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Come funziona l'impero: il secondo binario

di James Petras / 23  dicembre 2002

Introduzione

Nell'anno passato la costruzione dell'impero USA si è largamente concentrata sulla conquista militare, le minacce di guerre regionali ed il massiccio aumento delle operazioni clandestine e di intelligence. Particolarmente dalla guerra e dall'occupazione dell'Afghanistan, l'imminente attacco all'Iraq ed il fallito golpe in Venezuela, il binario militare della politica USA è stato centrale nel dibattito pubblico. Comunque, la politica USA opera su due binari per espandere e consolidare la potenza imperiale, quello militare e quello politico-diplomatico. Persino oggi, mentre i media e gli adepti si concentrano sui preparativi di guerra degli USA, su base giornaliera e su molti dei temi cruciali del giorno, i diplomatici USA, gli agenti di intelligence ed i capi agenzia sono attivi nell'intimidire, corrompere e fare pressioni sui possibili avversari perché accettino e collaborino con l'imperialismo degli USA od almeno si trattengano dal criticarlo. Vengono alla mente numerosi casi in tempi recenti. Per sabotare le operazioni della Corte Internazionale di Giustizia, alla quale gli USA si oppongono, i diplomatici di Washington hanno compiuto con successo pressioni su diversi stati perché firmassero accordi bilaterali che dessero l'immunità ai soldati USA nei loro paesi. La lista comprende Romania, Argentina, Colombia, Gran Bretagna (e naturalmente Israele, che ha colto l'occasione per guadagnare l'immunità per i suoi criminali di guerra), e la lista si sta allungando.

I diplomatici USA sono stati capaci di prevenire la UE ed altri stati membri dal passare tutte le risoluzioni significative su tutti i principali problemi, inclusi i limiti ai carburanti fossili, il surriscaldamento globale e la riduzione della povertà alla conferenza globale di Johannesburg. In relazione a recenti decisioni avverse dell'Organizzazione Mondiale del Commercio riguardanti le pratiche commerciali degli USA, i funzionari commerciali ed i diplomatici hanno minacciato gli europei ed altri diplomatici di gravi conseguenze se avessero realmente applicato le sanzioni approvate dal WTO. Gli europei si sono trattenuti dall'applicare la decisione. E' chiaro che la costruzione dell'impero su due binari correlati nei quali le minacce politiche ed economiche vengono usate per subordinare i concorrenti alleati ed i clienti e sempre sostenute dalla potenza e dalla forza militare o da minacce contro quelli che vengono percepiti come avversari.

Il binario politico-diplomatico viene usato anche per cooptare e/o trattenere l'opposizione in certi paesi clienti, particolarmente un'opposizione che si è convertita da insorgenza popolare a legali politiche elettorali. Il procedimento con il quale il canale diplomatico opera per ridurre al silenzio o limitare legalmente l'opposizione è evidente in una recente conferenza internazionale organizzata per discutere e dibattere il Plan Colombia e la Politica USA e le sue implicazioni per l'America Latina. La conferenza ha avuto luogo in El Salvador il 20-22 luglio 2001 ed è stata sponsorizzata dal Dipartimento di Filosofia dell'Università di El Salvador ed era previsto che si svolgesse nella sala delle conferenze dell'Università.

L'operazione del canale diplomatico

Uno dei principali scopi dei funzionari politici d'ambasciata USA all'estero è quello di trasformare i capi dell'opposizione politica in alleati di Washington. Le tecniche comprendono il convincerli a rinunciare alle azioni dirette di massa (sia armate che pacifiche) per le politiche elettorali. L'ambasciata offre a questi leader la legalità in cambio della separazione dalle lotte di massa per cambiamenti socio-economici fondamentali. Con la legalità e gli impegni istituzionali, i politici d'opposizione sono vulnerabili ad ulteriori pressioni dell'ambasciata per evitare attacchi diretti alla politica USA.

Nel contrastare l'opposizione l'ambasciata utilizza i suoi clientes politici locali e stranieri per rafforzare la posizione politica di Washington - evitando così il confronto diretto e facendo apparire che il dibattito sia tra avversari nazionali o regionali.

Nel nostro caso di studio di intervento diplomatico USA per minare la conferenza di El Salvador i funzionari dell'ambasciata hanno combinato diverse delle tecniche summenzionate per minare l'efficacia della conferenza.

Contrariamente alla propaganda, Washington è più preoccupata della manipolazione politica per imporre l'uniformità a supporto della propria linea politica che nel libero ed aperto dibattito delle idee.

Questo articolo è tratto da un esteso memorandum (al quale nel testo ci si riferisce come MEMO) emesso nel luglio del 2001 dall'ambasciata USA in El Salvador ed ottenuto grazie al Freedom of Information Act.

Il primo punto da mettere in chiaro è che l'ambasciata qualificava l'evento come un esercitazione di propaganda organizzata, nonostante la sua postura accademica e la presenza di diversi autorevoli Premi Nobel (Jose Saromago e Adolfo Perez Esquivel), il presidente del Consiglio Mondiale delle Chiese (l'Arcivescovo argentino Pagura), l'allora Presidente del Parlamento algerino (Ahmed Ben Bella) e due ben noti professori dal Messico e dagli USA - Heinz Dieterich e James Petras. Gli sponsor comprendevano il partito del Forabundo Marti National Liberation (FMLN), principale partito d'opposizione, diverse fondazioni locali e ONG degli USA.

Secondo il memo, un funzionario dell'ambasciata (Poloff) "disse francamente e fermamente... con membri dell'FMLN che il comunicato stampa (critico verso gli USA) era retorica infiammatoria e ci sarebbero stati due seri svantaggi nel proseguire in questo modo la conferenza". Tra i seri svantaggi per l'FMLN, Poloff menzionò che "l'FMLN avrebbe danneggiato la propria immagine, dimostrando che preferiva datati attacchi agli USA invece che una discussione responsabile su seri argomenti". Mettendo sulla difensiva il funzionario dell'FMLN (Eugenio Chicus, il consigliere dell'FMLN nel comitato affari esteri della legislatura), quest'ultimo notò che l'FMLN non poteva controllare ciò che gli altri partecipanti dicevano. Poloff insisteva che "come organizzatore l'FMLN dimostrasse la responsabilità annunciata" e giunse ad avvertire che "se non avesse preso le distanze dalla retorica infiammatoria, si sarebbe tacitamente associato a quei commenti".

Questo memo solleva diverse importanti questioni. Primo, che l'ambasciata chiaramente minaccia di rappresaglie un partito politico - seri svantaggi - che implicano un ritorno all'illegalità dal momento che il funzionario dell'ambasciata pretende che la sua immagine (come partito elettorale legale) sia danneggiata dal tornare a datati attacchi agli USA (un riferimento alla politica antimperialista dell'FLMN quando rappresentava la rivolta popolare).

L'uso dell'ambasciata di retorica violenta ed iperbolica per riferirsi ai punti di vista dissenzienti dei vincitori del Premio Nobel, vescovo ed accademici come metodo per screditare la conferenza è una tecnica destinata a ricordare all'FMLN che una condizione per la tolleranza degli USA è che esso desista dalla critica sistematica alla costruzione dell'impero USA.

La strategia USA era basata sul fare pressione sull'FMLN per far cessare l'orientamento critico della conferenza ed operare secondo i parametri dettati dall'ambasciata.

La pretesa di Washington di favorire una discussione responsabile di seri argomenti è un semplice trucco della propaganda, facendo appello allo stile non di confronto dei consiglieri legislativi dell'FMLN come minoranza del parlamento salvadoregno. In realtà l'ambasciata aveva disegnato la propria strategia per contrastare la conferenza e la sua copertura da parte delle principali reti di news. L'ambasciata si mise al lavoro per reclutare giornalisti e politici colombiani "benevoli" per "assicurare che il punto di vista degli USA venga espresso chiaramente" (memo). La strategia era di trovare rispettabili giornalisti colombiani ed una "voce ragionevole della sinistra" per gli USA in El Salvador perché si incontrasse con funzionari governativi e scrittori di istituti di ricerca di destra, per fornire loro le argomentazioni che presumibilmente avrebbero poi portato in El Salvador per contrastare la conferenza. Tra le persone che avrebbero influenzato il rispettabile giornalista colombiano Eduardo Torres, conduttore in tre canali televisivi ed opinionista del quotidiano conservatore colombiano El Diario de Hoy, uno era Francisco Santos, uno dei proprietari del maggiore quotidiano di Bogotà El Tiempo, che secondo l'ambasciata avrebbe presentato il punto di vista degli USA. Non è chiaro se Santos fosse un'attività dell'intelligence USA, ma oggi egli è vicepresidente della Colombia sotto il presidente Uribe, passato e presente organizzatore delle squadre della morte paramilitari.

La ricerca dell'ambasciata di "una voce ragionevole della sinistra" è una manovra comune, nella quale individui con un qualche passato di sinistra ed un leggero atteggiamento critico verso l'ordine esistente vengono cooptati per fare il lavoro sporco di screditare critici prestigiosi come quelli invitati alla conferenza. Usando le credenziali autoattribuitesi di attivisti per i "diritti umani" essi hanno passato la maggior parte del tempo ad attaccare la sinistra ed a lodare le retoriche preoccupazioni di Washington. Le loro opinioni vengono amplificate: come dichiara il memo, "potremmo riesaminare con teleconferenze tra i giornalisti e specialisti colombiani dei settori pubblico e privato . In aggiunta Post (un agente dell'ambasciata) farà in modo che i media ed i contatti interessati" siano informati.

Conclusione

L'ambasciata non ebbe successo nell'impedire la conferenza, ma fece pressioni sull'Università perché all'ultimo momento negasse della sala conferenze dell'Università e limitasse la copertura dei media oltre le diverse centinaia che erano alla conferenza.

La strategia a due binari è evidentemente una componente importante della costruzione dell'impero. Nel contesto salvadoregno essa include il binario 1, l'intervento militare degli anni '80 e l'uccisione di oltre 75.000 salvadoregni, seguito dal binario 2, i cd accordi di pace, la legalizzazione dell'FMLN, la pressione e le tattiche di cooptazione. La strategia del doppio binario si affida pesantemente a "contatti personali", minacce di rescindere lo stato legale, la "buona volontà" dell'ambasciata ed in alcuni casi la cooptazione di elementi di sinistra ragionevoli che abbiano accesso ai medi e che possono essere usati per screditare la sinistra.

La sfida per la sinistra è quella di concentrare la sua opposizione contro entrambe i binari: opporsi alla militarizzazione ed anche all'intimidazione diplomatico-politica ed alla cooptazione. La sinistra deve rigettare la retorica imperiale che etichetta l'"antimperialismo" come "datato", che parla di ragionevoli preoccupazioni per i diritti umani mentre ingaggia una campagna globale per violarli. La costruzione dell'impero è un processo integrato che combina violenza e diplomazia, repressione e cooptazione - non ci sono "buoni diplomatici" e "cattivi militaristi", essi lavorano in tandem per promuovere gli stessi obiettivi imperiali: essi non sono su binari paralleli - i due binari convergono in un mondo dove le voci di resistenza vengono messe a tacere con la violenza e le "voci ragionevoli della sinistra".