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Al Qaeda e la NATO unite per sostenere i terroristi dell'NLA  in Macedonia di Marina Domazetovska

Testimonianza di un membro delle Forze di Sicurezza della Macedonia

"Non scriverai di qualcosa che non è vero. Odio fare questo. Odio ciò che ho visto e ne ho passate tante e non posso dire una parola. Ma verrà il momento che parlerò. Non lo sopporto più!"

Così comincio la mia conversazione con un membro delle forze di sicurezza macedoni. Non dirò il suo nome per ragioni di sicurezza. La ragione per la quale gli ho chiesto di parlare, in un posto dove nessuno conosce né me né lui, sono i mujahedeens:

"Al momento, ce ne sono 150. Sono nel Broder ed in un villaggio sopra Ratae. Sono qui sin da quando è cominciata la guerra, ed anche da prima. Ricordate quando ve l'ho detto, ma non mi credevate. La prima volta che vidi i mujahedeens è stato nel dicembre 2000. Ne abbiamo presi 10 di loro mentre attraversavano il confine dal Kosovo alla Macedonia. La nostra missione era di arrestarli e lo facemmo. Poi li consegnammo alla polizia che li lasciò andare mezz'ora dopo. Farebbe un lavoro come il mio?!"

"Dopo arrestammo mujahedeens e kurdi in diverse altre occasioni. Al momento vi erano circa 30 kurdi. Stanno assieme ai mujahedeens. Tutti lo sanno. La polizia ha anche foto, ma rifiuta di mostrarle. Non so perché continuino a nasconderle. Forse perché sono collegati a quelli che mandano qui i mujahedeens. Ma i mujahedeens non sono l'unico problema qui. Non deve dimenticare che a Arachinovo ci siamo salvati per un pelo."

Durante la battaglia di Arachinovo un reparto scelto delle forze di sicurezza macedoni venne intrappolato vicino al centro del villaggio senza rinforzi dal Comando. 3000 membri dell'NLA li circondarono, ponendo un assedio entro un assedio che durò per due giorni.

La NATO sostiene i terroristi

"Noi eravamo rimasti solamente in 40, largamente sopraffatti di numero. Dovevamo scambiare i 'berretti verdi' americani che avevamo catturato ed il loro equipaggiamento quando entrammo nel villaggio, così che loro ci avrebbero lasciato andare. Chiedi ai tuoi amici della NATO perché arrivarono con veicoli blindati. Chiedi loro sono i mortai automatici da 40 mm che possono essere trovati solamente negli USA. Possono essere trovati anche in Croazia, ma quelli che abbiamo preso a Arachinovo erano americani. Chiedi loro come mai i terroristi avevano radio a bassa frequenza che ha solamente l'esercito USA. Essi dissero che qualcuno glieli aveva rubati da Camp Bondsteel!" Una volta che il mio irato interlocutore cominciò il suo racconto non volle essere interrotto e continuò.

"Noi eravamo assediati. Ci avrebbero ucciso come cani. Ed ora quegli stessi politici macedoni che ci hanno mandato incontro alla morte fingono di essere i più grandi dei patrioti. Lei non ha idea di cosa abbia passato. Quel che fa ancora più paura è che il nostro primo ministro ha rilasciato il passaporto a 30 iracheni che combattevano per l'NLA, ma loro sono rimasti qui ed hanno sposato donne albanesi. Vivono soprattutto nelle campagne. Vada a Zajas e vedrà di cosa sto parlando." A questo punto egli si fermò. Non volle ricominciare a parlare. Non sapevo che dirgli. Ci siamo solamente guardati l'uno con l'altra senza pronunciare una parola. Vi sono testimoni di guerra, vi sono prove, ma tutti tengono la bocca chiusa. Nessuna meraviglia.

La guerra in Macedonia

Nel paese più pacifico dei Balcani, la guerra scoppiò l'anno scorso. La gente comune della Macedonia non avrebbe mai pensato che ciò potesse accadere. Ma devo ricordarvi di alcuni fatti minori indicativi di tutto che le folli menti allucinate dal ciclone di devastazione dei Balcani dimenticarono rapidamente. Perciò non solo i Macedoni dimenticarono della guerra in Bosnia, ma spazzarono via completamente dalla loro memoria la guerra nelle loro vicinanze - in Kosovo.

Ad ogni modo, la guerra arrivò.

Questo testo pone al centro dell'attenzione soprattutto una parte della quale si è discusso poco e non solamente durante lo svolgimento della guerra. Esso tratta della presenza dei mujahedeens sostenuti da al Qaeda nell'NLA.

Questo argomento è stato sollevato ufficialmente per la prima volta in seguito agli attacchi dell'11 settembre, quando gli USA dichiararono guerra a tutte le organizzazioni terroristiche ovunque nel mondo. Il problema della Macedonia era infatti che non solamente il mondo, o la comunità internazionale, ma nemmeno il governo macedone aveva proclamato ufficialmente i combattenti dell'NLA dei terroristi, ma invece dei "gruppi armati albanesi". Comunque i media non si piegarono mai e continuarono a chiamarli terroristi e da quel momento cominciarono a trattare più apertamente della presenza dei mujahedeens. Il settimanale indipendente Start, proprio all'inizio del conflitto, in qualche posto alla metà di marzo, pubblicava un servizio interessante:

"I mujahedeens di tutti i tipi, combattenti della Jihad, seguaci di bin Laden e simili mercenari dell'Islam distorto ed abusato non sono una novità nei Balcani. Hanno combattuto in Bosnia, dalla parte dell'esercito di Alija Izetbegovic, addestrati nei campi di bin Laden a Tropoja and Bajram Curi nel nord dell'Albania e compiuto incursioni in Kosovo per aiutare i loro "fratelli" del KLA nella lotta contro gli "infedeli". Il primo segnale che questi "cani della guerra" si erano stabiliti anche in Macedonia fu la loro piuttosto tardiva apparizione davanti alle telecamere di uno dei capi dei terroristi Tanushevci conosciuto come hoxha [prete islamico] Xhezo, e la seguente informazione che ancora un altro hoxha, Enver, comandava gli stessi "combattenti". Quindi apparse la bandiera verde con scritte in lingua persiana fatta sventolare da uno dei più giovani partecipanti alla "marcia della pace" a Skopje organizzata il 13 marzo dal duo Xhaferi-Tachi. Il giorno successivo, mentre aveva luogo in piazza Tetovo il raduno albanese e l'appena fondato partito [Democratico Nazionale] degli albanesi macedoni, il cui principale obiettivo è la rinascita dell'"Ilirida", promuoveva l'odio etnico, comparse sui quotidiani l'annuncio di una finora sconosciuta "organizzazione" - il "Fronte Nazionale Albanese per l'Ilirida". Scritto ben tre mesi prima (?!), l'annuncio chiamava alla lotta per la liberazione dalla schiavitù imposta dagli "slavi macedoni" e, per la prima volta nel gergo politico macedone, questa lotta doveva essere fatta per bandire gli "infedeli". (1)

Alla fine del servizio vi era l'informazione che 40 mujahedeens si rifugiavano nell'area di Lipkovo.

Dopo questo servizio, che non stimolo molto l'interesse del pubblico macedone, forse perlopiù perché tutti vennero travolti dal demonio della guerra che li prese di sorpresa, apparse un altro servizio molto più interessante, questa volta stavolta supportato da prove irrefutabili (tutti i facsimili vennero pubblicati). All'inizio di maggio Start rivelava che i cittadini macedoni erano coinvolti con i gruppi di bin Laden per via del riciclaggio di denaro sporco:

"Durante il 1997 e 1998 un gruppo di cittadini macedoni, croati, sloveni e jugoslavi guidati da Cvetko Kabranov di Kavadarci cercarono di cambiare l'incredibile ammontare di 3,8 miliardi di dinari kuwaitiani, ovvero 12 milioni di dollari. Il contante arrivò a Nevestinje direttamente dal nord dell'Albania come aiuto alla lotta del noto terrorista bin Laden contro gli USA".

"I dinari kuwaitiani che dovevano essere convertiti prima in dollari USA e poi riciclati attraverso diverse società straniere, passarono attraverso la Privredna Banka D.D di Trebinje, la Lloyds Bank, la Duriman Holding’s del Canada, gli uomini d'affari Jean Paul Baltaci, Dikran Kevorkyan, Viktor Seme, Jive Finance Establishment e la Deutsche Bank."

"Fra quelli che aiutarono il trasferimento del denaro vi sono gli americani George Mark Rainoff, proprietario del Rainoff Fund, Denis Caytron e Thomas Fuch." (2)

I mujahedeens sono qui?

Questo fu tutto. Le pubbliche reazioni furono ancora una volta minime. il resto dei media, eccetto A1 TV, non fecero praticamente niente per dare un seguito alla storia di Start. Da allora in avanti, accaddero degli sfortunati eventi, che rivelano ancora maggiori relazioni con i mujahedeens. Il più disgustoso incidente che rimarrà per sempre nella memoria dei macedoni è stato il massacro a Vejce di 8 soldati macedoni. Giusto per rammentarvelo:

"A1 TV riportò la dichiarazione dell'unico sopravvissuto al massacro vicino al villaggio di Vejce, come parte della sua testimonianza al quotidiano Vecher, che ‘mujahedeens, al comando di Daut Haradinaj, condussero il massacro'. Il 28 aprile di quest'anno, dei terroristi hanno teso un'imboscata ad una pattuglia dell'esercito in una zona remota della regione di Tetovo, uccidendo otto membri dell'unità speciale chiamata 'I lupi'".

"Secondo il testimone, vi erano dozzine di assalitori, molti di loro mujahedeens, con lunghe barbe e coltelli, che condussero il massacro fino al suo disgustoso finale. I terroristi spararono solamente ad uno, mentre tagliarono a pezzi gli altri o li bruciarono vivi".

"Un gruppo di mujahedeens al comando di Daut Haradinaj di Goldane, Yugoslavia. Egli era il capo dello staff generale del Kosovo Protection Corps, ed è incluso nella lista nera dei terroristi albanesi che minacciano la pace nei Balcani e la sicurezza nazionale USA, pubblicata dal presidente americano George W. Bush. Daut Haradinaj è anche il fratello del comandante del KLA Ramush Haradinaj, [un presunto criminale di guerra, responsabile della strage di almeno 40 serbi] che attualmente guida un partito politico in Kosovo. Identificare Daut Haradinaj è abbastanza facile, persino da lontano, perché gli manca il braccio sinistro. Lo ha perduto su una mina".

"Il testimone dice che l'imboscata venne tesa da una buona posizione, i terroristi erano disposti a forma di ferro di cavallo attorno alla curva, e le jeep delle forze di sicurezza macedoni vennero bombardate con granate e proiettili da tutte le parti. I pochi fra loro che riuscirono ad uscire dai veicoli vennero eliminati subito. Tre proiettili colpirono l'unico superstite, ma riuscì a saltare nel burrone in un paio di secondi - il tempo necessario ai mujahedeens per calarsi sui corpi dei difensori macedoni. Diverse centinaia di metri lontano egli incontrò un uomo albanese con un bambino". (3)

Persino dopo tale evento e fino ad oggi, non è stata resa pubblica alcuna prove della presenza dei mujahedeens. Non ci sono foto ufficiali, eccetto per quelle prese ad Arachinovo apparse sul quotidiano Vecher. Nessuno comunque può confernare niente con sicurezza. Pavle Trajanov, ex ministro degli interni, fu l'unico a fare una dichiarazione:

"I gruppi terroristi di Osama bin Laden sono avanzati facilmente oltre ogni limite nei Balcani attraverso l'Albania ed oggi sono presenti in Kosovo and Macedonia," ha detto l'ex ministro degli interni Pavle Trajanov nella sua intervista ad A1.

"Il fondamentalismo è la sostanza dell'NLA dal momento che il suo principale interesse sono stati etnicamente puri, la creazione della Grande Albania o del Grande Kosovo abitati solamente da albanesi," disse Trajanov confermando i collegamenti dell'NLA alle organizzazioni terroriste del vicino Oriente.

Secondo Trajanov, il fondamentalismo balcanico ha tre obiettivi. Il primo è l'obiettivo albanese di creare la Grande Albania. Il secondo è l'obiettivo della mafia albanese che vuole vendere la droga in Europa ed anche negli USA. Ed il terzo, il più attuale, è l'obiettivo delle organizzazioni terroriste del vicino Oriente, compresa quella di Osama bin Laden, da una parte per espandere il loro mercato della droga, e dall'altra per stabilirsi in questa regione così da potere attaccare più facilmente le installazioni strategiche USA". (4)

Le informazioni sull'avvertimento di Pardew ai media macedoni arrivò diversi giorni dopo questa intervista:

"Il quotidiano macedone Nova Makedonija asserisce che il funzionario americano James Pardew ha personalmente richiesto alla stampa di finire la pubblicazione di simili articoli allo scopo di "portare la pace in Macedonia'". (5)

Ed infine, ultimo ma non meno importante, qui vi è il fatto forse più rivelatore, che sigilla tutte le affermazioni, considerazioni e dubbi, un fatto che è in sé stesso innegabilmente una prova:

"Il 20 novembre, quando estremisti da tutto il mondo stavano arruolandosi volontari nei ranghi dei talebani, la polizia pakistana arrestò alla frontiera afgana cinque "combattenti" mussulmani con passaporti macedoni - ulteriore prova, dicono le autorità macedoni, della connection balcanica di bin Laden". (6) USA Today ha riportato che le forze americane che attaccavano i campi di addestramento di bin Laden scoprirono documenti degli albanesi del Kosovo che si unirono ad al Qaeda e progettarono attacchi ad obiettivi negli USA. (7)

Prove

I fatti non finiscono qui. Possiamo ricordare molti altri articoli, interviste, testimonianze e dichiarazioni di testimoni oculari, analisti e giornalisti. E' comunque un fatto che nessuno abbia mai prodotto una solida prova. Fino ad oggi.

Le forze di sicurezza macedoni hanno annunciato che questa mattina alle 4.00 hanno respinto un attacco di sette persone sconosciute a nord di Skopje. Tutti e sette gli assalitori sono morti durante la sparatoria. I funzionari di polizia hanno annunciato che erano tutti stranieri, probabilmente pakistani, armati, indossavano uniformi dell'NLA e portavano libri di preghiera mussulmani ed altro materiale religioso.

Spiegando l'incidente, il portavoce macedone aggiunse che la scoperta di questo gruppo avvenne grazie alle informazioni ottenute con l'arresto di un altro gruppo di quattro mujahedeens, 2 dalla Giordania e 2 bosniaci che studiavano in Giordania.

"In seguito all'arresto, la polizia ha confiscato dischi di computer contenenti 12.000 pagine di informazioni sulle guerre in Bosnia, Croazia, Kosovo, and Macedonia. L'analisi di questo materiale ha rivelato alcune delle intenzioni della rete terrorista: eseguire attacchi a funzionari del governo macedone e ad ambasciate straniere". (8)

O forse veniamo tutti imbrogliati. Usando gli stessi termini nei quali venivamo rassicurati da ora perplessi funzionari della NATO, forse essi non sono dei mujahedeens, ma solamente dei giovani che sono rimasti sulle montagne troppo a lungo e che non hanno avuto il tempo per radersi...


Riferimenti

1. Mitrevska, Nevenka. Who Imported Hesbolah in Macedonia. Start, volume 113, March 23, 2001. pp. 6-9.

2. Palevski, Ljubcho. Bin Laden’s Money in Macedonia. Start, volume 116, April 13, 2001. pp. 6-9.

3. Mujahideens Committed Vejce Slaughter, Reality Macedonia/A1 TV. October 17, 2001. URL: http://www.realitymacedonia.org.mk/web/news_page.asp?nid=713

4. Mujahedins Present In Macedonia Too. (Pavle Trajanov interview for A1 TV News). Reality Macedonia. September 22, 2001.

5. Macedonian Press Reveals Osama Bin Laden's Net In The Balkans. Reality Macedonia/MIA. September 26, 2001. URL: http://www.realitymacedonia.org.mk/web/news_page.asp?nid=536

6. Taylor, Scot. Bin Laden’s Balkan Connections. Espirit De Corps. December 18, 2001. URL: http://www.espritdecorps.on.ca/viewarticle.asp?article=75

7. Kelley, Jack. Bin Laden's camps teach curriculum of carnage. USA Today. November 26, 2001. URL: http://www.usatoday.com/news/attack/2001/11/26/cover.htm

8. Seven Mujahideens Die in Unsuccessful Attack on Police. Reality Macedonia. March 2, 2002. URL: http://www.realitymacedonia.org.mk/web/news_page.asp?nid=1539