Storia dei referendum - Dopo i primi, il Referendum è morto |
Ecco una breve storia dei 53 referendum abrogativi
svoltisi in Italia. DIVORZIO - Poco dopo l'approvazione (1970) della legge di attuazione del referendum, comincia la raccolta delle firme per abrogare la legge sul divorzio. Per il primo scioglimento anticipato di ambedue le Camere, il voto slitta al 12 maggio 1974. Vincono i "no", con il 59,3 per cento. I PRIMI REFERENDUM RADICALI - L'11 giugno 1978 si vota sulla legge Reale (ordine pubblico) e sul finanziamento pubblico dei partiti. Vincono ancora i "no". La Consulta ne aveva respinti altri quattro e due erano saltati per la modifica delle leggi. PRO E CONTRO L'ABORTO - Il 17 maggio 1981 i referendum sono cinque: due sull'aborto (uno radicale per l'allargamento, l'altro, del Movimento per la vita, per la restrizione). Gli altri tre vogliono abrogare la legge Cossiga sull'ordine pubblico, l'ergastolo e il porto d'armi. Ancora una volta vittoria dei "no". IL PRIMO REFERENDUM ECONOMICO - Il 9 giugno 1985, si vota sulla proposta di abrogare il taglio dei punti di scala mobile, deciso dal governo Craxi. Le firme sono raccolte dal Pci. Anche in questo caso la vittoria andrà ai "no", con il 54,3 per cento. NUCLEARE - L'8 novembre 1987 si vota per cinque referendum, tre dei quali sul nucleare (Cernobyl è del 1986). Gli altri due su responsabilità civile dei giudici e commissione inquirente. Per la prima volta vincono i "sì", in tutti e 5 i casi. (che fine hanno fatto queste vittorie referendarie?) FALLIMENTO PER I REFERENDUM AMBIENTALISTI - Il 3 giugno 1990, si vota su tre referendum di iniziativa ecologista, due sulla caccia e uno sui pesticidi. I "sì" sono più del 90%, ma il numero dei votanti non raggiunge il 50%, il quorum necessario affinché la consultazione sia valida. IL PRIMO REFERENDUM SU LEGGI ELETTORALI - Il 9 giugno 1991 si vota per abrogare le preferenze elettorali. Respinte dalla Consulta altre due richieste (sistema elettorale di Senato e Comuni), presentate da Segni. I "sì" sono il 95,6%, i votanti il 62,2%, fallisce quindi l'invito di Craxi ad «andare al mare». "PICCONATE" AL SISTEMA ELETTORALE - Il 18 aprile 1993 si vota su otto referendum. Gli elettori rispondono con otto "sì". Il voto più importante è quello che modifica in senso maggioritario la legge elettorale del Senato. Aboliti tre ministeri (Agricoltura, Turismo e Partecipazioni statali), il finanziamento pubblico dei partiti, le nomine politiche nelle Casse di Risparmio.(che fine hanno fatto queste vittorie referendarie?) I REFERENDUM SULLA TV - L'11 giugno 1995 si vota per 12 referendum. Il "no" vince sui tre quesiti più importanti che riguardano la legge Mammì, e sulla richiesta di modificare il sistema elettorale per i comuni. STAVOLTA TUTTI AL MARE - Il 15 giugno 1997 niente quorum per i sette referendum superstiti (dei 30 iniziali). Si vota su Ordine dei giornalisti, "golden share", carriera e incarichi extragiudiziari dei magistrati e altri argomenti minori. FALLITO PER POCO IL REFERENDUM SUL PROPORZIONALE - Il 18 aprile 1999 il referendum per l'abolizione della quota proporzionale nel sistema elettorale per la Camera fallisce per pochissimo. Votano solo il 49,6%. Tra i votanti il "sì" ottiene il 91,5%. Errore di previsione dell'Abacus, le cui prime proiezioni danno per raggiunto il quorum. NEL 2000 QUORUM LONTANISSIMO: si vota per sette referendum abrogativi. Nessuno di loro raggiunge il quorum. La percentuale dei votanti oscilla tra il 31,9 e il 32,5%. Il "sì" ha comunque la maggioranza nei referendum per l'elezione del Csm, gli incarichi extragiudiziali dei magistrati, la separazione delle carriere, i rimborsi elettorali, le trattenute sindacali e l'abolizione della quota proporzionale. Sono invece di più i "no" nel referendum sui licenziamenti. |
Le 15 consultazioni della storia repubblicana; il quorum manca dal 1995. Nel periodo 1974-2009, le consultazioni referendarie sono state quindici: in otto si è raggiunto il quorum, in sette il quorum non è stato raggiunto. Dal referendum sul divorzio (1974) a quelli del giugno 2009, gli italiani sono stati chiamati a votare su 62 quesiti. Con i quattro del 2011 ( legittimo impedimento; energia nucleare; acqua pubblica (Servizi pubblici locali di rilevanza economica);tariffa acqua (Tariffa del servizio idrico integrato), arriveremo a 66. |
Dal referendum sul divorzio (1974) a quelli del giugno 2009, gli italiani sono stati chiamati a votare su 62 quesiti. Con i quattro del 2011 arriveremo a 66. Nel periodo 1974-2009, le consultazioni referendarie sono state quindici (quella del 2011 è la sedicesima): in otto (dal 1974 al 1987, poi dal '91 al '95) si è raggiunto il quorum, con percentuali di votanti variabili fra il 57% (1995) e l'87,7% (1974); in sette (1990, 1997, 1999, 2000, 2003, 2005, 2009) il quorum non è stato raggiunto (l'affluenza è stata compresa fra il 23,3% del 2009 e il 49,6% del '99).
Nel complesso (periodo 1974-2009):
1. su 62 quesiti, 35 hanno superato il quorum;
Riepilogo delle consultazioni referendarie:
1974, 12-13 maggio affluenza alle urne 87,7%: 1) divorzio - "no"
59,3%; |