January 2002.

· 4. Killing Hope; US Military and CIA Interventions since World War II, by William Blum. Common Courage Press, 1995. http://members.aol.com/bblum6/American_holocaust.htm 

5. U.S. cooking up a coup in Venezuela? by Conn Hallinan. San Francisco Examiner, 12/28/2001.
http://www.examiner.com/sfx/templates/printer.jsp?story=OPhallinan1228w  

· 6. King's Ransom: How vulnerable are the Saudi royals? by Seymour M. Hersh. The New Yorker, October 22, 2001. http://www.ccmep.org/hotnews/kings102201.html

7. The Post-Petroleum Paradigm -- and Population, Walter Youngqui st. Population and Environment: A Journal of Interdisciplinary Studies Volume 20, Number 4, March 1999 © 1999 Human Sciences Press, Inc.
http://www.dieoff.com/page171.htm