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Un altro motivo per astenersi dal voto - 1

Polemica sui media di regime su Santoro che ha dato spazio a Grillo, il quale avrebbe "denigrato" nientemeno che il Presidente della Repubblica. Ecco le frasi più terribili che ha detto Grillo:
"Il presidente va eletto dagli italiani, non dai nostri dipendenti. Non deve avere più di cinquant'anni. Non serve un presidente da ospizio di garanzia dello status quo partitico. Voglio una persona giovane, della società civile, non legata ai partiti. Chiedo troppo? ...Il presidente, oltre a monitare, di solito dorme, non sugli allori, ma sulla onorabilità del Parlamento e dei suoi condannati e prescritti...Fa sonni profondi. Se nomini D'Alema/Unipol, Berlusconi/Mondadori o Mastella/Why Not ha un leggero trasalimento. Piccolo, piccolo. Impercettibile. Prende i sali e poi si riprende. Ai nomi di De Magistris e della Forleo però monta subito, senza tentennamenti....Il presidente è eletto dai partiti, fa il suo dovere, li accudisce teneramente. L'età lo nobilita, con quegli anni può dire quello che vuole. Come il nonno a tavola quando arriva il dolce. Una volta - conclude - c'era la bocca di Virna Lisi, oggi la dentiera presidenziale" (fonte)

Andavamo a votare quando pensavamo di essere in una Repubblica. Una Repubblica diversa dalla monarchia, nella quale parlare male del re poteva costare la forca. Ci hanno insgenato che la repubblica e la democrazia si basano sul libero pensiero, sul dubbio e sulla libertà di dissenso. Oggi constatiamo che siamo in un regime nel quale le cose "incriticabili" aumentano ogni giorno. Criticare il bellicismo di Bush significa essere accusati di "anti-americanismo". Se critichiamo il Papa o la Chiesa-istituzione siamo laicisti anticlericali. Se critichiamo il governo di Israele siamo razzisti. Se critichiamo le donne siamo maschilisti o anti-femministi.

All'elenco si aggiunge il Presidente della Repubblica. Non possiamo dire che è un burocrate, nè che è uno dei campioni della "casta". Non possiamo dire che quando parla è soporifero, nè che riempie i microfoni di quotidiane banalità. Addirittura i media si sono sollevati, quando qualcuno ha bisbigliato che il Presidente è un ex-comunista (come se fosse una vergogna!) ed è stato eletto col solo consenso del centro-sinistra (come se non fosse vero). Non possiamo neppure accusare di polveroso conservatorismo un Presidente che, dopo un mese dalle elezioni che hanno dato un premier in pectore riconosciuto da tutti, si sente in dovere di fare 3 giorni di "consultazioni".

Il tabù per alcuni non si limita al Presidente in carica, ma riguarda anche tutti quelli passati. Non possiamo dire che in sessant'anni di Repubblica ci sono stati solo tre Presidenti che vale la pena di ricordare: Einaudi, Pertini e Cossiga. Non possiamo ricordare quelli che sono stati in odore di golpe e quelli che erano spesso ubriachi. Non possiamo nemmeno dire che molti presidenti sono stati epidermicamente antipatici ai più.

Non possiamo insomma trattare un Presidente repubblicano in modo diverso da un monarca, un papa o un dittatorello. Per ora, se lo facciamo non veniamo giustiziati, ma solo insultati, banditi e magari denunziati per danni. Vogliono che la Repubblica assomigli a sempre di più ad una monarchia? Se la tengano, ma senza la complicità del nostro voto.

(Mircea Meti)