"Il Premio Nobel per la Guerra"di Michel Chossudovsky , 25 ottobre 2002 |
Il Premio Nobel per la Pace 2002 è stato assegnato all'ex Presidente Jimmy Carter per: "decenni di instancabili sforzi per trovare soluzioni pacifiche ai conflitti internazionali, per l'avanzamento della democrazia e dei diritti umani e per aver promosso lo sviluppo economico e sociale". (Istituto Nobel norvegese, http://www.nobel.no/eng_ins_new.html , 11 ottobre 2002) Negli USA i commentatori liberal tendono a considerare la decisione del Comitato per il Nobel come una scortesia ai piani di guerra dell'amministrazione Bush. Viene detto che l'ex presidente Carter, in contrasto con George W., ha posto i diritti umani al "centro della politica estera USA". Nelle parole del presidente del Comitato per il Nobel norvegese Gunnar Berge, il premio "dovrebbe essere considerato come una critica alla politica che l'attuale amministrazione USA ha adottato nei confronti dell'Iraq". (Citato nel Toronto Star, 21 ottobre 2002). Distorcere la storia Queste litanie sui "diritti umani" e la "pace" servono a distorcere la storia della politica estera USA. Una volta ancora i media USA hanno mancato nel citare un cruciale "anello mancante" -- una reale informazione sulla presidenza Carter che ha una incidenza diretta sulla nostra comprensione della crisi post 911 in corso. Ampiamente documentato ma raramente menzionato negli articoli sull'11/9, la "rete militante islamica" (il predecessore della al Qaeda di Osama bin Laden), venne in realtà creata durante la presidenza di Jimmy Carter (1976-1981). Nel luglio del 1979 Carter firmò una direttiva presidenziale per lanciare un piano segreto a sostegno dei mujahideen in Afghanistan. Confermato dall'ex direttore della CIA Robert Gates nel suo libro From the Shadows, questo "piano segreto" era strumentale al fine di provocare la guerra sovietico-afghana. (Robert Gates, From the Shadows: The Ultimate Insider's Story of Five Presidents and How They Won the Cold War, http://www.gtexts.com/worthreading/gates.html ). La maggior parte dei libri di storia delle scuole superiori descrivono come i sovietici invasero l'Afghanistan "senza essere stati provocati e con forze schiaccianti". Allora l'America "venne in soccorso" della "resistenza" afghana. Questo avvenne sotto il presidente Jimmy Carter. Anche il Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Carter, Zbigniew Brzezinski, conferma che sono stati gli USA e non l'Unione Sovietica ad iniziare la guerra: "Secondo la versione storica ufficiale l'aiuto della CIA ai mujahadeen iniziò durante il 1980, viene detto, dopo che l'esercitò sovietico invase l'Afghanistan il 24 dic 1979. Ma la realtà, finora segretamente trattenuta, è completamente diversa. Effettivamente era il 3 luglio 1979 quando il Presidente Carter firmò la prima direttiva per aiuti segreti agli opponenti del regime pro sovietico di Kabul. E proprio quel giorno scrissi una nota al presidente nella quale gli spiegavo che secondo la mia opinione quegli aiuti avrebbero provocato un intervento militare sovietico...." (Interview with Zbigniew Brzezinski, Le Nouvel Observateur, 15-21 novembre 1998) In altre parole, la guerra sovietico-afghana venne scatenata in seguito agli ordini del Presidente Carter, l'ultimo ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace 2002 Jimmy Carter non solo agiva per scatenare la guerra (che è durata 23 anni), ma fu anche l'architetto del sostegno segreto della CIA al terrorismo islamico. Infatti, si è scoperto che il principale sospetto dell'11/9, il saudita Osama bin Laden, venne reclutato durante quel periodo "ironicamente sotto gli auspici della CIA per combattere gli invasori sovietici". (V. Michel Chossudovsky, War and Globalisation, The Truth behind September 11 , Global Outlook, Shanty Bay, 2002, Capitolo 2) Confermato dall'Afghan Project (http://nsarchive.chadwyck.com/afintro.htm ), che ha raccolto centinaia di documenti della CIA e del Dipartimento di Stato, cablogrammi e memo: nel corso del 1979 la CIA "ha sviluppato contatti" con [cioè ha sostenuto] diverse organizzazioni terroriste islamiche. L'obiettivo non era solamente rovesciare il governo del pro sovietico Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan (PDPA) ma anche scatenare una guerra con l'Unione Sovietica. Nel frattempo, nell'aprile 1979, il primo ministro eletto del Pakistan Zulfilcar Ali Bhutto era stato rovesciato da un colpo di stato militare e condannato a morte per ordine del generale Zia al-Haq. L'amministrazione Carter non solo sostenne il nuovo governo militare, ma lo utilizzò per fare la guerra segreta della CIA in Afghanistan: '[iniziate durante l'amministrazione Carter] le relazioni tra la CIA e l'ISI [l'intelligence militare pakistano] erano cresciute sempre più intimamente in seguito al colpo di stato di [generale] Zia contro Bhutto ed all'avvento del regime militare', ... Durante la maggior parte della guerra afghana, Il Pakistan era più aggressivamente antisovietico perfino degli Stati Uniti. Nel 1980, subito dopo che i sovietici invasero l'Afghanistan, Zia inviò il capo dell'ISI a destabilizzare gli stati sovietici dell'Asia Centrale. La CIA fu d'accordo con questo piano solamente nel 1984.... 'la CIA era più cauta dei pakistani'. Sia il Pakistan che gli Stati Uniti intrapresero la linea dell'inganno sull'Afghanistan, pubblicamente fingendo di negoziare un accordo mentre in privato erano concordi che la strada migliore fosse l'escalation militare. (Diego Cordovez e Selig Harrison, Out of Afghanistan: The Inside Story of the Soviet Withdrawal, Oxford University Press, New York, 1995. V. anche la rassegna di Cordovez e Harrison in International Press Services (IPS), 22 agosto 1995). In cambio, l'addestramento alla guerriglia sponsorizzato dalla CIA veniva integrato con gli insegnamenti dell'islam. Le madrasas vennero istituite da fondamentalisti wahabiti finanziati dall'Arabia Saudita: "Fu il governo degli Stati Uniti a sostenere il dittatore pakistano generale Zia-ul Haq nella creazione di migliaia di scuole religiose dalle quali emersero i germi dei talebani". (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (RAWA), Dichiarazione della RAWA sugli attacchi terroristici negli USA, Centre for Research on Globalisation (CRG), http://globalresearch.ca/articles/RAW109A.html , 16 settembre 2001) Il sostegno degli USA ai mujahideen iniziato durante l'amministrazione Carter portò a pompare "miliardi di dollari nella causa afghana ed a migliaia di zeloti islamici venne impartito addestramento specialistico negli USA ed in Gran Bretagna". (Rassegna del Unholy Wars - Afghanistan, America and International Terrorism, di John Cooley, http://www.neue-einheit.com/mixed/terror/bookreview.htm ): "Negli Stati Uniti essi fecero esperienza con corsi di resistenza, uso delle armi, sabotaggio e tecniche di assassinio, comunicazioni ed altre specialità. Ad essi venne richiesto di impartire queste abilità alle migliaia di combattenti che formavano il centro e la base della piramide della guerra santa". (John K. Cooley, Unholy Wars - Afghanistan, America and International Terrorism, London Pluto Press, 1999, p. 81.) Il generale Zia ul-Haq era un protetto delle amministrazioni Carter e Reagan. Il suo governo giocava un ruolo chiave nel reclutamento e nell'addestramento dei mujahideen: La CIA divenne il massimo coordinatore: acquistando o disponendo la produzione di armi di tipo sovietico in Egitto, Cina, Polonia, Israele ed altrove, o fornendone di proprie; disponendo dell'addestramento militare da parte di americani, egiziani, cinesi ed iraniani; insistendo con paesi del Medio Oriente per donazioni, considerevolmente con l'Arabia Saudita che dava centinaia di milioni di dollari di aiuti ogni anno, totalizzando probabilmente più di un miliardo; facendo pressioni e corrompendo il governo pakistano -- con il quale le relazioni americane recenti erano state molto scarse -- per noleggiare il loro paese come un area ad uso militare ed un santuario; mettendo il direttore delle operazioni militari pakistano, brigadiere Mian Mohammad Afzal, nel libro paga della CIA per assicurarsi la cooperazione pakistana. (Phil Gasper, Afghanistan, the CIA, bin Laden, and the Taliban International Socialist Review, novembre-dicembre 2001, http://www.thirdworldtraveler.com/Afghanistan/Afghanistan_CIA_Taliban.html ) La struttura di base del sostegno segreto della CIA impiantata sotto l'amministrazione Carter venne portata avanti durante la presidenza Reagan. Non vi era alcun disaccordo fondamentale tra democratici e repubblicani riguardo alla condotta della guerra sovietico-afghana: Quando Reagan divenne presidente nel 1981 si trovò un Congresso controllato dai democratici desideroso di aumentare la spesa nella guerra afghana. Un funzionario del Congresso disse ad un giornalista: "E' stata una fortuna [per la nuova amministrazione]. Avevano fronteggiato così tanta opposizione alle operazioni segrete in America Centrale ed ora arriva il Congresso a gettargli addosso il denaro, mettendo il denaro dove e come vogliono. 'Chi è qui per dire no?'"(Ibid) La Direttiva Carter del 3 luglio 1979 In seguito alla Direttiva del Presidente Carter del 3 luglio 1979 il sostegno USA ai vari gruppi ribelli si evolse nella più grande operazione segreta nella storia della CIA. Nelle parole del Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Carter, Zbigniew Brzezinski: "...Quella operazione segreta [a sostegno del fondamentalismo islamico] fu un'idea eccellente. Ebbe l'effetto di attirare i russi nella trappola afghana, e voi volete che ne sia dispiaciuto? Il giorno che i sovietici ufficialmente attraversarono il confine scrissi al Presidente Carter. Noi ora abbiamo l'opportunità di dare all'URSS la sua guerra del Vietnam. Infatti, per quasi 10 anni Mosca dovette portare avanti una guerra insopportabile per il suo governo, un conflitto che causò la demoralizzazione ed infine il crollo dell'impero sovietico. Il giornalista del Nouvel Observateur conclude l'intervista a Zbigniew Brzezinski con la seguente domanda: "E non siete nemmeno pentito di aver sostenuto l'integralismo islamico, avendogli fornito armi e consulenza per futuri terroristi? Al quale Brzezinski replica: "Cos'è più importante nella storia del mondo? I talebani o il crollo dell'impero sovietico? Alcuni mussulmani agitati o la liberazione dell'Europa Centrale e la fine della guerra fredda?" Dopo l'11/9 In un incisivo editoriale pubblicato pochi giorni dopo i tragici eventi dell'11/9, il critico anti-guerra Tom Burghardt punta alle radici storiche di al Qaeda ed alla complicità delle successive amministrazioni dalla presidenza di Jimmy Carter: Mentre emergono prove che i responsabili [degli attacchi dell'11/9] erano collegati all'organizzazione al Qaeda di Osama bin Laden ("La Base"), è anche decisivo che esponiamo le diaboliche radici di questo gruppo: la CIA, la corrotta dinastia saudita e l'Inter-Services Intelligence agency pakistana. Alla classe dirigente americana non importa nulla che due milioni di afghani siano stati uccisi nella "jihad" degli USA contro l'Unione Sovietica. Carter, Reagan, Bush, Brzezinski, Casey...segnatevi questi nomi...essi dovrebbero essere ricordati -- e maledetti -- nei giorni a venire... Se vi dovesse essere un resoconto completo del massacro di martedì scorso [11 settembre 2001] -- ed un pubblico processo dei responsabili -- la giustizia grida per l'incriminazione degli architetti della "resistenza" afghana" [cioè della "base militante islamica"]... (Antifa Bulletin 133, 16 settembre 2001 http://burn.ucsd.edu/archives/ats-l/2001.09/msg00010.html ) La continuità nella politica estera USA La storia della politica estera USA in Asia Centrale suggerisce che la presidenza Carter (1976-1981), mentre portava avanti la retorica della pace e dei diritti umani, era in effetti strumentale per scatenare una guerra che, sotto molti aspetti, ha gettato le fondamenta della attuale "guerra al terrorismo" dell'amministrazione Bush. Tale continuità nella politica estera USA dall'Amministrazione Carter non è in se stessa il risultato del "consenso" tra repubblicani e democratici. Essa indica essenzialmente una crisi della "politica civile". In altre parole, gli apparati militari e di intelligence hanno preso le redini della politica estera in stretto collegamento con Wall Street, le conglomerate petrolifere del Texas ed il complesso militare industriale. Mentre le decisioni chiave vengono prese a porte chiuse alla CIA ed al Pentagono, le istituzioni politiche civili, compresi il Presidente ed il Congresso USA, giocano sempre più un ruolo di facciata. In altre parole, la politica estera USA non proviene dalle istituzioni del governo civile ( cioè il legislativo e l'esecutivo). Esiste perché l'apparato militari-intelligence degli USA -- ed i diversi poteri dietro di esso -- tendono a scavalcare le istituzioni del governo civile nel determinare sia l'agenda militare che quella diplomatica. In questo processo, che ha raggiunto un nuovo stadio durante l'amministrazione di G. W. Bush, il comandante in capo, risponde largamente alle istruzioni di consiglieri chiave. Mentre prevale agli occhi della pubblica opinione l'illusione di una democrazia funzionante, il presidente degli USA è diventato una mera figura per le pubbliche relazioni, visibilmente con poca comprensione dei temi chiave della politica estera. Altri prominenti "Laureati Nobel per la Guerra" sono:1973: Henry A. Kissinger, Segretario di Stato USA dell'Amministrazione Nixon. 1993: Frederik Willem de Klerk, Presidente della Repubblica del Sud Africa durante il regime dell'apartheid. 1994 Shimon Peres, Ministro degli Esteri di Israele. |