Mussolini, Hitler, Napolitano: tre stili gemelli | ||
Quelli che difendono Napolitano e le sue numerose trasgressioni
alla Costituzione ricorrono essenzialmente a due argomentazioni.
La prima e più diffusa è che Napolitano ha salvato
l'Italia semplicemente vicariando una classe politica imbelle, disonesta
e del tutto incapace. La crisi della democrazia italiana ha lasciato
un vuoto che Napolitano è stato costretto a riempire. Chiunque abbia memoria storica, può addebitare le stesse argomentazioni a due precedenti famosi quanto nefasti. La Repubblica di Weimar aveva contato 20 governi in 14 anni, 5 elezioni politiche in 6 anni. Un mare sempre crescente di disoccupati, e la violenza politica sulle strade registrava morti e feriti quasi ogni fine settimana. Tutto questo fece svanire definitivamente ogni fiducia nella democrazia che entrò in crisi. Il caos politico e il disastro economico testimoniato dai 6 milioni di disoccupati fecero aumentare il desiderio di un uomo forte che potesse mettere fine a tutto questo. Alla fine nel 1933 Hitler rappresentava per molti l'unica speranza che potesse risollevare il paese dalla crisi in cui versava. L'Italia sembrava che fosse, negli anni tra il 1920 e il 1922, sull'orlo della guerra civile. Le nuove elezioni politiche tenute nel maggio 1921 infatti, si svolsero in un clima di esasperata violenza. I risultati elettorali di queste elezioni furono poco favorevoli a Mussolini che ottenne 35 seggi in Parlamento (il 7% della popolazione votante). Nel febbraio del 1922 fu eletto Presidente del Consiglio dei Ministri, il liberale Luigi Facta. L'incarico fece il gioco di Mussolini. e del suo movimento. Nel luglio del 1923, Mussolini fece approvare dal Parlamento la legge che modificava il sistema elettorale (la cosiddetta legge Acerbo): un partito che avesse ottenuto un quarto dei suffragi, avrebbe avuto i due terzi dei seggi della Camera dei deputati (ricordate il Porcellum?). Nelle elezioni politiche del 1924, la lista del PNF ottenne il 65% dei suffragi e 374 seggi al Parlamento. Sia Hitler che Mussolini sono saliti al potere democraticamente tramite elezioni, e sono stati designati legalmente dal capo dello stato come primi ministri. Hanno riempito un vuoto e superato la crisi della democrazia. Sappiamo come è finita. Senza considerare il fatto che Napolitano ha calcato la scena politica
per ben 60 anni e quindi fa parte a pieno titolo della classe al
potere, non possiamo dimenticare che la democrazia è una
forma politica fondata sulla forma più che sulla sostanza.
Sono le regole del gioco a differenziare la democrazia dalla dittatura.
Chiunque cambi unilateralmente queste regole mina la democrazia
alla base. La fretta con cui Napolitano si è "sacrificato"
alla ri-elezione non può farci dimenticare che Pertini (un
gigante al confronto) è stato eletto al 16° scrutinio.
Napolitano è molto vecchio e fortunatamente non dispone di
camicie nere o brune, con cui forzare la mano. Tuttavia, dopo gli
sfregi che ha inferto alla democrazia, cosa sarà legittimato
a fare un prossimo Presidente più giovane e bellicoso? |