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DIZIONARIO ERMETISMO / Voce 1 parte - 2 parte

ABISSO Nell’uomo è il fondo astrale, la cui etimologia è oscurità. La zona astrale nell’universo è ugualmente zona senza luce, cioè nera. (II vol. - pag. 305).

Come la concezione del grande universo è globale, il piccolo universo: l’uomo, è la profondità, l’abisso insondabile.

L’abisso il quale non è nell’Universo infinito, nella unità collettiva planetaria e stellare, ma è nell’universo piccolo, nell’uomo, nella profondità oscura della sua coscienza, a cui non si assegnano limiti.

Subcoscienza, coscienza, incosciente, coscienza subliminale, individuo storico, personalità occulta, demone socratico, passioni, angeli, medianità, follia, intelligenza, mentalità superiore, bestialità, istinti, memoria, sogni, visioni, glossalia, volontà divinizzante, virtù di ogni specie, vizi di tutte le categorie, ragione, sofferenze, gioia, amori, affetti, paure... in questo abisso vi troverete tutta la grande Enciclopedia del Larousse. (II vol. - pag. 303).

Sondate nell’abisso, e vi troverete la chiave delle religioni vecchie e nuove; ne estrarrete gli spiriti dei morti di oggi e le tavole giranti, il diavolo delle chiese, gli elementi di tutte le umane follie, la mutabilità delle opinioni, l’ondeggiare delle fedi, il mistico evangelo del divenire, S. Ignazio di Loyola e le teorie della schiavitù o dell’anarchia. (II vol. - pag. 304).

Nel microcosmo il mondo esteriore visibile determina le impressioni animiche, e dall’abisso ignoto, fondo astrale dell’uomo, emergono forze, movimenti e vibrazioni insospettati. (II vol. - pag. 305).

Se, affacciandoti nell’abisso profondo dell’astrale, tu domandi chi sia il tuo Dio, la Voce ti risponde: IO SONO COLUI CHE FU, CHE È, CHE SARÀ IN ETERNO; NÉ LA MORTE MI CANGIÓÒ, NÈ LE CENERI DISPERSE DEL MIO CADAVERE DI IERI HANNO MENOMATA LA POTENZA DELL’ESSERE. (II vol. - pag. 342).

(Vedi: Astrale, Amore eonico e Fondo astrale).

ABITUDINI Se entrar vuoi nel mondo di cui gli altri non trovano la porta, devi non credere alle illusioni, ai pregiudizi della tua coscienza volgare: e per quanto i bei quadri profani siano seducenti per varietà di tinte preparati a vedere intorno a te ad una ad una dileguate le illusioni delle abitudini e vedere con gli occhi dove gli altri coi migliori telescopi non trovano che il nero delle tenebre. (I vol. - pag. 101).

Chi parla di vita di pace, volendo intendere per tale una vita che si svolge con abitudini costanti, è in errore; se intende che quella predispone alla progressione o ascenso della nostra psiche e alla purità della nostra coscienza, deve riflettere che ogni abitudine è una schiavitù. (II vol. - pag. 157).

(Vedi: Ostacolo censorio e Apparenza).

ADAMO È il nostro primo principio intellettuale involuto per materialità, che non sente più parlare la sua lingua, la favella ideale, cioè delle idee e ricordanze paradisiache, alla quale si è sostituita la babelica torre della sensazione. (III vol. - pag. 639). (Vedi: Ermafroditismo, solidarietà umana e Serpente).

(Rif.: I vol. pagg. 86,102,112; III vol. pag. 544).

ADDA NARI La Maria, potestà dell'ombra proiettata fuori del corpo umano; nel senso magico corrisponde letteralmente all’Adda Nari degli indiani, la quale dal busto caccia quattro braccia con relative mani che portano i quattro colori delle carte da giuoco, che sono quattro strumenti della grande Alchimia, cioè lo scettro, la coppa, il pugnale e la moneta. Se gli studiosi di fenomeni medianici in Italia si soffermassero ad osservare l’immagine dell’Adda Nari, si convincerebbero che, fin dall’epoca in cui parlavano gli uccelli e le belve, l’umanità sapeva che l’uomo o la donna potevano emettere altri organi oltre i normali, per compiere un prodigio.

L’Astarte con tante e tante mammelle dai capezzoli eretti (i caporelli delle mammelle sono erettili, e perciò presi nella significazione satannica) sul petto ampio, era l’identica plastica immagine del potere dell’ombra. Come l’Adda Nari e l’Astarte rappresentano nel simbolo magico e religioso le proprietà di esteriorizzazione delle forze occulte regolate e volitive e coscienti, cosi Lilith rappresentava l’irregolarità della esteriorìzzazione, sui cui non aveva presa neanche la volontà inibitiva del soggetto o del magnetizzatore. (II vol. pagg. 316-317).

ADEPTO È chi, già a conoscenza dei misteri, è riuscito a realizzare. (I vol. pag. 249). È il completo arrivato. (I vol. pag. 25).

(Vedi Corpo astrale).

AFORISMI ERMETICI (o magici) Sono il patrimonio della perpetua e divina rivelazione.

Per aver dimestichezza col cane è necessario cangiarsi in cane. Aforisma o domma misterioso che va interpretato letteralmente: diventerai dio, angelo, dèmone o diavolo se domandi l’amistà di dèi, di angeli e di diavoli, e per entrare in rapporti con le anime dei defunti hai bisogno di vivere la vita dei morti. (I vol. - pag. 103).

Ciò che è idea dell’essere è un essere, e il Potere Centrale di tutto il creato ed il creabile nell'Universo (macrocosmo) o nell’uomo (microcosmo) è l’Ente, cioè Creatore e creato, cioè Fattore e opera, albero e frutto. (I vol. - pag. 168).

La vita comanda alla vita, tutte le scuole di terapia sono buone o false, secondo che il medico che adopera un rimedio qualsiasi, dall’olio di oliva allo stramonio, dal sale di cucina alla stricnina, abbia o mio il potere, la virtù, la forza di infondere al medicamento la vitalità che compensa le energie disperse nel corpo infermo; in altri termini il medico che compie il miracolo, dà parte del suo principio vitale all’infermo che ne manca. (II vol. - pag. 8-9).

Per sapere che cosa sia la tal cosa bisogna, diventar la cosa stessa. (II vol. pag. 52).

Tutti gli uomini non sono sviluppati allo stesso grado.

Come nelle scienze profane, cosi nelle occulte vi sono maestri e scolari.

I maestri che sono arrivavi a tale grado di sviluppo da intendere e spiegarsi tutte le leggi della natura visibile ed invisibile, hanno e possono dare la chiave dei fenomeni palesi ed occulti, insegnando la pratica della magia. (III vol. - pag. 613).

Dodici aforismi magici di Iriz-ben Assir, sommo sacerdote del periodo di Beroso. Questi aforismi di prima magia non sono mai stati stampati in occidente e fanno parte dei quaderni iniziatici del Rito Egizio, ai neofiti del quale ordine i dodici aforismi si danno senza commenti e si consiglia di impararli letteralmente a memoria. Io, nell’esporre questi dodici aforismi traducendoli dall’originale siriaco sacerdotale, cioè dagli ideogrammi del periodo in cui furono dal collegio dei preti orientali legati alla posterità, li adatto all’intelligenza dei moderni. Studiando e praticando le leggi di questi aforismi magici, condensamento della pratica dall’alunnato al sacerdozio, il discepolo che mi avrà letto finora può iniziare la sua educazione individuale. (cfr. I vol - pagg. 327-329).

(Rif.: I vol. pagg. 151,327-353; II vol. pagg. 139,148,326,368; I vol. pag. 148).

AGNELLO È l’agnello Gesù. Corrisponde all’ariete in cui il regno della materia è uscito dalle tenebre, il calore dal freddo, da cui la Pasqua e il simbolo dell’ariete che campeggia nell’agnello il Salvatore. L’agnello è mansueto, adattabile come pasta, rappresentante della zona astrale, e nel suo dorso è confitta una croce (I vol. - pag. 384).

Paziente e innocente martire di un mistero profondo (III vol. - pag. 539).

Lo scudo magico del Conte di Cagliostro, cioè il serpente attraversato dalla freccia, rappresenta la stessa idea che il rituale cattolico vorrebbe rivelare o manifestare con l’agnello mistico attraversato dall’asta di una bandiera del trionfo, che appunto al sabato santo si mostra trionfante sugli altari dopo la passione del Cristo. (III vol. - pag. 571).

(Vedi: Corpo lunare, Passione del Cristo, Serpente astrale e Apollo).

ALCHIMIA Nel senso di una prima chimica degli elementi semplici dei 4 componenti la materia cosmica, nasconde un arcano che sarebbe la radice del inondo animale. (III vol. - pag. 133).

Tende a raggiungere il fine ultimo di parlare e creare. (III vol. - pag. 143).

Il Boinet dice con acume che l’alchimia tentò di servirsi del principio di vita. (III vol. - pag. 138).

Tutto il simbolismo alchimico è un tessuto fittissimo di rapporti etimologici, analogici e omologici. Più la nostra cultura diviene vasta ed enciclopedica e meno la gente capisce quel linguaggio alchimico e quei simboli.

Suo compito: trasmutare l’anima vile e volgare dell’uomo in spirito (soffio) divino. (III vol. - pag. 139).

Tutti gli uomini imperfetti possono raggiungere il tipo perfetto (oro).

Nelle anime tutte le intelligenze inferiori possono trasmutarsi in superiori (trasmutazione dei metalli vili in oro). (II vol. - pag. 183).

Gli uomini sono metalli bassi come valore; per ridurli all’oro perfetto (intelligenza-oro) occorre un processo trasformativo il cui fermento o lievito è una polvere o pietra che, data a piccole dosi, trasmuta la materia umana in spirito-intelligente. Una volta diventata intelligenza AUREA, possiede la medicina del mondo, perché come egli è sanato, può sanare gli altri da tutti i morbi. Vale a dire introdurre nel corpo umano un minerale (pietra?) vegetabile, perché la intelligenza se ne renda padrona e domini tutto l'organismo con un potere superiore. (II vol. - pag. 185).

Il secreto della sfinge umana e della divinità incarnata dovrebbe rinvenirsi sulla terra (pietra) per portare le facoltà intellettuali degli uomini a tale potere energetico da guarire tutti i mali dell'universo, secondo Ireneo, con la volontà di una sola persona, diventata elisire o farmaco universale (Chimica Vannus) che lo forma dal mestruo universale di tutti i metalli e minerali. Come una dose di morfina addormenta, con un millesimo di grammo della pietra si sana da qualunque morbo. Qualcosa di più o di meno di un millesimo di grano, converte l’intelligenza umana in Lucifero. (II vol. - pag. 186).

Il problema che si pone il magismo e l’enigma che l’alchimia risolve, è un secreto riformatore e trasformatore di tutta una civiltà storica che attualmente ci rende servi dei corollari di filosofie parolaie. È un arcano rivoluzionario che, abbordato, spaventa perché le sue esplicazioni e i suoi adattamenti sconvolgerebbero tutte le idee fatte su cui si adagia la società moderna. È legge di trasformazione nell’unità protogenerante. (III vol. - pagg. 12, 175).

Leggete i pochissimi classici dell’alchimia. Meditate. L’Alchimia come la Magia sono due cose cadute in discredito. Ma sono disprezzate le due parole non le cose di cui nascondono dottrina e germi di esperienza: le verità conquistabili non sono che problemi altissimi degni di preoccupare menti evolute, svincolate e libere dai preconcetti grammatici delle scuole profane. Gli alchimisti hanno proposto un problema non ancora risoluto dalla università ufficiali. Leggete quei libri con pazienza, in certe parole penetrate il senso filologico, in altre percepite le assonanze, in altre la più semplice analogia e non obliate che nelle parti meno in rilievo, tra esempi presi a prestito dalle femminucce, qualche maestro dell’arte vi ha presentato la ricetta bella e fatta. Ricordate che innanzi al Grande Arcano dei Maghi esiste il piccolo arcano naturale che ne è la chiave facile di cui potrebbe anche una fantesca servirsi con facilità. Gli uomini pazienti e umili e di buona volontà troveranno la via. Dopo troveranno la chiave. (I vol. - pag. 11).

Il concetto dell’universo come UNITÀ porta nella Magia al principio di unità forza e unità materia. In questo caso la Magia determina tante maniere di esistenza della forza unica della materia unica che comincia dal metallo e dal liquido al gassoso passa ad attenuazioni infinitesime1.

La Magia volgarizza l’unità della forza e della materia nella corrente vitale o astrale: il gran serpente della trasformazione in cui, come su di una placca fotografica sensibilissima, la più piccola oscillazione di un pensiero genera una forma2.

In Magia, specialmente nella operante, l’Unità-Universo si considera e si idealizza come in realtà è, formata da un’unica materia primordiale, sottilissima, capace di ogni grado di condensazione da formare i corpi sensibili ai sensi fisici e gli impercettibili ad essi. Su questo è fondato il principio alchimico del seme dei metalli, o del lievito primordiale per l’accrescimento e le trasformazioni di una chimica occulta, i cui risultati non sono ancora intravisti dalla generazione attuale. (III vol. - pag. 272). (Vedi Principio Vitale).

L’Alchimia, in sostanza come è nella sua idea madre importa la soluzione non di quattro problemi, come osserva il Piobb: la quadratura del circolo, il moto perpetuo, la panacea universale e la fabbricazione dell’oro, ma di un quinto e più complesso enigma: l’angelizzazione dell’uomo inferiore. Accingersi alla soluzione di uno solo dei cinque quesiti, è proporsi l’enigma alchimico. (II vol. - pag. 192-193).

Il nostro mercurio è metallico, ottenuto col trattamento continuo del fuoco o fornello a dodici lampade, per triplice saturazione sofica, facendolo lambiccare a bagno Maria... In ogni molecola o milionesimo di molecola vi è messa dentro un po’ di quella materia cosmica o eterea che fa l’anima dell’uomo. Con questo si vuol dire che nel nostro mercurio vi è una parte importantissima dell’essenza vitale dei suoi preparatori. (II vol. - pagg. 193-194).

Vi è un secreto per cambiare tutti i metalli grezzi e vili in oro. I primi erano gli uomini ordinari (metalli); l’oro era l’integrazione dell’uomo. Chi intuì la maschera, trovò in quei libri (alchimici) due grandi segreti: quello semplice della magia eonica, e l’arcano degli arcani che nel sacrificio della messa senza capirlo è stato tramandato a noi dalla chiesa: cioè come mutare il pane senza lievito, con due liquidi della terra, in un dio visibile. Si dovrebbe investigare perché il colore di coppe nelle carte da giuoco, e perché certi vasi degli alchimisti classici hanno tutti la forma del calice. E la patèna che serve a coprire il calice e che è il colore di denaro nel giuoco delle carte e dei tarocchi. (II vol. - pag. 328).

L’Adda Nari degli indiani caccia dal busto quattro braccia con relative mani che portano i quattro colori delle carte da giuoco, che sono quattro strumenti della grande Alchimia, cioè lo scettro, la coppa, il pugnale e la moneta. (II vol. - pag. 316).

La porta ermetica (vedi II vol. - pag. 214), porta i segni cabalistici della magia eonica completi per aprire la porta chiusa ai profani, e porta anche delle iscrizioni che non devono essere confuse coi segni, perché i primi appartengono alla magia eonica e le seconde alla grande magia trasmutatoria o alchimica. (II vol. - pag. 331).

Trascriviamo e traduciamo dette iscrizioni:

1) CENTRUM IN TRIGONO CENTRI

Il centro del centro (è) nel triangolo.

2) TRIA SUNT MIRABILIA: DEUS ET HOMO, MATER ET VIRGO, TRINUS ET UNUS.

Tre sono le cose meravigliose: Dio e uomo, madre e vergimie, Trinità e Monade.

3) (da destra a sinistra) ROCH ELOHIM.

(da sinistra a destra) Michele Fuoco.

4) HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS CUSTODIT DRAGO ET SINE ALCIDE COLCHIDAS DELICIAS NON GUSTASSET JASON.

Il dragrone delle Esperidi custodisce l’ingresso del giardino magico e, senza Ercole, Giasone non avrebbe gustato le delizie Colchide.

5) SPIRITUS DEI.

Spirito di DIO.

6) (Saturno) QUANDO IN TUA DOMO NIGRI CORVI PARTURIENT ALBOS COLUMBOS TUNC VOCABERIS SAPIENS.

Quando neri corvi in casa tua partoriranno bianche colombe, allora ti chiamerai sapiente.

7) (Giove) DIAMETER SPHERAE, THAU CIRCULI, CRUX ORBIS NON ORBIS PROSUNT.

Il diametro della sfera, il tau del circolo, la croce dell’orbita non giovano ai ciechi.

8) (Marte) QUI SCIT COMBURERE AQUA ET LAVARE IGNE, FACIT DE TERRA COELUM ET DE COELO TERRAM PRETIOSAM.

Chi sa bruciare con l’acqua e lavare col fuoco, rende cielo la terra e terra preziosa il cielo.

9) (Venere) SI FECERIS VOLARE TERRAM SUPER CAPUT TUUM EJUS PENNIS AQUAS TORRENTIUM CONVERTES IN PETRAM.

Se avrai fatto volare la terra al di sopra del tuo capo con le sue penne convertirai in pietra le acque dei torrenti.

10) (Mercurio) AZOT ET IGNIS DEALBANDO LATONAM VENIET SINE VESTE DIANA.

Imbiancando azoto e fuoco, viene senza veste Diana.

11) (Sole) FILIUS NOSTER MORTUUS VIVIT REX ALO IGNE REDIT ET CONIUGIO GAUDET OCCULTO.

Il figlio nostro (che era) morto, vive; il re ritorna dal fuoco e gode dell’occulto accoppiamento.

12) (da destra a sinistra e da sinistra a destra) SI SEDES NON IS

Se non siedi, vai; se siedi non vai.

13) EST OPUS OCCULTUM VERI SOPHI APERIRE TERRAM UT GERMINET SALUTEM PRO POPULO.

È opera occulta di vero sapiente aprire la terra, affinché produca la salute del popolo.

L’Aura umana magnetica è tintura nel vocabolario alchimico. (II vol. - pag. 371).

L’Aura emanata dallo stato di fede, è molto somigliante al farmaco cattolico o universale negli alchimisti che arrivano allo stesso risultato di traspirazione magnetica per altra via che è magica. (II vol. - pag. 373).

Procedendo in senso inverso dello sviluppo, dalla materia pesante alla sua sublimazione, noi determiniamo il comando del corpo mercuriale, quando non del solare, sulla carcassa che ci contiene. Ecco perché il Filalete dice che il figlio più piccolo (vale a dire il corpo essenziale del Mercuirio e del Sole) mette in catene il suo genitore e lo comanda. L’integrazione dei poteri comincia da questo. (III vol. - pag. 57-58).

Volontà, intelletto e Amore sono i tre componenti il gran farmaco universale degli alchimisti. (III vol. pag. 71).

L’Alcaest degli alchimisti = il collegamento. (III vol. - pag. 89).

All’epoca di Raimondo Lullo, l’alchimia della trasmutazione cercava di mutare l’uomo animale in uomo divino, e si passava dalla filosofia religiosa alla ricerca fisica e psichica, quasi un segreto da rinvenire, per l’angelizzazione del diavolo umano.

I quattro elementi non erano chimici ma stati elementari dei corpi, come in natura: aria, acqua, terra, fuoco, a cui corrispondevano gli stati spirituali, mentali, psichici, fisici che sommo i quattro corpi ermetici (Sole, Mercurio, Luna, Saturno). (III vol. - pag. 138).

Il rinvenimento della pietra filosofale nascondeva il secreto della evoluzione magica e occulta dello spirito dell’uomo. (III vol. - pag. 139).

L’oro simbolizza la Scienza, la Verità. (III vol. - pag. 146).

L’Ignis Amoris è un veleno alchemico potentissimo a cui l’alchimista novizio non può resistere, se il maestro non lo sorregge. (III vol. - pag. 170).

L’autore alchimico che si fece chiamare Rupescissa, nei suoi manoscritti si esprime a modo suo e del tempo in cui scriveva: «se l’umana ampolla che pare di una sola vessica costituita non si separa in doppia vessichetta, onde una sia judice dell’altra, non potrai credere che la Pietra (Rupe) sia in vista del pellegrino». Non esiste integrazione dei poteri occulti dell’uomo e nell’uomo senza questo separando di controllo. (III vol. - pag. 175).

Nell’Athanor metterai insieme sole e luna: due sposi che si cercano e non si raggiungono, nel sistema astrologico; quando ne avrai ricavato il mercurio filosofico, procederai alla cottura. (III vol. - pag. 639).

La nostra scuola deve formare il terapeuta in base ad un’anatoomia diversa da quella che studiano degnamente i medici, e contribuire alla guarigione delle infermità di chi ricorre a lui con un solo, solissimo alexifarmaco elaborato nel laboratorio mentale e occulto, che ha preso tanti nomi fantastici da che mondo è mondo, che tutti sentono dire e nessuno conosce: il Telesma, l’Azoth, la Quintessenza, la Polvere di Proiezione, il Mercurio dei Filosofi, la Rugiada Cattolica (Rosada), la Panacea, insomma con un medicamento che si aggiunge a milionesimi di grammi ai prodotti farmaceutici prescritti dai medici, o per telegrafo senza fili che, quando l’ammalato è in contatto con uno dei nostri, funziona benissimo. (II vol. - pagg. 134-135).

Vi sono alcuni procedimenti, relativamente rapidi, come i procedimenti alchimici, che possono costituire una via abbreviativa per l’ascenso umano, ma essi, per essere veramente tali, devono, anzitutto, provenire da fonte accreditata e, comunque, in un primo momento, tirano fuori dal praticante soltanto ciò che egli è, col rischio che se ne compiaccia al pulito da ristagnare nella propria eredità storica o che se ne deluda tanto da perdere ogni vigore per ulteriori sforzi; mentre è proprio allora che, se non perde il proprio equilibrio e se è in possesso dei veri elementi trasmutatori, può tentare la trasformazione del piombo in oro e cioè secondo il significato più ovvio di questo simbolismo può conseguire la coscienza di uomo-fuoco, cun tutti gli annessi e connessi. La trasformazione del piombo in oro, a quanto ci risulta, sarebbe una trasformazione di stato o modalità di essere. Generalmente, l’uomo vive la sua modalità di essere saturniana, che trae cioè coscienza e poteri dal suo corpo grave, mentre gli sarebbero possibili la modalità lunare (coscienza del proprio corpo astrale), la modalità mercuriale (coscienza del proprio mercuriale o IBI) e la modalità solare (coscienza del proprio corpo igneo) per la sua finale trasformazione ammonea ’igne natura renovatur integra’. In conseguenza di queste tre modalità di essere, trasmutatorie della sua unità psichica, egli potrebbe ‘cum grano salis’ separare la sua forma, cioè tutto quanto di lui fa avvertire a lui e agli altri la sua realtà (separando lunare); muovere e proiettare a distanza la sua forma (separando mercuriale o IBI); irradiare la sua forma (separando solare). (III vol. - pag. 658). (Vedi: Principio vitale, Fuoco. Eroi, Ermetismo, Volontà intelligente).

(Rif.: I vol. - pagg. 56, 162-163, 274-275; II vol. - pagg. 10, 175, 182-184, 196, 202-203, 233, 243, 288, 306-309, 327, 338, 359-360; III vol. - pag. 53, 125-149).

AMBIENTE L’ambiente in cui i fenomeni di una medianità qualunque si esplica, è parte del fenomeno stesso e negli esperimenti premeditati i medi ne subiscono l’influenza positivamente o negativamente3. Perché la pace alberghi in voi occorre che fisicamente siate sani e temperanti nella vostra mente e adattabili o adattati all’ambiente in cui vivete. L’ambiente della nostra vita di pace non tutti possono scegliere; la lotta per l’esistenza, gli errori volontari, le necessità imposteci dalla grande società in cui si vive, spesso ci opprimono. Non avendo saputo o potuto scegliere l’ambiente di pace, non potendo o non sapendo rinunziarvi perché i nostri errori dobbiamo espiarli ad uno ad uno, bisogna agire su di esso per modificarlo con la pazienza, con l’esempio, con la tenacia. Il più attivo mezzo per rendere innocuo un ambiente in cui vivete a disagio è di staccarvene mentalmente. Qualunque cosa voi possediate, ve la possono togliere o avvelenare o ferire: anche i vostri pensieri se non vegliate. Staccandovene mentalmente, come di cosa che non deve nè può offendervi e sentendovi dotati della missione di tollerate quelli che a voi sono inferiori e molesti o obbligarli per volontà a non toccare la vostra quiete, voi avete vinto e avete prodotto un bene. I maghi della tradizione quando vogliono conservare la loro integrità contro gli spiriti e le creature del male, si chiudono in un cerchio che tracciano con una spada. Circondate le vostre persone di cerchi ideali, con un ramoscello di olivo e dite: gli ingiusti non arriveranno a intaccare il mio equilibrio. (II vol. pagg. 229-230). (Vedi: Adattamento e Effluvi fluidici).

La vita morale e spirituale è in lotta perpetua con l’ambiente, tenaglia che preme le nostre elementari libertà. (II vol. pag. 333).

AMORE È materia come il calore, il magnete, la luce, l’elettricità, la radioattività; più forte di tutti questi esponenti della materia nel moto, la materia amore sarà lo stato di essenza del moto verso l’enigma della creazione e della distruzione. L’enigma è una legge. (I vol. pag. 14).

L’amore purissimo o divino è santo ed è immedesimazione della creatura nel suo creatore e nella luce eterna. (I vol. pag. 343).

La sorgente pura della magia divina è nell’amore pei propri simili, nel sacrificio di se stesso pei propri simili, nel sacrificio delle proprie cose alla redenzione altrui. (I vol. pag. 365).

La vita eterna degli spiriti si svolge nella potestà della materia che è l’unica legge, l’unica essenza, l’unica matrice di ciò che fu, che è, che sarà in eterno, nella terra e altrove. Una è la legge, una l’esistenza di tutte le cose, una la matrice di ogni forma sensibile.

Lo spirito unico di questa unica cosa si chiama Amore (Roma). (II vol. pag. 163).

L’idealismo nevrastenico nega alla materia la sua divinità; la scienza di laboratorio nega alla materia lo spirito. Nella materia il Grande Arcano degl’iniziati è fisico. (II vol. pag. 164).

Amore si cela tra il Mercurio che si solleva ad altezze inconcepibili e Saturno che ci mantiene legati alle necessità della vita. (III vol. pag. 66).

Amore è sete di giustizia, di penetrazione. Perciò Cupido armato di arco e di freccia, perché la freccia penetra, trafigge, trapassa. (III vol. pag. 98).

Non vi è atto della vita terrena, dalla legge chimica che determina l’amore nei corpi inorganizzati alla riproduzione fisica della bestia che è l’amore animale, che non abbia e non riceva l’impressione del sacrificio dell’unità piccola per l’Unità Universo. (II vol. pag. 273).

Il trasformatore di ogni essere è l’amore pel proprio simile. Amore senza sacrificio di se stesso o di parte di sé è un non senso. Chi dice di amare senza donare il suo IO all’amante, non ama. Chi si immola alla persona amata compie il più grande atto di amore. La gelosia, sentimento restrittivo dell’amore al possesso, non è testimone di amore, perché desidera il contrario dell’amore: immola, cioè, al proprio desiderio la libertà di affetto della persona che si ama. (II vol. pag. 274).

L’amore è il sacrificio istintivo sotto le forme più varie dell’Io nella unità sintetica della natura. E poiché questa unità è personificata nel Dio, il sentimento di amore, comunque esplicato e sentito, è divino. (II vol. pag. 273).

L’amore divino è quello che implica un qualunque sacrificio per gli altri. L’amore satannico è quello che è spinto dalle basse idealità del possesso. (II vol. pag. 276).

L’amore ha due sedi: cervello e cuore. Nel cervello fantasioso o calcolatore, entusiasta o briaco, l’amore è impuro, è passionale, è demoniaco. Nel cuore, sereno, obbediente, paziente, è un sentimento di abdicazione e di dedizione angelica. Il cervello è fisiologicamente legato agli organi della impurità sessuale. L’amore impuro vi germoglia come un desiderio di vanità. Lilith e Samael consigliano il vanitoso a cogliere un fiore per lascivia di potere; ed ogni atto di questo amore è una viltà in cui il cuore non aumenta i suoi palpiti che nel momento in cui l’orgoglio bestiale è soddisfatto. (II vol. pag. 277).

Ma l’amore del cuore in cui il cervello non ha versato la nebbia offuscante della sensualità, è un atto divino da cui è da aspettarsi ogni bene. Nasce come un’effusione delle anime fra due nature che spiritualmente si completano. Si annunzia come un vago sentimento di benessere; cresce ed aumenta di intensità come un tacito consenso tra due creature in una Fede comune. Il primo è una passione, il secondo è un ideale. (II vol. pagg. 277-278).

Delle effusioni del cuore (che sono effusioni dello spirito nel dolce benessere di uno spirito che si completa, si può conservare il ricordo istintivo in parecchie vite successive, o dopo parecchie vite successive. La fatalità, ovvero le condizioni di volontà divina, porrà i due che conservano il ricordo di quello che furono, annebbiato dalla rimembranza vaga di una vita anteriore, in due condizioni sociali sulla terra che a volte rende il loro amore peccaminoso. (II vol. pag. 281).

L’amore per la società umana non si prova che con un sacrificio: imponendo al proprio cuore di non violarne le consuetudini col turbare la coscienza dei semplici. (II vol. pag. 282).

La causa di ogni disastro, di ogni pena, di ogni dolore, è l’amore impuro dell’egoismo. La lonza è la lussuria bruciante che impediva l’ascenso spirituale dell’Alighieri. Essa, dice il Boccaccio, è meravigliosamente vaga del sangue di becco, perciocchè siccome il becco è lussuriosissimo animale, così per l’usare questo vizio, più lussurioso si diviene.

Tutto l’amore del cervello ha il suo altare nella stregoneria che è la magia del male. Il porco da cui fu ucciso Adone fu questo, e la lonza è il più terribile nemico della divinizzazione dell’uomo (II vol. pag. 288).

Il fuoco che cova in ogni cervello è il possesso della femmina, ammorzato dalle leggi, dalla religione e dalla morale pubblica.

Dante della lonza ha paura, e l’ostacolo grande all’ascenso magico è quell’odore di becco che prende tutte le miserabili membra della umana società. L’angelo dell’amore puro è Anael: esso è creatore.

I due demoni maschio e femmina della sensualità sono Samael, l’angelo della morte, il distruttore, e Lilith, la seducente dea dei succubi: infatti l’atto impuro dell’amore animale tende a produrre, per mezzo dell’amplesso, nuova messe alla falce della morte.

Se gli spiriti non diventassero carne, la falce non li raggiungerebbe certo. Chi è con lo spirito, non ritorna nella voragine della passione e del peccato. (II vol. pag. 289-290).

Tutta la magia pratica procede per amore. Amore è intelligenza divina, cioè stato di comprensività, è intuito di abbraccio divino fra la materia finita e il mondo infinito. (I vol. pag. 323).

Nella poesia profonda dell’amore senza speranza di retribuzione, e del dolore senza speranza di sollievo, la magia pura trova la leva di ogni grande miracolo: la fede nella gloria imperitura del di là, e la gioia di avvicinarsi con l’olocausto di se stesso ad Ea. (I vol. pag. 366).

Chi opera in magia deve saper amare e saper perdonare. Un amore senza egoismo è divino. Amate intensamente e idealmente senza macchia alcuna di gelosia, la quale è condensazione dell’egoismo in amore.

L’amore è la carità più affascinante dell’istinto; la sua decadenza è la prostituzione di tutti i sentimenti nobili, cioè divini e divinizzanti nell’uomo.

L’amore è il complemento più prezioso della sociabilità, ed è la chiave di Iside purissima che schiude i fecondi tesori della divinità nelle creature umane e decadute.

I misteri di Venere non furono che celebrazioni del culto di quest’amore comprensivo che unisce i due poli della creazione nella creazione del mercurio vitale e intelligente.

La Rosa mistica è rosa di amore.

Il romanzo della rosa e le Corti di Amore dell’Evo Medio, le cantate dei trovieri, i poemi dell’Alighieri, quelli minori di Brunetto Latino e di altri non sono che romanzi della carità nell’amore. Nessuno fu poeta senza amore; nell’amore vi è la verità, cioè la carità in germe. (I vol. pag. 370).

Amare il prossimo è formula religiosa e morale; gli uomini di sentimenti religiosi praticano il precetto non amando, ma tollerando la noia del prossimo, lasciando all’esteriore la impressione pia dell’uomo caritatevole che, senza scomodo della propria persona, può guardare un vicino di casa senza tirargli un calcio; ma amare il proprio simile magicamente, è penetrarlo e compatirlo. (II vol. pag. 382).

Magicamente questo amore è premio immediato, perché è ricambiato con un’onda di aure benefiche che danno salute e ogni specie di bene. (II vol. pag. 383).

In che modo si può magneticamente influire su di un ammalato e rendere, nelle proporzioni del possibile, un contributo alla sua sanità? Lo dissi: amandolo. Non vi è bisogno di addormentarlo con passi e gesti da forsennato; basta volergli bene, compatirlo nel significato etimologico della parola. Compatire non significa fare all’ammalato un predicozzo per dimostrargli che voi siete dolente di vederlo alle prese coi prodotti farmaceutici e che gli augurate la pronta guarigione. Compatire è patire insieme; ‘path’ è la radicale del ‘pati’ latino, che vuol dire soffrire.

Parlando o non parlando, se lo stato dell’anima nostra è compassionevole, la irradiazione magnetica diventa sanatrice.

Due anime che all’unisono convergono in un sol patimento, si penetrano e sì amano. Amore è passione, cioè sofferenza, disordine dell’anima in travaglio per compenetrazione. (II vol. pag. 382).

L’Amore è un Nume onnipotente. L’autore che crea, l’amore di olocausto, dà molto e non domanda niente. (II vol. pag. 58).

Il carattere o la fisionomia del magnetismo più alto è l’amore. Amate e farete bene. Amate, e il vostro magnetismo assopito si risveglia e genera il miracolo del bene.

La purità nella splendente figura del Cristo, è l’amore tra gli uomini: il suo trionfo o il regno simbolico del dio umano avverrà, sarà reale, vivo, vero, quando tutti gli uomini si ameranno, e il magnetismo malefico che separa gli umani sarà impossibile, perché l’amore non avrà notte.

La pietà cristiana di Dante è l’amore; l’ultimo verso del poema è amore. Perciò è poeta divino. (II vol. pagg. 378-379).

Dove è presente Amore, ivi è tutta una cantica impareggiabile di un nuovo stato di essere e di sentire in noi. (III vol. pag. 68).

Volete e amate. Queste sono due grandi parole e le due chiavi che aprono il sacrario. Pace tra idea immaginata e coscienza, volontà in azione, Amore interviene e feconda.

Amore è amore. In latino, Amor letto alla rovescia è Roma. Esiste per l’ermetista e pel mago un senso di Amore che nessuno degli umani della plebe conosce. Come un redentore, questo Eros si affaccia alla coscienza di tutte le creature umane. Questo Eros, come Lucifero, è fiamma e luce. È turbante. Si presenta come un demonio nell’oscurità della notte interiore. Rivolge la sua parola alla vostra Psiche. Scende per sedurla, per incantarla, per prenderne possesso nella tetra notte di dubbio e di aspirazione ai cieli della favola. Il precipizio della turbante pazzia e il cammino per assurgere alla creazione in un campo di attività mentale, mentre l’immortalità dell’uomo si confessa vera e reale, e la paura vi trattiene. Vi si oppone o la fede religiosa, o la incredulità, o la mostruosità del primo sentimento di separazione. Non v’è creatura che non lo riceva o non abbia ricevuta la sua visita. Claude de Saint Martin lo chiamò il Maestro Ignoto. Velato. Bendato. Appare. Dispare. Improvviso come la folgore. Vi intenerisce fino alle lagrime. Vi commuove da farvi singhiozzare. Vi sorride. Scacciato dispare... e non ritorna più. Questo Eros psichico apre la rosa della vostra anima verso le regioni dell’infinito. (III vol. pagg. 69-72).

L’amore è purità e sacrificio insieme, che penetra la parola occulta dei Cieli invisibili e ne conquista la Scienza. (III vol. pag. 268).

Penetrazione è AMORE, il quale fu detto dai filosofi e dai poeti iniziati «onnipotente» perché tutto per l’amore è possibile. Esso pone, analogicamente all’amore umano la NATURA INTERA in balìa dell’amante, come la femmina in dominio del maschio. (III vol. pag. 669). (Vedi: Castità, Perdono, Matrimonio, Materia e Chiavi).

(Rif.: II vol. pagg. 57, 103-104, 251, 298, 307; III vol. pagg. 41, 65, 98, 196, 588-589).

AMORE EONICO Nella sua integrità è un’iniziatura sublime. Basta amare per affacciarsi sull’abisso dell’infinito. Di fronte a questo sublime ignoto devi sentirti trepidante, trascinato in una zona che è l’inverosimile nella materia vivente in cui tutto te stesso e tutto il creato vibrate in un modo che nessun un meccanismo, il quale non sia l’anima dell’uomo, può dare. (II vol. pag. 322).

L’amore comincia ad acquistare carattere sacro quando mette l’animo umano nello stato di mag o di trance: materia più grave e materia più sottile son prese nell’uomo da uno stato di magnetismo così profondo, che comincia prima la intuizione e poi la sensazione di un mondo che non è umano, ma che nella ipersensibilità di uno stato di essere speciale attinge ad una fonte umana. (II vol. pag. 326).

Se in magia vuoi conoscere che cosa sia il cavallo, bisogna che ti senta cavallo. Se invece resti bue e io ti parlo di cavallo, non capirai.

Bisogna pregare Venere che ordini al suo divino Cupido di scoccanti nel torace uno straletto avvelenato del dolce veleno, e con te anche su una donna.

Ora lo strale di Cupido non farebbe rivolgere la tua prima intenzione sulla bistecca, e messo alla presenza di lei rimarresti in uno stato speciale di estasi. Rendile più intense quelle estasi, muto, senza desiderio, e tu ti allontani da te per afferrare l’anima dell’amica che si trova nello stesso stato. Inchioda, però, il tuo corpo su di una seggiola e fa’ che l’altra, lei, stia inchiodata alla sua.

In un senso indefinito di trance, se passiva, di mag se attiva, voi vi direte un mondo di cose belle e... siete in completa zona astrale, nella zona dove vivono le anime, cioè in lingua povera in un campo mentale ove la materia pensante e sottilissima e meno grave tua, entrerà in contatto con quella di lei non solo, ma anche con tutti i corpi, entità, angeli, eoni, costituiti della stessa materia, che possano logicamente entrare in contatto coi vostri tentacoli.

Tutti gli amori raffinati hanno istanti di magia amorosa, ma il difficile sta nella bistecca e nel far durare intensamente e indefinitivamente questo stato. (II vol. pagg. 326-327).

La magia per questa porta dell’amore comincia veramente quando lo stato di essere tuo, permanendo nelle intensità più inverosimili delle vibrazioni animiche del ‘Pir’ o fuoco magico, separa l’amante che si vede con gli occhi fisici dalle entità astrali della stessa zona a cui tu e lei siete arrivati. (II vol. pag. 329).

L’accesso navigabile alla terra ignota vi è svelato. Ma navigare senza parlare. Non puoi amare così che per grazia... Tutte le sonerie del tuo castello devono vibrare come in segno che la tua anima si affaccia sull’abisso immenso, infinito delle anime, mentre sullo stesso abisso si affaccia l’anima di lei e si apre il cinema invisibile. Sei in piena piromagia o magia del fuoco. Non temere e non tremare.

Se tremi e perdi l’equilibrio, il fuoco divino perde la sua limpidezza e sdruccioli nella magia infernale ove i vapori dei tizzoni e della pece ti avvolgono. (II vol. pag. 332).

ANAEL Per la cabala è l’amore di dio. (I vol. pag. 121; II vol. pag. 298).

È l’angelo dell’amore puro; è creatore. (II vol. pag. 289).

È l’angelo della purità. (II vol. pag. 290).

(Rif.: II vol. pag. 284).

ANDROGINO Il dio androgino o semplicemente l’Androgino, è il Dio maschio femmina in una sola persona; questo simbolo dei cabalisti vuole indicare il centro creatore dell’universo che è, contemporaneamente, madre e padre delle cose create cioè creatore per sé, senza l’aiuto di nessuna collaborazione differente dal suo Sé. (III vol. pag. 260).

Jeve = Eà che ha due facce che rappresentano la sua manifestazione nel mondo dei sensi fisici.

Ha una faccia visibile: la natura, ed una invisibile: lo spirito della natura, cioè l’intelligenza, legge di ogni manifestazione della natura. (III vol. pag. 272).

Pensiero e materia sono uno, perché una è la legge che dicesi supremo Androgino (Dio).

Eterna la materia, eterno il pensiero. (III vol. pag. 262).

In ogni operazione magica vi è un vero processo di incubato generativo che esamineremo più in là studiando la polarità delle fluidificazioni. Il corpo siderale, infatti, sotto l’azione maschia dell’intelletto ispirante, opera come femmina nella realizzazione della concezione attiva e per la nutrizione plastica del fatto concreto. (I vol. pag. 225).

L’uomo guarda intorno a sé tutto ciò che colpisce i suoi sensi e dice: l’albero fiorisce, l’acqua è trasparente, il minerale è duro e grave, il sole risplende ecc. Tutto ciò è la natura.

Ma se l’albero fiorisce, se il sole splende ecc. deve esistere, invisibile ai miei occhi, una forza, un’intelligenza, un’anima immensa che fa fiorire l’albero, trasparire l’acqua, indurire il minerale e splendere il sole. (III vol. pag. 272).

L’androgino è apollineo per indifferenza, per inappetenza, per sufficienza nello stesso individuo dei due elementi che procedono al miracolo incompreso di un’anima nuova. (Varie). (Vedi Essere).

(Rif.: II vol. pag. 88, 239).

ANGELO L’angelo è la mentalità libera che decade, imprigionandosi in un corpo fisico e creando nel suo cammino un’anima, cioè un legame di unione tra sé pensiero e mentalità e il suo corpo o involucro materiale.

Ogni uomo che legge nella natura delle cose, perfezionandosi, spogliandosi di ciò che in lui rappresenta la preoccupazione dell’organismo, intuisce e penetra una luce misteriosa che gli ridona la integrità dello spirito e dell’intelligenza, del sottile e dell’inafferrabile, facendolo rivivere nel regno che ha perduto, ridiventando angelo dominante la necessità costrittiva delle cose.

A misura che l’uomo redime se stesso, cioè affranca dalla schiavitù del corpo il suo spirito prigione, l’angelo antico, l’Ermes, il Mercurio alato, Nebo, lo Spirito Santo (colomba) riappare, ed egli monta e ridiscende dai cieli occulti nella realtà della vita palese e parla la parola della Verità (III vol. pagg. 265-266).

L’angelo cristiano è spirito di purità assoluta e messaggero di Dio. (I vol. pag. 121).

Per avere il buon angelo con le bravi ali aperte, a tutela dei buoni passi, nella breve ed aspra traversata della vita, bisogna del fanciullo conservare la purità, l’innocenza e... la fede: se no appaiono, di sotto le ali, un bel paio di appendici più o meno bafomettiane, e il viaggiatore innocente, il fanciullo puro e inondo, diventa il Dottor Faust, accompagnato dall’eccellente amico con le corna, il quale è un genio anche lui, ma un genio musicale che ti tocca tutte le corde sensibili, pur di farti ballare come una scimmia scottata. Per il Cristianesimo l’angelo custode è guida e difesa. Un angelo, il tuo angelo, ti ammonisce o ti salva. Il demònio o diavolo (personificazione del male) ti tenta. (I vol. pagg. 122-123).

Per spogliarsi di tutte le passioni degli uomini, per purgarsi di tutte le gravi e pesanti catene che precingono il corpo dell’angelo involuto, non bisogna che coltivare due virtù divine: l’Amore agli uomini e il perdono: queste due virtù sono racchiuse nell’ideale della CARITÀ. (I vol. pag. 369).

Le intelligenze sono facce della Divinità i neoplatonici non dettero altra interpretazione alla parola angelo. (II vol. pag. 248). (Vedi Caduta angelica).

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