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Nel
teatro mediorientale del primo conflitto mondiale, dove lo scontro di
interessi e di forze in campo e` prevalentemente anglo-tedesco, si inserisce
la rivolta araba contro l`impero ottomano per la creazione di uno stato
indipendente. La rivolta viene appoggiata dai servizi segreti britannici,
specialmente dopo il fallimento dell`azione diversiva dei Dardanelli,
allo scopo di indebolire il gia` vacillante alleato turco della Germania.
In questo frangente sale alla ribalta delle cronache la figura di Thomas
Edward Lawrence, tenente-archeologo in forza all` Intelligence Service
inglese del Cairo, che in breve tempo assurge al ruolo di leader e di
simbolo quasi leggendario della rivolta. Lawrence, fino conoscitore
del mondo arabo fin dagli anni che precedono la guerra, prende contatti
nel 1916 a Gedda, con lo sceriffo ibn Ali Hussein, che l`anno precedente
ha proclamato la rivolta contro I turchi.
Il disegno di Lawrence e` quello di convogliare il fermento degli emiri nella prospettiva di un grande stato arabo indipendente in Medioriente. A tale scopo ne riorganizza le truppe, dettando una strategia di guerriglia "mordi e fuggi" che mette in seria difficoltà` le truppe regolari turche. Dopo una serie di attacchi alla ferrovia Damasco-Medina, che hanno lo scopo di impedire il transito dei rifornimenti e di impegnare reparti turchi utilizzabili altrove, Lawrence e lo sceriffo conseguono la prima importante vittoria il 6 luglio 1917, quando conquistano il porto di Aqaba sul Mar Rosso. Di li`, assunto ormai il comando del contingente arabo col grado di tenente colonnello, Lawrence si unisce alle forze del generale inglese Allenby, partecipando alla campagna di Palestina ed entrando a Damasco. Per gli arabi, pero`, I successi militari corrispondono, alla fine della guerra, a cocenti delusioni per la conduzione politica e diplomatica dei trattati. Con l`accordo Sikes-Picot, Gran Bretagna e Francia si spartiscono I territori conquistati col disinvolto cinismo delle potenze vittoriose. Il Libano e la Siria, staccati dal resto delle nazioni arabe, vengono posti sotto mandato francese. In Palestina, sotto mandato britannico, comincia l`immigrazione e la colonizzazione degli ebrei, sostenute dall`Inghilterra, a spese degli abitanti autoctoni. Fattosi arabo tra gli arabi, fraterno amico e leale alleato di Feisal e Hussein, coi quali aveva condiviso lotte, ideali, sogni e notti nel deserto, Lawrence giudica questo comportamento del suo governo come un tradimento della causa araba e come prova della doppiezza della Gran Bretagna. Con un gesto clamoroso, Lawrence rifiuta la carica di vicere` delle Indie, e si ritira a vita privata, dedicandosi alla stesura delle sue memorie della rivolta araba, I sette pilastri della saggezza, edite in versione completa solo dopo la morte dell` autore, avvenuta nel 1935 a causa di un non ben chiarito incidente di motocicletta. Lawrence d`Arabia, come amava farsi chiamare, e` rimasto un simbolo leggendario di rivolta contro gli egoismi delle potenze coloniali. I Sette pilastri della saggezza Quest'e` la descrizione che il colonnello Lawrence fa del suo incontro con Feisal, uno dei figli dello sceriffo Hussein. Hamra si apriva alla nostra sinistra. Era un villaggio di forse cento case (…). Percorremmo un sentiero fiancheggiato da muri e da alberi, che passava sulla cima di un terrapieno e facemmo inginocchiare i cammelli davanti alla porta del cortile di una casa lunga e bassa. Taflas disse qualcosa ad un servo che stava cola`, tenendo una spada dall`impugnatura d`argento. Costui mi guido` in un cortile interno, sul cui lato piu` lontano, incorniciata dagli stipiti di un nero portone, stava una bianca figura che mi aspettava ansiosamente. Capii al primo sguardo che questi era l`uomo che ero venuto a cercare in Arabia, il capo che avrebbe condotto la ribellione al pieno successo. Era molto alto e sottile, simile ad una colonna, nella sua veste di seta bianca e nel suo cupo copricapo legato con una lucente striscia scarlatta e dorata. Le sue palpebre erano abbassate, la barba nera e la faccia pallida erano come una maschera che contrastava con la scattante velocita` del corpo. Teneva le mani incrociate sulla daga. Lo salutai. Egli mi precedette nella stanza e sedette su un tappeto vicino alla porta. Appena i miei occhi furono abituati all`oscurita`, videro molte silenziose figure che guardavano costantemente me o Feisal. Egli continuo` a fissare le sue mani, che mollemente stringevano la daga, e infine domando` dolcemente come mi era sembrato il viaggio. Parlai del caldo, ed egli mi chiese quanto tempo avevo impiegato da Rabegh, commentando che avevo marciato in fretta, data la stagione… |