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COMBATTERE L'INSUCCESSO CON LA PAURA

di Amir Butler

Nel suo crudo classico "1984", George Orwell descrive una società dove una guerra perpetua contro dei vaghi nemici viene usata per opprimere la popolazione attraverso la paura. Fu costruito un elaborato sistema di disinformazione per assicurarsi che la popolazione rimanesse costantemente sotto la minaccia del "nemico".

La risposta del governo USA alle preoccupazioni sulla sua gestione delle informazioni precedenti all'11/9 dà un istruttivo esempio di quanto alcune delle politiche USA post 11 settembre assomiglino a quelle descritte nel libro.

L'INCANTESIMO SI E' ROTTO

Successivamente all'11 settembre venne sparsa una coltre di intimidazione sui media americani, soffocando la comunicazione pubblica ed il dibattito. In un articolo del 18 maggio sul Guardian, il giornalista veterano Dan Rather ha descritto il clima nel quale i giornalisti si sono improvvisamente trovati ad operare:

"E' un paragone osceno - non sono sicuro mi piaccia - ma sapete che una volta in Sud Africa vi era gente che metteva pneumatici in fiamme al collo di coloro che dissentivano. In qualche modo la paura è di essere trattati così qui, di avere attorno al collo un pneumatico in fiamme per mancanza di patriottismo. E' questa paura che frena i giornalisti dal fare le domande più severe".

Il clima di paura è arrivato ad una fine improvvisa il 17 maggio. E' stato il giorno nel quale la CBS News dette la notizia che il governo USA aveva ricevuto degli avvertimenti sugli attacchi dell'11 settembre. Howard ha riassunto l'effetto che questa rivelazione ha avuto su Kurtz del Washington Post, quando quel giorno disse "il clima dei media della capitale è stato trasformato".

Kurtz descrive la reazione:

"Ieri alle conferenze stampa i reporter premevano sul portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer e sul consigliere per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice, nelle loro voci scetticismo e persino indignazione mentre chiedevano spiegazioni dettagliate. In breve, era molto diverso dal tono delle reti decorate con la bandiera dopo l'11 settembre, quando il Presidente Bush, cavalcando un'ondata di popolarità e di patriottismo, veniva trattato con deferenza dai media. L'amministrazione probabilmente non aveva davvero mai affrontato un corpo della stampa più ostile di quello di ieri".

Le chiuse si aprirono ed una cascata di "rivelazioni" cominciò ad apparire sui media di tutto il mondo. I media si erano svegliati dallo stupore del falso patriottismo. Il marcio edificio della  comunicazione pubblica stava mostrando i primi segni di vita dopo l'11 settembre. Il risultato fu una serie di rivelazioni - ognuna più grave della precedente - che incolpavano il governo USA di essere in qualche modo a conoscenza, prima dell'11 settembre, che dovevano avere luogo attacchi di questo tipo.

Il 15 maggio la ABC News ha raccontato che Bush era stato avvertito diverse settimane prima dell'11 settembre di un dirottamento condotto da al Qaeda. Il 18 maggio il Washington Post ha riportato che il 6 agosto era stato inviato a Bush un documento con il titolo "Bin Laden deciso a colpire gli USA". Lo stesso articolo riferiva che l'ufficio dell'FBI di Phoenix aveva emesso un memorandum di avvertimento che agenti di bin Laden potevano essere in addestramento in scuole di volo locali.

Venne poi portato alla luce dai media che l'amministrazione Bush aveva ricevuto una rapporto del 1999 che descriveva in dettaglio la minaccia specifica di agenti di bin Laden che dirottavano aerei e li portavano sul Pentagono ed altri edifici importanti.

Il 21 maggio l'International Herald Tribune riportò che persino gli alleati arabi avevano avvertito che tale attacco era imminente. Allo stesso modo il Guardian scrisse che anche i britannici avevano avvertito gli USA della minaccia. Vennero rimessi in circolazione e venne data nuova vita ai racconti della settimana successiva all'11 settembre nei quali anche il governo filippino avvertiva gli USA.

Sulla rivista Time l'agente Coleen Rowley, esponendo le colpe dell'FBI, pubblicò una lettera di 13 pagine al Direttore dell'FBI Robert Mueller. La lettera, datata 21 maggio 2002, accusa l'FBI di "sottile oscuramento/accantonamento dei fatti" da parte del direttore dell'FBI Mueller e di altri ai "più alti livelli direttivi dell'FBI". Poi Rowley elenca otto casi che ritiene  "siano finora stati omessi, minimizzati, coperti e/o male rappresentati nello sforzo di evitare o di minimizzare l'imbarazzo personale e/o istituzionale da parte dell'FBI e/o forse persino per ingiuste ragioni politiche". La lettera è una bomba e, come dichiara la Rowley stessa, "riguardano fondamentalmente l'INTEGRITA' e vanno al cuore della missione e del mandato di tutore della legge dell'FBI".

Nuove rivelazioni vengono alla luce ogni giorno su cosa l'amministrazione Bush ed altri settori del governo sapevano prima dell'11 settembre. E' probabile che ciò che ora stiamo ascoltando sia solamente la punta dell'iceberg.

L'AMERICA SI SVEGLIA

Quando i media si svegliarono essi agitarono dal suo stupore anche il pubblico. Infatti la reazione pubblica alle rivelazioni fece sembrare muta la risposta dei media.

I familiari di coloro che perirono negli attacchi terroristici dell'11 settembre erano giustamente infuriati. Il 16 maggio 2002 la Fox News riportò le dichiarazioni di alcuni familiari delle vittime. Bill Doyle, che nell'attacco al WTC ha perduto suo figlio, riassunse l'umore generale delle vittime quando disse, "Credo che il governo intero abbia deluso il popolo. E' sconvolgente, vedere quello che viene fuori ogni volta che si accende la TV. Se al nostro presidente fu detto in agosto, qualcuno doveva avvertire gli aeroporti. Furono essi allertati dall'FBI o dalla CIA?"

Per la prima volta dall'11 settembre l'opposizione agì da opposizione. Al Congresso i Democratici guidarono la carica per una completa indagine sull'11 settembre e la gestione dei dati dell'intelligence. La deputata Cynthia McKinney, in una dichiarazione pubblica datata 16 maggio, accusò l'amministrazione Bush di tentare di coprire i propri errori rifiutandosi di tenere un'indagine congressuale. Ella disse, "Diviene ora chiaro perché l'amministrazione Bush si oppone vigorosamente ad inchieste congressuali. L'amministrazione Bush è stata impegnata nella cospirazione del silenzio. Se gente dedicata e patriottica non avesse insistito per renderle evidenti, le odierne rivelazioni sarebbero state nascoste dalla Casa Bianca."

Il senatore Richard J. Durbin (Democratico - Illinois e membro del comitato per i servizi di informazione del Senato) dopo aver visto il memorandum di sette pagine dell'FBI inviato nel luglio 2001, disse che le similitudini con l'11 Settembre erano talmente evidenti che "se lo leggete vi toglie proprio il respiro."

Veramente. Le rivelazioni hanno tolto il respiro anche agli alleati tradizionali, come l'iniziato neoconservatore Bill Kristol del  Weekly Standard. Kristol ha chiamato in causa la segretezza dell'amministrazione Bush. Nell'ultimo numero egli chiede:

"Non è possibile che qualcuno venga rimproverato o che persino perda il posto dopo che 3.000 vengono uccisi in un attacco terroristico? ...Durante gli otto mesi passati l'amministrazione Bush ha essenzialmente detto che tutto ha funzionato bene. Ciò è assurdo ed insostenibile."

Un sondaggio della CBS ha captato il sentimento del pubblico ed ha scoperto che il 65% del campione crede che il governo USA abbia "nascosto qualcosa".

LA SETTIMANA DELL'ODIO

Il governo USA ha risposto lanciando una campagna che somiglia alla Settimana dell'odio descritta nel libro di Orwell.

Durante la Settimana dell'odio la gente comune veniva preparata alla frenesia bellica con processioni, parate militari, programmi televisivi, la costruzione di effigi, canzoni, fotografie false e voci. Il Dipartimento della Finzione del Ministero della Verità pubblicava una serie di "libri delle atrocità" con false atrocità commesse dal nemico. Altri prendevano dei vecchi articoli dei quotidiani, alterando e gonfiando le notizie perché fossero incluse nei discorsi della Settimana dell'odio. La Canzone dell'odio, una canzone composta appositamente per la settimana, veniva suonata infinite volte. Il suo ritmo selvaggio ed abbaiante somigliava al battito di un tamburo di guerra. Il poster della Settimana dell'odio era messo dappertutto - l'immagine della mostruosa figura di un soldato eurasiatico, alto quattro metri, con un viso mongolo inespressivo ed una mitragliatrice puntata dal suo fianco. Il poster era disegnato in modo che il mirino dell'arma si trovasse di fronte a voi, non importa dove stavate. Appiccicato in tutta la città, esso assicurava che ovunque andavate vi veniva ricordato che eravate ancora sotto la minaccia del "nemico". Non potevate mai sentirvi sicuri - siete sempre sotto minaccia.

La risposta dell'amministrazione Bush all'improvviso cambio del vento è stata tipica e conforme con i metodi con i quali il governo USA ha gestito in passato situazioni simili. Sostituite il soldato eurasiatico della Settimana dell'odio di Orwell con un mussulmano barbuto, con il turbante, ed avete la Settimana dell'odio 2002. Non c'era bisogno di poster perché avevano l'ultimo video di bin Laden, la gelante conferma che quest'uomo, che ora nella mente dell'americano medio rappresenta nientemeno che l'autentico demonio, era vivo e vegeto.

Il 5 dicembre 2001 il il Ministro della Giustizia John Ashcroft accusò i critici della draconiana legislazione antiterrorismo dell'amministrazione Bush di essere "aiutanti ed assistenti" del terrorismo. Egli disse, "Per coloro che fanno paura alla gente pacifica con fantasmi di libertà perduta, il mio messaggio è questo:

Le vostre tattiche aiutano i terroristi, perché erodono la nostra unità nazionale e diminuiscono la nostra risolutezza. Esse danno munizioni ai nemici dell'America, e frenano gli amici dell'America". In altre parole, se mettete in dubbio le politiche del vostro governo potreste essere anche voi dei terroristi.

Così, in una dichiarazione che ricorda il famoso equivoco "l'ignoranza è forza" di Orwell, il Vicepresidente Dick Cheney rispose a coloro che chiedevano i fatti, chiamandoli "assolutamente irresponsabili e totalmente immeritevoli dei leader della nazione in tempo di guerra". A Cheney non è mai capitato di pensare che è proprio perché l'America è "in tempo di guerra" che viè la critica necessità di capire gli insuccessi che hanno portato all'11 settembre. Nel mondo orwelliano di Cheney l'ignoranza dei fatti equivale alla forza contro il terrore.

Proprio come il Partito nel "1984" di Orwell controllava il popolo con la paura generata da una situazione di guerra senza fine, allo stesso modo l'amministrazione Bush ha risposto alle pubbliche ansie con un'ondata di allarmi terroristici. Il messaggio era chiaro: un attacco di al Qaeda non era solamente probabile, è imminente e questa volta potrebbero essere usate armi nucleari. Il messaggio principale al popolo americano era uno di paura.

Il Washington Post (19 maggio 2002) riportò un improvviso "incremento dei messaggi di al Qaeda" che venivano intercettati dai servizi di informazione USA. Descrivendoli come "vaghi ma minacciosi", anonimi funzionari dell'amministrazione USA li indicarono come prova che al Qaeda poteva stare preparando un altro attacco. L'"alto funzionario USA" disse che i messaggi seguivano lo stesso schema di quelli precedenti l'11 settembre che sono stati "indicativi di azione imminente".

Dunque il 19 maggio il Boston Globe scrisse che agenti di al Qaeda stavano affittando appartamenti ed impiantandovi esplosivi. Furono dati avvertimenti ai "proprietari di appartamenti" di stare attenti a qualsiasi cosa "sospetta".

La Reuters il 20 maggio riportò che l'FBI aveva allertato la polizia di Orlando della minaccia di al Qaeda di avvelenare l'acqua.

Il 24 maggio, il Dipartimento dei Trasporti emise allarmi che i terroristi avrebbero probabilmente attaccato stazioni ed altri sistemi ferroviari. Un servizio dell'Associated Press dello stesso giorno notava che l'FBI non dava pubblicamente avvertimenti contro, per esempio, subacquei che secondo loro erano una possibile minaccia terroristica. Un bollettino dell'FBI dava l'allarme che "diversi elementi terroristi hanno cercato di sviluppare una capacità offensiva subacquea".

Il Vicepresidente Dick Cheney disse a Fox News della domenica (20 maggio 2001): "Penso che le possibilità di un futuro attacco agli USA siano quasi una certezza. Potrebbe accadere domani, potrebbe accadere la prossima settimana, potrebbe accadere il prossimo anno, ma continueranno a provarci. E noi dobbiamo essere preparati".

Robert Mueller, Direttore dell'FBI, entrò nell'argomento annunciando che presto l'America sarebbe stata inondata da "uomini bomba suicidi". "Penso che lo vedremo in futuro, penso che sia inevitabile", ha detto il 20 maggio all'Associated Press. "Ci sarà un'altro attacco terroristico. Noi non saremo capaci di fermarlo. E' qualcosa con cui dobbiamo convivere".

Il 21 maggio l'Associated Press riferì che il Segretario della Difesa USA Donald Rumsfeld ha saputo che i terroristi indubbiamente avrebbero presto acquisito armi nucleari, chimiche e biologiche. Egli descrisse ciò come "inevitabile", dichiarando che ora "questo è il mondo nel quale viviamo". Il Direttore della Homeland Security Tom Ridge il 21 maggio dichiarò che ulteriori attacchi terroristici sono "non una questione di se, ma una questione di quando". (Washington Post del 22 maggio). Il Presidente George Bush si unì al coro, e con la sua famosa eloquenza disse, "Al Qaeda è attiva, complotta, pianifica, lo sapete, cercando di colpirci".

TENERE IL POPOLO IMPAURITO

In "1984", Orwell scriveva descrivendo bombe che cadevano su Londra durante la "guerra infinita":

Le bombe a razzo, che giornalmente cadevano su Londra, erano probabilmente lanciate dallo stesso governo di Oceania, 'giusto per tenere impaurito il popolo'.

Quando la gente temeva per la propria vita e per la vita dei propri cari, allora improvvisamente questioni come i passati insuccessi governativi parevano banali. Essi divenivano ansiosi per la loro sicurezza e per la loro sopravvivenza. Essi erano facilmente malleabili ed accettavano qualsiasi politica o legge che il loro governo poteva decidere se necessaria per la "loro protezione".

Chiaramente lo scopo di questa ondata di paura è stato quello di distrarre i critici della gestione dell'11 settembre dell'amministrazione Bush. Un attento studio dei passati rapporti mostra incrementi degli allarmi terroristici ad interessanti intervalli. Essi hanno raggiunto il massimo nel mezzo della controversia sulla legislazione antiterrorismo. Lo hanno raggiunto nel mezzo della controversia sui bilanci militari. Stanno raggiungendo il picco massimo ora che severe questioni vengono poste al governo.

In un raro momento di onestà, Ari Fleischer, addetto stampa del Presidente, ha ammesso il collegamento tra l'attuale controversia e l'incremento degli allarmi. Il Washington Times (22 maggio 2002) riporta:

Gli ultimi allarmi vennero emessi "come risultato della controversia che ha avuto luogo la scorsa settimana", ha detto il portavoce di Bush Ari Fleischer, riferendosi ai rapporti che il presidente ha ricevuto in agosto da istruzioni dettagliate della CIA su minacce terroristiche, inclusi i piani della rete al Qaeda di Osama bin Laden di dirottare aerei di linea USA.

Non sorprende che dopo la campagna della paura un sondaggio della CBS scoprì che il 33% degli americani credevano che un attacco negli Stati Uniti era ora "molto probabile". Una settimana fa era il 25%.

Per dare al pubblico il senso dell'attuale minaccia nel marzo 2002 gli USA hanno introdotto un sistema di misura del terrore. Al fondo la scala è il verde, che rappresenta nessuna minaccia, poi il blu che significa una generica minaccia, poi il giallo che significa un'elevata minaccia, poi l'arancione che sta per una minaccia significativa ed infine il rosso che significa una minaccia grave. Nonostante la massa di allarmi terroristici per qualsiasi cosa, dalle bombe negli appartamenti ai subacquei suicidi, gli USA non hanno alzato il grado ufficiale di allerta. Esso rimane giallo.

Il giallo pare sia uno stato particolarmente commovente in cui trovarsi per gli Stati Uniti. In quanto colore tradizionalmente associato con la codardia, esso riflette adeguatamente il rifiuto del governo alle gravi questioni su quel che è realmente accaduto prima dell'11 settembre, e riflette accuratamente il modo nel quale esso ha tentato di manipolare i cittadini con la paura.

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Amir Butler è Executive Director dell'Australian Muslim Public Affairs Committee (AMPAC), membro della shura dell'IISNA (un'organizzazione da'wah nazionale australiana) e mantiene www.amirbutler.com , un popolare weblog di commenti politici e sociali.