L'uomo è nato libero, e ovunque è
in catene. (J.J.Rousseau)
Uno Stato che si definisce democratico attribuisce la sovranità
ai suoi cittadini. La cittadinanza però non è un atto
volontario. Nessuno ha mai chiesto ai cittadini se vogliono far
parte di uno Stato. La cittadinanza ereditaria è una sorta
di servitù. **
E' possibile cambiare cittadinanza, ma solo se lo Stato in cui
non si è nati la concede. Ma il problema è ancora
più radicale. Oggi non è più possibile non
appartenere ad alcuno Stato. La formula Stato ha assoggettato l'intero
pianeta ed ha reso impossibile la disappartenenza. Appartenere ad
uno Stato implica la attribuzione di diritti e l'assunzione di doveri.
I diritti per la verità sono molto variabili ed aleatori,
mentre i doveri sono crescenti. Appartenere ad uno Stato significa
anche essere complici di tutte le sue nefandezze: e non c'è
modo di dissociarsi.
L'appartenenza ad una qualsiasi entità superindividuale
non può che fondarsi su un patto, e questo patto è
accettabile quando rappresenta, sia pure con diversa intensità,
tutti i contraenti. Quando però anche un solo contraente
non trova nessuna rappresentazione dei suoi ideali e dei suoi interessi,
questi deve poter essere libero di denunciare il patto.
Gli Stati odierni si dichiarano democratici ma sono sostanzialmente
oligarchici. Questo significa che una minoranza impone il suo dominio
sulla maggioranza. Quand'anche gli Stati fossero governati dalla
maggioranza, non possono definirsi democratici se non garantiscono
diritti e rappresentanza a tutte le minoranze deboli. Gli Stati
moderni non solo hanno ridotto vicino allo zero i diritti delle
minoranze deboli, ma hanno costruito regimi che non offrono alcuna
rappresentanza alle idee minoritarie. Se non vogliono continuare
a essere considerati democratici, gli Stati devono almeno consentire,
alle minoranze che lo richiedono, il diritto alla secessione.
La secessione qui richiesta non ha carattere nè collettivo
nè territoriale. Denunciare il patto con uno Stato, non significa
volerne fondare un altro, nè voler appartenere ad un altro
Stato. Significa voler vivere senza Stato, come creatura apolide,
abitante del mondo. Apolide è colui che non è riconosciuto
come cittadino da nessuno Stato. Poichè questo impedirebbe
il libero spostamento fra gli Stati, è indispensabile che
l'ONU realizzi qualcosa di simile al Passaporto Nansen***.
William Wallace
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**Cittadinanza
Si diventa obbligatoriamente cittadini di
uno Stato per "ius sanguinis" o per "ius soli".
Lo ius sanguinis presuppone una concezione "oggettiva"
della cittadinanza, basata sul sangue, sull'etnia, sulla lingua.
Lo ius soli presuppone, invece, una concezione "soggettiva"
della cittadinanza, come "plebiscito quotidiano". Oggi
la maggior parte degli stati europei adotta lo ius sanguinis, con
la rilevante eccezione della Francia, dove vige lo ius soli fin
dal 1515.
*** Passaporto NANSEN
Il passaporto Nansen era un passaporto internazionalmente
riconosciuto rilasciato dalla Società delle Nazioni a profughi
e rifugiati apolidi. Concepito nel 1922 da Fridtjof Nansen, scienziato
ed esploratore polare premio Nobel per la pace, e concesso dal parlamento
norvegese, nel 1942 era riconosciuto dai governi di 52 paesi.
In totale furono emessi circa 450.000 passaporti
Nansen, che permisero a centinaia di migliaia di persone apolidi
l'emigrazione in un paese diverso da quello di origine. Il principio
del passaporto Nansen è stato ripreso dal documento di viaggio
descritto dalla Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status dei
rifugiati.
LINKS sul tema
http://www.recim.org/cdm/cittadini.htm
http://www.kidsunited.ch/it/kidsunited_club/il_passaporto_di_cittadino_del_mondo__/index.cfm
http://www.worldgovernment.org/docpass.html
http://en.wikipedia.org/wiki/World_Passport