COCO CHANEL |
Coco Chanel spiega lautore della biografia in 12 capitoli Hal Vaughan era fieramente antisemita già prima dellavvento al potere di Adolf Hitler in Germania. Odiava ebrei, sindacati, socialismo, comunismo e massoneria. Tutto sarebbe iniziato nel 1940 quando, a 57 anni, Gabrielle Bonheur Chanel sarebbe stata reclutata dallAbwehr, un settore dellintelligence tedesca con scopi difensivi. Da quel momento avrebbe lavorato per i tedeschi con la matricola F-7124 e il nome in codice Westminster, ereditato dal suo amante e amico, il duca di Westminster. Sempre secondo Vaughan, avrebbe compiuto varie missioni in Spagna, Marocco e a Parigi (in questo articolo del New York Times trovate il prologo del libro). E grazie alla sua attività avrebbe conosciuto il barone Hans Gunther von Dincklage, detto Spatz, ufficiale nazista di alto livello con il quale ebbe una lunga relazione (descritto nelle tante biografie come un innocuo playboy amante del tennis anziché come un pericoloso agente al servizio del Reich). Proprio grazie a lui Chanel potè vivere durante gli anni delloccupazione tedesca in Francia al settimo piano del Ritz di Parigi, frequentato da gerarchi nazisti come Goering e Goebbels (allepoca quartier generale dellaviazione militare tedesca). In seguito si legò anche a uno dei giovani capi delle SS, Walter Schellenberg. Durante loperazione ribattezzata Modellhut (cappello da modella, nella quale si impegnò fallendo a raggiungere Churchill per proporre una pace onorevole con la Germania) fu tradita da una sua accompagnatrice e venne arrestata proprio per le sue relazioni con spie nemiche. Fu rilasciata dopo un interrogatorio di tre ore, ma lepisodio contribuì ad accrescere il suo fascino e ad alimentarne il mito. Lavventura spionistica della stilista si concluse con la fine della guerra, quando venne arrestata con laccusa di aver agito da collaborazionista orizzontale e liberata, poche ore dopo, grazie allintervento diretto dellamico Winston Churchill (facendo leva allambasciatore inglese Cooper). Nonostante le voci, Chanel ha sempre negato di aver collaborato con il regime nazista. Chanel avrebbe anche usato le sue conoscenze nelle alte sfere naziste per recuperare il business del profumo che aveva venduto nel 1924 a una famiglia ebrea. Sperava che, date le leggi razziali che impedivano agli ebrei di essere proprietarie di imprese, lazienda potesse essere confiscata e restituita a lei. In realtà il tentativo andò a vuoto perché la famiglia aveva già venduto la proprio partecipazione a un uomo daffari tedesco. Secondo fonti ufficiali, però, la donna avrebbe accettato di passare dalla parte del nemico se i tedeschi si fossero impegnati a salvare il nipote André Palasse, internato in un campo di prigionia, e se avessero aiutato lamica Vera Lombardi ad andarsene dallItalia dopo essere stata accusata dai fascisti di essere una spia inglese. |