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  Giorgio Perlasca

Giorgio Perlasca, che era stato un volontario nella guerra civile spagnola dalla parte del generale Franco, che era stato un convinto sostenitore di Mussolini e del fascismo, si finse console spagnolo a Budapest, durante i giorni dei rastrellamenti di Adolf Eichman, e salvò dalla deportazione, con immenso coraggio, migliaia di cittadini ebrei ungheresi. Perlasca si recò presso molte stazioni, per impedire che gli ebrei venissero spinti sui treni, e distribuì ai cittadini che stavano per essere deportati falsi documenti spagnoli. Fu proprio grazie a questi finti documenti, che attribuivano agli ebrei la cittadinanza spagnola, che Perlasca riuscì a salvare i deportati dai campi di sterminio.

Secondo alcune fonti gli ebrei salvati dalla deportazione dall’impegno di Perlasca sono circa 5.200. A Budapest, nel giardino della Sinagoga, è stata esposta una lapide, il memoriale dei giusti, con scritto il suo nome. Al museo Yad Vashem di Gerusalemme è stato piantato un albero intitolato all’eroe italiano. In Israele gli è stata dedicata una foresta di 10.000 alberi, che sono il simbolo degli ebrei da lui salvati in Ungheria. Quando la Clinton ha citato Perlasca nel suo discorso, riferendosi al suo passato fascista, ha parlato del “mistero dei giusti”. Lo scrittore Enrico Deaglio, autore di “La banalità del male. Storia di Giorgio Perlasca”, ha avuto un colloquio con quest’ultimo nel quale Perlasca gli ha detto: “Dicono che l’occasione fa l’uomo ladro. Nel mio caso l’occasione induce l’uomo ha mettersi tra salvezza e sterminio”. Un altro celebre scrittore, Gabriele Nissim, autore del famoso “L’uomo che fermò Hitler”, vuole dedicare a Perlasca uno speciale giorno, oltre che di ricordo, di rievocazione, ricostruzione e dibattito.