da "DEL PENSARE BREVE"
di Manlio Sgalambro , Ed.ADELPHI , 1991

Vie. Ci si trascina di notte per le vie e si parla tra se. Il dialogo alligna di giorno e risuona dei suoi traffici ignobili.

Di notte si monologa. Come dei re. Pag.11

La misericordia, infine , è dell’individuo stesso che non si vuole mescolare a te e ti porge il dono con la mano guantata. Pag.16

In verità l’illuminista illuminava gli altri ma restava ignoto a se stesso. Il conoscitore leale fa luce anche su di sé. Pag.18

Cerchiamo di renderci conto di noi stessi e solleviamo , uno dopo l’altro, i veli che ricoprono la nostra inespugnabile anima. Ma mai, mai, troviamo l’ultimo drappo. Pag.24

In ciò il segreto di ogni morte è svelato in collegamento a un delitto: tutti moriamo assassinati. Pag.25

Solo una costante attenzione può dare quello che si vorrebbe raggiungere invece con la distrazione. Lo giuriamo su Malebranche. Pag.31

Si producono anziani per compensare la decisione di quelli a cui sta bene vivere non più di trent’anni. Pag.36

‘Spontaneo ‘ sarebbe dunque ciò che si è ‘ per natura’ – appunto, spontaneamente – di contro a ciò che si manterrebbe in qualche modo esterno all’individuo. Pag. 45

Identità. Si nasce senza identità. Chi si è ?

L’identità fa parte dell’apparenza sociale che ce l’appioppa addosso per il suo tornaconto. Pag.50

Buoni affari. Una volta il borghese di razza usava comprarsi una moglie , ossia tutti gli atti sessuali di una vita in blocco, per fare un buon affare. Pag.114

Ahimè! La pena che desta un vecchio sazio non è inferiore a quella per un neonato affamato. Pag.124

Breve teoria del perdono. Si perdonano coloro che ci hanno offeso perché così il conto torna: un’offesa ciascuno. Ma quest’ultima è mortale. Pag. 125

Modestia, La modestia è la vile riuscita di chi si annulla ma solo un pochino e proprio così si mette in risalto. Pag.128

Misconoscersi. Insomma se uno si conosce non può pretendere molto, ti pare? Diventa subito umile e cialtrone. Pag.135

Ma poiché non ti conosci , non saprai nemmeno di che dovresti farti perdonare. Pag.136

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