- La
speranza in una terra, in un luogo di felicità, fa parte
della struttura profonda degli uomini come esseri di desiderio
(Henry Laborit, Elogio alla fuga, Mondadori, Milano, 1982).
Ogni volta che l’uomo si avvia, con la speranza di salvarsi, verso
terre lontane deve essere sicuro che si tratti di terre immaginarie.
Qualsiasi meta concreta gli si prometta è un inganno. L’andare
è metafora della vita, e la meta esiste soltanto come sogno
che non si realizzerà, che non potrà, non dovrà
realizzarsi mai. Sfruttare il bisogno di camminare verso il sogno,
da parte dei governanti, per indurre i sudditi al sacrificio rappresenta
la più violenta, la più ignobile arma del potere.
(Pag.9)
- Il
progetto dell’Unione è il frutto (a parte molte altre motivazioni
politiche che analizzeremo in seguito) della visione cristiano-comunista
che domina in quasi tutti gli Stati europei dalla fine della Seconda
Guerra Mondiale. Il comunismo è l’ultimo frutto del cristianesimo.
(Pag. 11)
- Il
progetto europeo, con l’omologazione degli Stati e dei cittadini,
è un’idea comunista. Infatti si regge, a
sua giustificazione, per prima cosa su strutture economiche. (Pag.
12)
- In
Europa è stata silenziosamente assorbita la sua (di Marx)
lezione: è l’economia che dirige il mondo.
Gli economisti si sono accorti che questa era un’arma che li poneva
a capo di qualsiasi sistema sociale, mettendo nelle loro mani
tutto il potere. Così, oggi, sono gli economisti a guidare
le organizzazioni mondiali più importanti. In base al solito
meccanismo dell’assolutizzazione che spinge gli uomini a compiere
sempre lo stesso errore, quello di affidarsi a un unico principio:
le leggi dell’economia, malgrado nessuno possa dimostrarne l’obiettività
scientifica, sono assunte al rango di verità indiscutibile,
di vera e propria religione. (Pagg. 12-13)
- È
mancata a Marx l’intelligenza di un grande antropologo, Franz
Boas, il quale, osservando con quanta fatica meticolosa alcune
tribù di amerindiani tessevano degli elaborati disegni
sull’orlo delle coperte, non riuscendo a vederne lo scopo, ne
ha tratto la più "umana" delle conclusioni: anche
i disegni fanno caldo. (pagg. 14-15)
- È
lo stesso meccanismo in base al quale si costringono i popoli
più deboli a fare la volontà dei più forti
(per il loro bene, s’intende), dipingendo i propri cannoni di
bianco e dandogli il nome di "forze di pace". A che
pro sparare se si può raggiungere lo stesso risultato senza
tirare neanche un colpo? Il sorriso eternamente
presente sulla faccia dei potenti di oggi ha la stessa funzione
del cipiglio eternamente presente sulla faccia dei potenti di
ieri: convincere i sudditi a obbedire. Con una sola
differenza: il cipiglio non li ingannava tanto quanto li inganna
il sorriso. Il sorriso riassume, infatti, e rende manifesto il
nuovo modo di governare il mondo, quello stesso che ha portato
a progettare l’Unione europea: obbligare i popoli a realizzare
i disegni dei potenti "per amore". (pag. 22)
- Ma,
di fatto, è solo con un riconoscimento di identità
fra un territorio e un popolo di lunghissima formazione che si
può parlare di "una cultura", e quindi di "una
nazione". Nazione e Differenza sono inscindibili. La
rivendicazione del diritto a uno Stato Nazionale è la rivendicazione
del diritto alle differenze. Ebbene, è proprio
questo che l’Unione Europea si è proposta di eliminare:
le differenze. Il modo con il quale il valore "uguaglianza"
viene piegato all’annientamento della libertà ha
assunto, in Europa, un ritmo veramente feroce. (pag.31)
- Visto
che l’istruzione dovrà seguire "indirizzi comuni",
non abbiamo che da aspettare le nuove norme: l’Europa provvederà
al Bene delle Lingue. Questo, infatti, è lo scopo ultimo,
quello vero, dell’operazione politica dell’uguaglianza. Disgregare
l’Io dei popoli, disgregando l’Io dell’individuo, in modo da poterlo
dominare con una nuova forma di sudditanza, al posto di quella
andata perduta con la sparizione degli ordini e delle classi già
codificati. È un bisogno insopprimibile di chi governa
considerare, e quindi ridurre, ad essere del tutto omologhi i
governati. Sparita l’omologazione per classi, se ne è stabilita
un’altra: i sudditi sono tutti uguali in quanto "lavoratori".
Se qualche variazione si affaccia, questa, comunque, rimane
e deve rimanere all’interno del "lavoro": disoccupati,
pensionati, invalidi. (Come vedremo è questo uno dei motivi
fondamentali della disoccupazione che affligge l’Europa). (pag.
37)
-
Cancellare
l’appartenenza a un determinato territorio, e all’identità
di gruppo che questa appartenenza comporta, significa
cancellare il "senso". Operazione di una violenza
inaudita che nessuno scopo può giustificare. Ma anche,
e soprattutto, operazione ottusa e fallimentare perché
è proprio così che i popoli e le culture scompaiono:
quando perdono il senso della loro esistenza. (pag.40)
-
La
lingua nasce sempre prima, e durante, un processo di identificazione,
mai dopo, in quanto è lo strumento indispensabile e fondamentale
perché un popolo si riconosca come tale. (pag. 41)
- Elimina
i governi nazionali con un governo sopranazionale, e anche se
formalmente il governo nazionale rimane perde la sua importanza
in quanto diventa esecutore di quello sopranazionale. Insomma,
cambia del tutto il significato del Potere. Ci sarà
un gruppo di Imperatori, i "Venti", che siederanno
nella Commissione che governa l’Europa ed è a questo posto
che aspirano i vari fanatici europeisti che imperversavano in
Italia, Germania e Francia con la loro religione. Fra l’altro,
alcuni uomini politici (per l’Italia ha già fatto Dini)
stanno premendo perché al principio dell’unanimità,
che era stato deciso per il Governo europeo, venga sostituito
quello della maggioranza, il che significa che è
già superata di fatto l’idea dell’uguaglianza-parità
dei singoli Stati membri. Insomma, gli "ideali" sui
quali affermavano, con tanta tracotanza, di volersi e potersi
basare i fondatori dell’Unione si dimostrano, come è naturale,
fuori dalla realtà. Ci saranno perciò Stati più
importanti e altri meno, anche se sotto la forma "democratica"
della votazione a maggioranza. In conclusione, con l’Unione europea
si sta preparando la più forte delle dittature imperialistiche
che i popoli abbiano mai sperimentato. (pagg.69-70)
- Là
dove la vita dei popoli, e di conseguenza degli individui, è
stata fondata sul lavoro come entità a sé stante,
che dà senso alla vita stessa, la libertà è
già perduta. L’uomo diventa "funzione"
del lavoro, perde motivazione e interesse e il lavoro,
a sua volta, non può assolvere al destino di supremo reggitore
del mondo. Si possono fare ricerche di mercato di tutti i generi,
sicuramente valide, sulla mancanza di posti di lavoro in Europa,
ma la questione principale da affrontare è pur sempre quella
di non mettere un Dio al di sopra dell’uomo. Come davanti a qualsiasi
Dio, gli uomini si trovano annientati davanti al Lavoro, costretti
a supplicarlo in ginocchio perché li lasci vivere. Quando
c’è un uomo che si uccide, dandosi fuoco davanti a un Funzionario
senza nome e senza responsabilità come la Macchina di Kafka,
per ottenere un lavoro (è successo poco tempo fa in un
ufficio comunale campano), significa che ci troviamo in un ambito
di assolutezza priva di senso, nell’irrazionalità della
trascendenza. È, dunque, questa la prima cosa d fare: restituire
agli uomini il primato, lasciarli liberi di definire il "lavoro"
tutto quello che vogliono essere e fare. Perché,
ed è questo il punto, il Potere ha assunto le vesti del
Lavoro in un’Europa che non sopportava più il potere dei
Re, degli Zar, dei Papi. L’Unione europea rappresenta il massimo
sforzo per ripristinarne i fasti, e la disoccupazione è
il suo strumento. Pag. 79
- Naturalmente,
in un quadro in cui una sola struttura, quella economica, regge
tutto il sistema, il fatto che la punizione sia economica dovrebbe
garantirne l’assoluta rigidità. Il meccanismo è
lo stesso di quando si pone a quadro di riferimento assoluto la
struttura militare, oppure quella religiosa. La coercizione è
identica. L’ineluttabilità logica è identica. Nessun
potere del resto rinuncia all’assolutezza del sacro, Sacro e Potere
sono la stessa cosa. Nessuno ha imparato tanto bene la lezione
quanto gli economisti. Per tanti secoli si è alluso al
Dio Denaro, indicandolo come un livello nascosto del sistema.
Adesso non più. Per diventare Sacerdoti, ossia detentori
del Potere, gli Economisti hanno finalmente dichiarato che "Dio
è Denaro" e che le strutture liturgiche al
suo servizio sono le regole dell’economia. (pag. 89)
- Conquistare
l’Europa senza armi, ma soprattutto con l’omaggio di essere portatori
del "nuovo"... è l’entusiasmante missione dell’ISLAM.
(pag.109)
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