GuidaMacropolis
ArchivioPositivo aaaaaaArchivioNegativo aaazaaaNovità aaaaaaaa

 

 

Segnala questa pagina: * * * Save to i89 * * post<li>

 

Una tessera importante del puzzle

di Carol Brouillet

Una estesa rassegna dell'eccellente libro di Richard Labeviere  Dollars for Terror- The United States  and Islam, Algora Publishing 2000, con recenti articoli e ricerche sugli attacchi al WTC/Pentagono, sulla complicità dei servizi di informazione che crearono la rete terroristica, e come il fondamentalismo islamico sia complementare alla globalizzazione capitalistica, sull'attuale guerra per il controllo delle risorse in una delle più importanti aree strategiche del mondo, ed anche sulla cosiddetta " guerra al terrorismo ".

Una tessera importante del puzzle

Dollari per il terrore-Gli Stati Uniti e l'Islam by Richard Labeviere, Algora Publishing, New York, 2000

Nel 1994 l'amico di Labeviere Alì, un musulmano, venne assassinato da un'organizzazione islamica. Alì si opponeva furiosamente ai fondamentalisti islamici che "mutilano la loro religione e tradiscono loro paese," (1) così diceva a tutti coloro che lo ascoltavano. Così Labeviere cominciò ad investigare per cercare di capire il perché della morte del suo amico.

Le tracce portavano inevitabilmente verso i circuiti finanziari del terrorismo - le banche, le imprese, sia legali che  illegali, fino alle strutture ufficiali e segrete della finanza saudita, la Fratellanza Musulmana, le monarchie del petrolio alleate degli Stati Uniti, fino alle agenzie di informazione che hanno incoraggiato la rete terroristica islamica, la CIA e le sue controparti saudita e pakistana.

Basato su un centinaio di interviste, numerose investigazioni giornalistiche, anni di ricerche d'archivio e viaggi, Labeviere interpreta con difficoltà la nozione che gli Stati Uniti siano un faro di democrazia. L'ambizione imperiale americana viene nutrita dall'alleanza con i fondamentalisti islamici, nuovi circuiti mondiali del crimine organizzato, un ibrido transnazionale di affari e politica. L'ideologia islamica si mescola perfettamente e si complementa con il neoliberismo dove il vero Dio e il denaro. La subordinazione di tutto, confini nazionali, istituzioni, culture, stati e nazioni, alla ricerca del profitto è la pietra miliare di un Nuovo Ordine Mondiale (NWO) totalitario. Tale ordine sovranazionale formato dalle più ricche e potenti multinazionali che minacciano i vari governi usando l'Organizzazione Mondiale del Commercio, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale... coercizione militare, fa da complemento al fondamentalismo islamico, che cerca principalmente di accumulare denaro e potere, distruggere visitati secolari, far diventare cittadini sudditi, ed azzerare i diritti delle donne.

Nel suo capitolo - "I mercenari della globalizzazione" Labeviere scrive –

“Questo enorme progetto di costruzione mondiale richiede sovrintendenti locali al progetto stesso, finanzieri, mafie, società di polizia privata è mercenari assoldati in Algeria, in Bosnia, in Cecenia, in Afghanistan e nelle Filippine, laboratori sperimentali che prosperano, come dice Oliver Roy, nello “spazio deterritorializzato ai margini dell'Islam”. All'alba del ventunesimo secolo, nuovi alvei di agitazione islamica si stanno sviluppando in Niger, Madagascar e Zanzibar e, attraverso la proliferazione delle bande armate, in Sudafrica come in Brasile.

“Impegnati in una infernale spirale di violenza che spazza via dalla mappa interi villaggi, deliquenti locali minori – auto proclamatisi ‘emiri’ – non fanno alcuna distinzione tra il fanatismo religioso ed il banditismo. Questa alleanza ha come obiettivo meno i contestati apparati statali che la società civile – artisti, giornalisti, intellettuali, sindacalisti, donne senza velo – dandogli la caccia senza sosta e quindi rafforzando le loro conquiste col furto, il racket ed una selvaggia presa di controllo del territorio. Concentrando l’attenzione verso la difesa dei loro sistemi di arricchimento dal pertrolio, dal gas e da attività di import-export, i capi delle forze di sicurezza hanno lasciato il loro compito a milizie private, a così tanti gruppi di vigilantes che, allo stesso modo, finiscono nel perseguire il proprio particolare tornaconto…”

Il traffico d’armi e di droga vanno di pari passo, e spuntano ovunque la CIA si impegni per qualche tempo in operazioni coperte. “Lungi dal porre ostacoli alla nuova configurazione del capitalismo globale, l’ideologia islamica sta divenendo parte di una nuova sovrastruttura. Essa procura…reti di banditismo militare che si fondono molto facilmente nei filamenti delle reti del crimine organizzato, lo stadio supremo del capitalismo”. Il grande affare è il riciclaggio del denaro sporco, New York, Londra, la Svizzera gestiscono petrodollari ed anche approssimativamente 500 miliardi di dollari (nel solo 1997 secondo l’FMI) di denaro sporco, “tra il 1989 ed il 1997, circa 800 miliardi di dollari sembrano essere come scomparsi dalla contabilità del pianeta”.

“Osama bin Laden è la perfetta incarnazione della ‘privatizzazione’ del terrorismo islamico. Egli gode di solida fiducia ai più alti livelli della finanza internazionale, dove controlla un patrimonio di più di 3 miliardi…”

Labeviere esamina nei dettagli nel capitolo successivo “Gli ‘Afghani’ della CIA e la loro rete”-

“Successivamente un finanziere, un signore della guerra, un leader politico ed un predicatore, bin Laden è un autentico prodotto dei servizi di informazione americani. Da dove trae le sue immense risorse? Per chi lavora attualmente? Ha realmente rotto i rapporti con i suoi ex datori di lavoro?”

Labeviere dipinge un dettagliato panorama dell’evoluzione di una speciale relazione saudita-USA-movimento islamico da quando Theodore Roosevelt fece il suo primo accordo col re Ibn S’aud nel febbraio 1945 a bordo del Quincy. Il regno detiene il 26% delle riserve di petrolio mondiali conosciute e provvederà alla maggior parte dei bisogni di carburante dell’America a prezzi moderati per sessanta anni. Le società petrolifere sono ora  dei semplici affittuari e nel 2005 i pozzi, le installazioni ed il materiale ritorneranno in possesso della monarchia. L’aggio pagato al re va da 18 a 21 cents per gallone per ogni barile di petrolio. In cambio gli USA sosterranno incondizionatamente la stabilità del regno internamente ed esternamente. (Una monarchia che decapita 200 persone all’anno…) Non nel contratto, ma in cambio i sauditi hanno investito circa 350 miliardi di dollari negli USA ed hanno sviluppato una quasi esclusiva associazione economica, commerciale e finanziaria.

Come i movimenti cristiani e cattolici, il movimento islamico è complesso e stratificato con i sunniti in competizione con gli sciiti. L’Arabia Saudita (sunnita) ha fatto tutto il possibile per contrastare l’accrescita influenza dell’Iran shiita dal 1979. Ogni movimento sostiene probabilmente di aiutare “la causa” ed il vincitore impersonificherà il futuro politico del “vero Islam”. Le monarchie del petrolio danno senza contare e senza chiedere conti, ma l’Iran ha confinato sé stesso nel dare assistenza dove può avere un certo grado di controllo.

Vi sono i Fratelli Musulmani, creati in Egitto nel 1929 da Hassan al Banna, il cui messaggio condanna i principi della separazione tra stato e religione, e stabilisce come obiettivo del suo movimento lo stato teocratico. Egli scrisse “L’Islam è dottrina, adorazione divina, patria, nazione, religione, spiritualità, il Corano e la spada”. Ispirato a Mussolini, il programma economico rivela la più diretta relazione a quello poi attuato nella Germania nazista ed Italia fascista: la politica sociale prevedeva una nuova legge sul lavoro, fondata sulle corporazioni. Un membro svizzero del consiglio di amministrazione una delle banche maggiormente usata dai Fratelli Musulmani spiegò cosa egli chiamava la “grande unificazione” tra l’Islam e l’occidente cristiano facendola risalire all’Ahnenerbe, l’associazione nazista di studi esoterici, cioè i legami che vennero intrecciati tra l’Islam e l’estrema destra neonazista.

Vi sono numerosi Fratelli Musulmani con vaste reti finanziarie. Al Sharif del Cairo, che ha avuto un giro d’affari di oltre 1 miliardo di dollari, nel solo 1994 ha distribuito 760 milioni di dollari a centri artistici, associazioni di beneficenza ed istituti di ricerca. Le associazioni di beneficenza, le scuole, ricevono i fondi a talvolta mascherano quelli destinati alle armi ed a scopi più militanti. Mercy International è speccializzata in “azioni umanitarie, specialmente in caso di catastrofi naturali e guerra”. In aggiunta procura armi all’esercito della Bosnia e recluta mercenari e “volontari internazionali” per quel paese. Essa dichiara un bilancio lordo di 2 milioni di dollari e fa anche da canale per l’invio di armi all’Esercito di Liberazione del Kosovo (KLA o UCK).

I Fratelli Musulmani hanno una lunga storia di violenza ed omicidi politici. Nel 1964 Nasser tentò di “riabilitarli per contrastare” la crescente influenza dei comunisti, ed essi cominciarono a ricevere aiuti dalla CIA. Essi erano uno “strumento” perfetto per il conflitto a bassa intensità prediletto dalla CIA.

Labeviere illustra tutto ciò chiaramente descrivendo le ragioni degli attentati del 1998 alle ambasciate, la divergenza tra il messaggio pubblico di rappresaglia dato dagli USA ed il più sottile messaggio inviato ai responsabili. Semplificando la meticolosa districazione della situazione politica del Sudan fatta da Labeviere, un leader del gruppo estremista “Ghazzi Salah Ed -Din Atabani”, che fa parte della squadra di bin Laden, finanziò gli attacchi nel tentativo di rafforzare un gruppo in via di sconfitta che faceva fronte alla possibile perdita delle proprie reti affaristiche a causa della guerra civile. Per isolare il leader politico Tourabi e bloccare i colloqui di pace, le ambasciate vennero colpite.

Nonostante i pubblici discorsi, l’accusa all’Iraq di coinvolgimento nella fabbricazione di armi chimiche di distruzione di massa, e l’elevazione di Osama bin Laden al rango di Nemico Mondiale Numero Uno, gli USA per rappresaglia scelsero di bombardare la fabbrica farmaceutica di Al Shifa, non di proprietà di bin Laden, per mandare un messaggio chiaro ai responsabili –

“gli americani dissero molto chiaramente: non vogliamo distruggere la base economica vitale al paese, ma solamente gli interessi di coloro che stanno ostacolando il processo di pace con la ribellione nel sud. Sappiamo chi sono i “falchi” che si oppongono a tale processo. Sappiamo anche perfettamente quali sono i loro interessi economici”.

“E’ riconosciuto che il principale socio silenzioso degli attacchi di Nairobi e Dar es Salaam, il sudanese Salah Ed-Din, è un uomo di Osama bin Laden, e che il milionario saudita abbia veramente finanziato tali operazioni; ma nessuno può seriamente asserire che fosse “il cervello” dietro gli attacchi.

“…bin Laden poi ritornò in Afghanistan; questo trasferimento venne eseguito, secondo molte fonti qualificate, sotto la protezione dei servizi segreti sauditi, e la luce verde data dalla CIA”.

Se la CIA ed i sauditi avessero voluto prendere bin Laden ne avrebbero certamente avuto la possibilità dall’epoca degli attacchi alle ambasciate in Africa del 1998, ma vi è grande disparità tra il dramma messo in scena sul palcoscenico mondiale e la politica degli attacchi terroristici.

La vecchia strategia del “divide et impera” è lo strumento preferito dagli strateghi americani, particolarmente in Asia centrale dove viene giocata la “Grande Partita”. Zbigniew Brezinski, presidente del Consiglio di Sicurezza Nazionale nel 1978 fu “responsabile di aver messo in piedi (in collaborazione con la CIA ed i servizi di informazione sauditi e turchi) reti di propaganda islamica intese ad infiltrare le organizzazioni nazionaliste musulmane nelle repubbliche sovietuche dell’Asia centrale. Armi e Corani stampati nelle monarchie del Golfo vennero introdotti in Uzbekistan, Tajikstan and Turkmenistan in grande quantità...Inoltre Brzezinski è fiero del suo ruolo nell’aver indotto il coinvolgimento della CIA in Afghanistan 6 mesi prima dell’invasione sovietica che aiutò ad accelerare il crollo della stessa e causò un vuoto di potere in Asia centrale.

Il coinvolgimento islamico ha continuato a preparare il terreno per l’attuale maggiore coinvolgimento degli USA in Asia centrale.

Labeviere in un recente articolo ha scritto che la CIA ha incontrato bin Laden lo scorso luglio. Le sue cronache sugli stretti legami tra ISI, Pakistan, Arabia Saudita, bin Laden, la rete Al Qaeda mostrano che sarebbe stato quasi impossibile per gli USA non avere previa conoscenza degli attacchi al World Trade Center. L’attacco permise al governo USA di guadagnare il sostegno pubblico per la loro presunta “Guerra al terrorismo” ed aiutò a giustificare la loro presenza nell’area più strategica e più ricca di risorse al mondo. La guerra ha anche permesso agli USA di usare tattiche naziste per eliminare le libertà civili e militarizzare le forze di sicurezza all’interno dgli Stati Uniti.

Il velo di segretezza calato sull’America fa pensare ad un’altra epoca. Documenti declassificati in base al Nazi War Crimes Disclosure Act del 1998 “fanno nuova luce su quello che i servizi informazione americani e britannici sapevano dei piani di Hitler per gli ebrei già all’inizio della II Guerra Mondiale. Il 20 marzo 1942 un documento ottenuto furtivamente compare negli archivi del Coordinator of Information (COI) degli USA, un predecessore dell’ Office of Strategic Services (OSS) e della Central Intelligence Agency. Il documento è una copia tradotta di un dispaccio archiviato da un diplomatico cileno il 24 novenbre 1941, che il COI ricevette qualche tempo dopo dai servizi informazione britannici. Esso chiaramente parla dell’intento dei nazisti di sradicare l’ebraismo dall’Europa.

“Il rapporto, fatto da un diplomatico con sede a Praga, parla dei piani nazisti di distruzione del “semitismo”, di “sradicazione” europei. E’ stato consegnato a David Bruce, capo della divisione Informazioni Segrete del COI, che lo inoltrò ad un assistente amministrativo di William J.Donovan, che fu il Coordinatore dei Servizi di Informazione prima di prendere la guida dell’OSS. Nel documento non è indicato se altri americani possano averlo visto.

I documenti aggiungono nuovi dettagli alla pluriennale discussione su quanto l’occidente sapeva al tempo sull’Olocausto. Thomas H. Baer disse: “Agli alleati non arrivarono mai avvertimenti di un programmato sterminio degli ebrei europei. Gli assassini nazisti dipendevano dal segreto e dal sottefugio. Gli avvertimenti non avrebbero fermato l’Olocausto, ma avrebbero potuto salvare vite”. L’ex deputato USA Elizabeth Holtzman disse: “I documenti recentemente classificati aiutano ad indicare con precisione quanto i nostri funzionari governativi sapevano sull’Olocausto quando lo seppero. La domanda successiva è perché il nostro governo – per non parlare di quello britannico – non fece niente in risposta. E’ insopportabile pensare che piani per ‘sradicare’ la popolazione ebrea fossero oggetto di tanta indifferenza”.

Milioni di vite sono attualmente in pericolo in Afghanistan, ed avvisi di genocidio per fame e privazioni non hanno ancora penetrato il velo di segretezza di ciò che sta realmente accadendo in quel paese o perché gli USA abbiano lanciato così tante bombe.

All’epoca alla quale il libro di Labeviere fu scritto, “il principe Turki, capo dei servizi segreti sauditi per più di 20 anni, un obbligato amico della CIA, fece abbondante uso delle reti di bin Laden”; egli diede le dimissioni dal suo incarico meno di due settimane prima degli attacchi al WTC ed al Pentagono.

Mentre scrivo, l’Alleanza del Nord ha sconfitto i talebani ed è in programma a Bonn una conferenza per stabilire il destino dell’Afghanistan. Proprio come negli scacchi, vengono compiuti attacchi econtrattacchi che costano milioni di vite. Si parla poco dei costi umani o ambiantali della guerra, ma l’”accordo” sarà sul “premio”, le favolose riserve di petrolio, gas e minerali dell’Asia centrale, il controllo di territori chiave. Chi sarà al tavolo delle trattative? I rappresentanti del Nuovo Ordine Mondiale, al selvizio delle potenti forze dietro all’OMC, all’FMI, alla Banca Mondiale, alle multinazionali totalitarie. Finchè la guerra, la droga, produrranno profitti, il terrore e la paura saranno gli strumenti scelti dai ricchi e potenti per giustificare “estreme misure di sicurezza” e controllare i civili.

Le tessere del puzzle sono messe insieme da coloro che cercano di dare un senso alla “violenza” che ha reclamato così tante vite. Certamente l’Afghanistan nen fu bombardato per eliminare bin Laden o la sua rete. Il Pakistan e l’Arabia Saudita, che aiutarono a creare la “rete afghana” non sono stati implicati in alcun modo.

Nonostante l’improvviso pensionamento del principe Turki lo scorso agosto, e le precipitose dimissioni del Ten. Gen. Mahmoud Ahmad dall’ISI pakistano in seguito alla rivelazione che egli aveva dato 100.000 al capo degli attentatori del WTC, non viene detto nulla sulla stampa ufficiale del loro importante ruolo nel creare la rete incolpata degli attacchi e nemmeno del continuo ruolo di sostegno della CIA.

In altra epoca importanti industriali cercarono di convincere Smedley Butler ad essere “l’uomo di facciata” di un colpo di stato per rovesciare F.D. Roosevelt ed instaurare un regime fascista, ma egli rifiutò e, nel 1933, scrisse:

“La guerra è un autentico crimine. Un crimine che è, credo, un qualcosa che non è ciò che sembra alla maggior parte della gente. Solamente un ristretto gruppo sa cosa c’è sotto. E’ condotta a beneficio di pochissimi ed a danno delle masse.

Credo in una adeguata difesa delle coste e null’altro. Se un’altra nazione viene qui per combattere, allora combatteremo. Il problema dell’America è che un dollaro qui guadagna solamente il 6%, allora si sente a disagio e va all’estero per guadagnare il 100%. Poi la bandiera segue il dollaro ed i soldati seguono la bandiera.

Non andrei nuovamente in guerra, come ho fatto per proteggere degli sporchi investimenti di banchieri. Vi sono solamente due cose per le quali dovremmo combattere. Una è la difesa delle nostre case e l’altra e la difesa della Costituzione. La guerra per una qualsiasi altra ragione è semplicemente un crimine.

Non vi è trucco nel repertorio criminale che la gang militare non conosca. Vi è la propaganda per indicare i nemici, i “muscoli” per distruggere i nemici, i “cervelli” per pianificare le operazioni di guerra e un “Big Boss”, il capitalismo sovranazionale.

Può parere strano che io, un militare, usi simili paragoni. L’amor di verità mi obbliga a farlo. Ho passato 33 annie 4 mesi in servizio militare attivo come membro della più agile forza militare di questo paese, il Corpo dei Marine. Ho servito in tutti i ranghi da sottotenente a Maggiore Generale. E, durante questo periodo, ho passato la maggior parte del mio tempo a fare “l’uomo dei muscoli” d’alta classe per il Big Business, per Wall Street e per i banchieri. In breve, sono stato un criminale, un bandito al servizio del capitalismo.

A quel tempo sospettavo solamente di essere parte del racket. Ora ne sono certo. Come tutti i militari, non ho mai pensato con la mia testa finchè non ho lasciato il servizio. Le mie facoltà mentali rimanevano in animazione sospesa mentre obbedivo agli ordini dei superiori. Ciò è tipico per chiunque svolga la professione militare.

Ho aiutato a rendere il Messico, specialmente Tampico, sicuro per gli interessi petroliferi americani nel 1914. Ho aiutato a fare di Haiti e Cuba un posto decente perchè i ragazzi della National City Bank potessero raccogliervi guadagni. Ho aiutato nel violentare mezza dozzina di repubbliche del Centro America per i benefici di Wall Street. Il record di crimini è lungo. Ho aiutato a purificare il Nicaragua per la banca internazionale Brown Brothers nel 1909-1912. Ho portato la luce nella Repubblica Dominicana per gli interessi dell’America nello zucchero. In Cina ho aiutato perché la Standard Oil potesse agire indisturbata.

Durante quegli anni ho avuto, per così dire, un’attività criminale rigogliosa. Guardando al passato, sento che avrei potuto dare ad Al Capone alcuni consigli. La cosa migliore che poteva fare era svolgere la sua attività in tre distretti. Io ho operato in tre continenti.”

-Major General Smedley Butler USMC, 1933.

Per il bene del mondo, di tutti i esseri civili,  di quel che rimane della democrazia, noi dobbiamo sollevare il velo della segretezza, esporre l’ipocrisia della guerra e dell’elite dominante la cui ricerca di profitti fa cadere una pioggia di sofferenze sugli esseri viventi.

cbrouillet@igc.org | www.communitycurrency.org