"Ma di che si tratta"
"E' l'aristocrazia dei furbi"
Parla il cittadino che andrà a votare (in sigla : CV):
Domani, in questo paese, ci saranno le elezioni politiche. Non so
per chi lei voterà e non mi interessa saperlo; ma sono sicuro
che essendo una persona civile e un uomo libero, anche lei, come me,
farà il suo dovere di elettore. Viva la democrazia!
Cittadino che non andrà a votare (CNV): effettivamente,
nessuno più di me ama la libertà; e mi auguro di non
deluderla troppo, dicendole che non andrò a votare. Ho riflettuto
a fondo su ciò che chiamano democrazia e sui suoi rituali;
e credo che le elezioni, come si fanno ora, siano un inutile spreco
di suole e di tempo.
CV (stupefatto): Ma il voto è alla base della libertà!
Tutte le persone per bene credono nel voto e nella democrazia.
CNV: Spero di non essere il solo. E la prego di spiegarmi cos'è,
per lei, la democrazia, in modo da essere sicuri che stiamo parlando
della stessa cosa.
CV (stupefatto): La democrazia... è la democrazia! E' il popolo
che governa: lo dice la parola stessa! E' la miglior forma di partecipazione
alla vita di una società che sia mai stata inventata...
CNV: Se per democrazia lei intende il governo del popolo la avverto
che sta prendendo un abbaglio. Quel governo non esiste né qui
né in altre parti del mondo. E' una finzione, basata sulla
furbizia di pochi e sull'ingenuità dei più.
CV: Questa poi!
CNV: La vera democrazia è esistita tanto tempo fa ed è
esistita soltanto per pochi anni. Nell'Antica Atene, le cariche pubbliche
venivano tirate a sorte tra tutti quelli che ne avevano diritto, cioè
tra tutti i capifamiglia. Si mettevano i nomi in un'urna e un ragazzo
bendato li tirava fuori. Questa è l'unica democrazia vera e
possibile. Una volta all'anno si fa una lotteria e chi esce esce...
Nessuno può essere escluso dal sorteggio, purchè abbia
la cittadinanza e goda dei diritti civili. La vera democrazia è
una lotteria. Ogni altra forma di governo, compresa quella che si
fonda sul voto, è un'aristocrazia camuffata. Per essere più
precisi: è un'oligarchia, cioè un sistema in cui pochi
comandano e i più sono sudditi.
CV: Ma no, cosa dice, guardi che si sbaglia! Guardi le cose, nella
realtà, sono un po' diverse... Lo capisce anche un bambino
che la democrazia, per poter funzionare, deve avere dei filtri. Non
si può prendere una persona a caso, su cinquanta o centro milioni
di uomini e di donne, e metterla a governare uno Stato, con tutti
i problemi che ci sono in una società moderna! Ci vogliono
persone competenti!
CNV: Stiamo parlando di democrazia. E lei mi ha appena detto, se non
sbaglio, che è il governo delle persone competenti. Non le
sembra di contraddirsi con questa affermazione? Un minuto fa, aveva
sostenuto che la democrazia è il governo del popolo, cioè
di chiunque in rappresentanza di tutti. Secondo il rivoluzionario
Vladimir Lenin, lo Stato democratico è quello dove una cuoca
può governare.
CV: Sono paradossi, amico mio: semplici paradossi! Sono esagerazioni
che aiutano a mettere in rilievo una verità meno vistosa, ma
più solida: quella, appunto, che la democrazia si basa sul
voto, perché non può basarsi su nient'altro e perché
i rappresentanti del popolo devono essere scelti con cura. La cuoca
di Lenin va al governo se ha la capacità di starci; ma non
può essere una donna tolta dai fornelli e mandata nei palazzi
del potere, soltanto in nome della democrazia... Sarebbe un disastro
per lei e per tutti!
CNV: Dunque, secondo lei, la democrazia è il governo di persone
prese dal popolo ma esperte di economia, di finanza, di diritto internazionale,
di organizzazione aziendale, di scienze della comunicazione e di politica
estera. Mi corregga se sbaglio. Sono queste le caratteristiche che
si richiedono a un candidato, per poter vincere le elezioni in un
paese democratico?
CV: Sono queste.
CNV: Le credo sulla parola. O, per essere più sincero, faccio
finta di crederle e le dico: guardiamoci attorno. Quanti tra gli eletti
alle massime cariche dello Stato nei paesi cosiddetti democratici
sono dei profondi conoscitori di tutte queste materie che servono
a governare e quanti invece sono dei politicanti che non sanno niente
di specifico e si rendono conto dei problemi soltanto mentre li affrontano?
Quanto sono gli esperti e quanti sono i furbi?
CV: Credo che interromperò questa conversazione. E' inutile
continuare a discutere con chi nega la democrazia in nome di chissà
quale superiorità di classe o di razza...
CNV: Lei mi sopravvaluta, amico. Lei mi attribuisce idee che non ho,
così come attribuisce al suo voto un valore e un peso che non
esistono. Un solo voto non conta nulla e non cambia nulla. Ciò
che lei chiama democrazia è la negazione dell'uomo in quanto
individuo e in quanto soggetto del proprio pensiero. E' l'apoteosi
dell'uomo elettorale: dell'Uomo-massa e del pensiero pre-pensato.
Si agisce sui numeri per governare gli uomini e si agisce sugli uomini
per governare i numero...
CV: Mi dica chiaramente da che parte sta. Butti la maschera: lei è
un comunista?
CNV: No.
CV: E' un fascista?
CNV: No.
CV: Ma allora, per Dio, si può sapere cos'è?
CNV: Sono uno che cerca di ragionare con la sua testa, anziché
con quella degli altri. Lei, prima, mi ha esortato ad andare a votare.
Ha detto che con le elezioni si fanno i governi democratici e io,
forse, avrei dovuto stare zitto, ma non sono riuscito a trattenermi
e le ho risposto che non è vero.
CV: Che razza di governi si fanno con le lezioni? Me lo spieghi lei.
CNV: Si fanno dei governi aristocratici, basati sugli interessi e
sugli umori che muovono una società e sulla furbizia dei singoli
che si candidano a rappresentare quegli umori e quegli interessi.
Di più non so dirle.
CV: Dei governi aristocratici... Ho sentito bene?
CNV: Ha sentito benissimo. Dopo l'aristocrazia dei guerrieri e quella
dei ricchi, che hanno dominato nelle epoche passate, l'aristocrazia
di quest'epoca è quella dei furbi. I suoi vivai, le sue palestre,
le sue scuole sono i partiti politici. I suoi tornei sono le elezioni...
CV: Ma il mio voto è libero e segreto! Nessun furbo può
costringermi a votare per lui!
CNV: Il furbo non costringe nessuno: se no, che furbo sarebbe? Il
furbo, attraverso la propaganda, spiega agli elettori che votando
per lui votano per se stessi; e quando è riuscito ad agganciarli,
gli racconta la favola della democrazia. Da più di cento anni,
nel mondo cosiddetto occidentale, i governi aristocratici si nascondono
dietro questa favola.
CV: Lei mi sta dicendo che sono uno stupido.
CNV: Non mi permetterei mai di fare un'affermazione del genere. Le
sto dicendo che la favola della democrazia, in cento e più
anni, ha prodotto un uomo nuovo e diverso. Ha prodotto l'uomo elettorale,
manipolabile con i meccanismi della propaganda...
CV: Lei è un sovversivo!
|