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  Crack Enron, un quarto di secolo di carcere per l'ex ceo Skilling

A quasi cinque anni dal collasso del gigante energetico Enron, l'ex amministratore delegato Jeffrey Skilling è stato condannato da un tribunale federale di Houston a 24 anni e quattro mesi di carcere per il suo ruolo nello scandalo più grave della storia aziendale degli Stati Uniti.

Il giudice distrettuale Sim Lake ha ordinato gli arresti domiciliari per Skilling, 52 anni, fino a quando le autorità carcerarie non faranno scattare il periodo di reclusione nel carcere di Butner, in Carolina del Nord. All'ex dirigente dell'azienda, che sconterà la pena più severa comminata fino a questo momento nell'ambito dell'indagine, è stato applicato un bracciale elettronico.

Skilling è stato riconosciuto colpevole a maggio di 19 dei 28 capi di imputazione per frode, associazione a delinquere, insider trading e false dichiarazioni contestatigli. Nell'udienza conclusiva durata due ore, l'ex Ceo ha insistito fino all'ultimo sulla sua innocenza e al contempo ha espresso rammarico per il suo ruolo nello scandalo. Quel ruolo secondo il tribunale è costato la perdita di migliaia di posti di lavoro, oltre 60 miliardi di dollari in azioni Enron e 1,6 miliardi in fondi pensione dei dipententi. L'ex direttore finanziario Andrew Fastow è stato condannato a sei anni, in cambio della cooperazione con gli inquirenti. La sentenza di Skilling è comunque più lieve rispetto a quella comminata all'ex amministatore delegato di Worldcom Bernard Ebbers, che è stato condannato a 25 anni di carcere per il suo ruolo nel crack da 11 miliardi dell'azienda.

Skilling è rimasto con le mani basse senza lasciare trasparire alcun segno di emozione alla lettura della sentenza, con il suo legale Daniel Petrocelli al fianco. «Vostro onore - ha detto - io sono innocente per queste accuse. Sono innocente per ciascuna di queste accuse». L'ex amministratore ha anche smentito le illazioni sulla sua mancanza di rimorsi. «Nulla è più lontano dalla verità - ha detto - è stata durissima per me, e incredibilmente dura per la mia famiglia». Il 25 maggio la giuria popolare del tribunale di Houston, otto donne e quattro uomini, hanno emesso sentenza di colpevolezza nei confronti dell'ex presidente Kenneth Lay e dell'ex amministratore delegato Jeffrey Skilling. Lay è morto all'inizio di luglio per un attacco cardiaco nella sua residenza di Aspen in Colorado e le pene sono state estinte. L'ex presidente era stato condannato anche per truffa ai danni di tre banche e di false dichiarazioni in un caso secondario rispetto a quello deciso dalla giuria popolare. Lay era accusato di aver truffato tre banche (Bank of America, Chase Bank of Texas e Compass Bank) da cui aveva preso in prestito 75 milioni di dollari tra il 1999 e il 2001 con l'impegno a non utilizzarli per comprare azioni o fondi di investimento.

Lay e Skilling, secondo la giuria, erano stati pienamente a conoscenza e avevano anche incoraggiato gli illeciti contabili compiuti dall'ex direttore finanziario Andrew Fastow. Quest'ultimo aveva creato due entità esterne, ribattezzate Ljm1 e Ljm2, e le aveva utilizzate per nascondervi il debito della Enron. Agli occhi degli investitori dunque l'ex-colosso dell'energia godeva di ottima salute e gli esperti ne tessevano le lodi tanto che la Enron era considerata la settima azienda americana per capitalizzazione di mercato e Skilling il secondo miglior amministratore delegato del paese. Il quadro visto dal di dentro era invece ben diverso. I debiti dell'azienda continuavano a crescere e i vertici aziendali, sempre più preoccupati che gli investitori potessero averne sentore, incitavano i sottoposti, tra cui lo stesso Fastow, a trovare modi per nascondere il debito. E senza ombra di dubbio è stata proprio la testimonianza dell'ex direttore finanziario a incastrare Skilling e Lay alle loro responsabilità.